M ·E M O R E D I UN GRANDE DANZATORE * e !lJta{Jhilew * Da "QUANDO AVEVO FAME,, cl SERGIO LI FAR GENTILE e premuroso M. W. ouvel ci attendeva gia. - " Accomodatevi, signori. Serguei' Pavlovitcb rientra ,,. Sedermi, era facile a dirsi. lo non riuscivo a star fermo. Tremavo visibilmente. Non posso paragonare le sensazioni cbe mi turbavano in quel momento che a quelle del credente nell' istante in cui com pare alla presenza del suo Dio. In un piccolo gruppo che viene verso di noi scorgo un uomo _grande, che mi sembra un colosso, che si avanza agitando un bastone, vestito d'una pelliccia e d'un cappello molle. Vedo brillare nel suo viso rosso, un po' grasso, uno. sguardo carezzevole, misto di vivacità, di dolcezza, di malinconia. Diaghilew sedette accauto a noi, e, dopo qualche istante, il turba,nento eh' io provavo e che mi vietava totalmente di capire chiaramente le sue parole, cedette al senso di luminosità cbe sprigionava dalla sua persona, e alla luce dei suoi occhi così si ugolarmente chiari e giovani. Il suo sguardo vellutato si posa su di me : mi sembra di non poter resistere. H E voi, giovanotto? La sigoora Nijinskaia noo mi ba parlato di voi ,,. lo mi seuto piccolo, debole, le mie labbra aspirano l'aria, sarei capace di mettermi a piangere, quando i miei compagni mi vengono jn ai_uto. - " Oh, lui sa fare q ualu nque cosa ,,. Fu infihe necessario arrivare alla questione finanziaria. Diaghilew allegò a pretesto le difficollà dei tempi per proporci milletrecento lire al mese invece delle milJecinquecento che ci aveva promesso. In compenso ci lasciava gli incassi completi di Varsavia. I miei compagni tentarono di discutere; ma egli ebbe un sorriso di sottile squisitezza ed un gesto vago che troncarono ogni 1uercanteggio. " Fidatevi di me - concluse in tono estremamente signorile .. e con domani partite per MonteCarlo ,,. Intanto egli ci intratteneva ; ci domandava le nostre recenti impressioni. Mentre noi gli parlavamo SERGIO LIFAR Devo dire in quale nuovo stato di entusiasmo mi pose la vista clel Mediterraneo e delle colline costeggianti cli fiori e d' oliveti. Correvo da un finestrino ali' altro, - fino alla di una patria cbe gli era divenuta iuaccessibile, egli restava immobile, il viso oscurato, lo sguardo fisso, lontano, perduto dietro le barriere della frontiera sovietica. Poi nei suoi occhi la luce succedette alla tristezza. La sua voce leggermente lenta e pigra si fece più nitida. - " Ed ora veniamo al lavoro. Si tratta di sbalordire l' Europa. Cosa sapete fare? Voi, ad esempