Spettacolo : Via Consolare - anno IV - N.s. - n. 3-4 - feb.-mar. 1943

telli che ai rifiutano di mantenerlo e vo• gliono co1tringerlo a lavorare, sen.za mai incontrare il finanziere affannosamente cer• cato, sfinito dalle privazioni, ai ammala gra• vemente. E incomincia a pentirsi con pro• fonda amarezza di aver sacrificato ali' idea in cui credeva. incomincia a dubitare se non fosse un folle sogno ciò in cui aveva fede. ltla non vuole morire col pensiero che Sandro possa realizzare la sua idea e godere i vantaggi che spettavano a lui: e va via con i progetti e i documenti della &ua scoperta. E' il crollo che si avvicina per tutti: per Sandro non solo, ma anche per Michele Paulino, cbe ba finalmente compreso d'esser troppo veccbio perchè qualche impresario lo faccia tornare a combattere. La signora Allais, invece, rimane in un certo senso delusa, senza che il suo desiderio venga compito, ma la sua fede va al di là della vita terrena, sconfina nella fede in Dio e nella vita cele1te. Opera che abbiamo voluto ricordare con cura quasi pedantesca di particolari, percbè a tutti appaia ch.iara la sua cifra spirituale. Dramma, che, per quanto possa forse sembrare il contrario, non è di negazione e di sconforto, ma afferma invece la necessità di credere con fede profonda in qualcosa (Pegaso: confine tra il sogno ed il reale, l'assurdo ed il vero), qualcosa cui dedicare la propria esistenza, qualcosa che dia una funzione alla vita, che ad essa ci faccia attaccare, qualcosa per cui non è grave 1offrire e lottare. Dramma, come si vede, che ha un 1uo preciso e sofferto significato morale. Dramma pieno di umanità dolorosa (vedi la scena del Il atto eon i presunti finanzieri), del tutto privo di ce rebralismi o di tesi forzatamente sovrappo: ate. Assai ai parla negli ultimi tempi di una nuova teatralità : quel che è certo, è ·che dove ci aia veramente del teatro, teatro inteso come linguaggio artistico autonomo, tu subito ne avverti la presenza. Da quando si leva il 1ipario, già si avverte la teatralità di • Pegaao • : che si fa sempre più chiara io quell'essenzialità che dà ad ogni battuta ad ogni scena, una sua funzione precisa' nella creazione dell'atmosfera e nello svL luppo del dramma; in quel graduale este riorizzarsi, nei caratteri nei conftitti nelle vicende, del pensiero deU' autore e dei sen• timenti eh' egli presta ai peuonaggi. In • Pega10 • si potrà forse tro"are artisticamente imperfetto il personaggio di Sandro, già in partenza un po' calcato, e poi troppo affrettato psicologicamente, eì da apparire un po' brusca, decisa sull'istante, la sua rinuncia a Luciana ; si potranno magari anche trovare accomodanti a tutti i costi le ultime parole della signora Allais. Ma questo non basta certo a fare di • Pegaso • un'opera meno che notevole, di prima grandezza nella cronaca del nostro teatro più recente: opera, il cui significato è tut• t'uno con la. sofferenza dei personaggi, resi ben vivi (sopratutto l'indimenticabile Sac26 Fondazione Ruffilli - Forlì comani) da una compiuta penetrazione psicologica e da un 1eneo accortieeimo della teatralità. Ma anche dopo «Pegaso•• Pinelli andò in cerca di nuo•e esperienze; e nacque « I padri etruschi • (rappresentato a Roma dalla Compagnia diretta da N. Meloni nel 1941). Con queet' opera egli si volle avvicinare a creature primordiali, primitive, in cui le forze vitali, gl' interessi e le passioni essenziali dell'uomo si scatenano con vio• lenza elementare. Al centro del lavoro è una donna di acceaa sensualità e cupidigie. che, poeta al bivio tra l'amore felice e la ricchezza, tenta dapprima di non rinunciare nè ali' uno nè all'altra, poi sacrifica l'amato per sal•are sè stessa e la sua roba; e infine, non potendo continuare a vivere nella falsità e nel rimorso, .espia con la morte. Nel linguaggio, nell'ambiente, nel tono del1' opera è evidente un' influenza verghiana, solo per denunciare la più schiacciante ; e i personaggi non riescono a sbarazzarsi da una certa fal1itl e retoricità, specie nel modo di esprimersi. L'opera non arriva a liberarsi dalle infiueoze e da una imposta• zione letteraria, non si fa convincente. In questa recente • Lotta con l'angelo•, Pinelli ritorna al clima di • Pegaso •, a personaggi della vita borgheoe. Il problema che qui affronta è di eccezionale levatura, è il problema dei rapporti dell' nomo con Dio: e alla base dell'opera v'è una fede profonda nel Creatore e nella vita celeste, fede che già ecoprimmu in Pinelli nelle parole della signora Allai& che concludono e Pegaso •. Il protagoni1ta è on uomo che ba goduto e può godere di tutti i beni della vita, amore, salute, agiatezzat ammirazione, ricchezza interiore di arti1ta ; ma di questo non si accontenta, vuol arrivare a cime che trascendano la vita umana, sogna di liberarsi sempre più dai legami carnali e terreni per avvicinarsi alla purezza divina. E_ in questa purezza cerca di conservare il figlio ; e per questa purezza è anche pronto ad accettare il martirio : ma poi, come era umano accadesse, non lo regge,e riprecipita nella vita terrena, anzi nelle forme più basse e rovinose di essa. Ma questa sua perdizione finale non varrà a togliergli la salvazione eterna, che gli viene dalla fede, dall'amore profondo che fino all'ultimo lo lega a Dio. Problema di eétrema delicatezza : e a trattarlo era facile cadere nel banale e uel retorico. Pinelll invece lo tocca con sincera commozione, anche se spesso il misticismo di Pietro appare addirittura ossessionato, e se talvolta il personaggio di Davide riesce scialbo e non ricco di vita. Ed era ancor facile dissiparsi nel simbolico e perdere calore di umanità; Piuelli invece cerca di umanizzare tuui i personaggi, e non ne crea di simbolico che solo uno. Personificare uoa oscura forza interna, la coscienza di uomo terreno, la tendenza sorda della parte più nascotta dell'animo alJa perdi• zione, è certamente procedimento teatrale nel eenso migliore della parola; ma il dil ficile era poi far accettare questa personificazione, questo simbolo come elemento vi•o e umano, e non come cerebrale astrazione. Qui noi dovremmo raccogliere le fila del nostro discorso e parlare del mondo, dell'ambiente, dello stile cbe fanno da sustrato alle opere di Pinelli cbe abbiamo preso in esame. Ma in effetti la varietà di queste opere sta a dimostrare eh' esse eono piuttosto una ricerca che una definizione di quegli elementi conteuut.istici e stilistici. Ricerca che quando ha colpito nel segno, quando cioè ha battuto la etrada più vicina alla personalità di Pinelli, ba subito dato per frutto opere di più ampia validità : « Pegaso •, e poi • Lotta con I' a ugelo •. E' in quel tono infatti che Pioelli ritrova sè 1tesso : quel tono di dramma realistico, ma non nel senso stretto e tassativo del termine e senza naturalmente mai cadere nel culto piatto dell'osservazione veristica ; quel tipo di solida costruzione drammatica, che sviluppa armonicamente uno schema ben nutrito, ricco di episodi, dando evidenza plastica al dramma, con misura e con arte, ma senza nessun u10 di mer.zitoni~ di atmosfere intimiste, di incanti. poetici: e a questo tipo perfettamente si presta il suo linguaggio che, da tornito e letterario cbe era ne e La pulce d'oro •, s'è fatto via via più conci.so e più denso. Pinelli non ba l'ingenuità, la delicatezza, il gioco di sfumature che gli sarebbero occorsi per un'opera come• Il padre nudo•; nè la verginità, il senso dell'elementare che mancano a « I padri etruschi •· Nella determinazione poi di quello che è il mondo worale di Pinelli, dopo • Pegaso •, « Lotta con l'angelo • rappresenta uu nitro passo innanzi. I problemi eh' egli si pone sono finora di natura per così dire individuale, hantio un re8piro uoiveuale ma non sociale. Anzi Pinelli cerca di liberare le sue opere da ogni riferimento tem• porale e spaziale, quasi di strappare i suoi personaggi alla società di cui fanno parte, prima di definire la loro moralità. Moralità che già si riconosce compiutamente incarnata nelle due opere migliori di Pinelli. Questa è la moralità • un atteggiamento di fronte alla vita e ai suoi problemi, di sempre e di oggi - che noi chiediamo al teatro. Siamo sicuri cbe essa è alla base del teatro dei giovani : quel che occorre è dare alla propria posizione spirituale calore e vita nella rappresentazione artistica e nella espressione teatrale. Questo, in • Pegaso • sopratutto, come abbiamo detto, e in e Lotta coo l'angelo ,, Pinelli ha fatto. Perchè Pinelli ci ba dato qualcosa, che non soltanto ci autorizza ad attendere con larga fiducia le sue prove future, ma che si pone già fra i documenti più siguificativi del nostro ultimo teatro. CilORCilO NAPOLITANO

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==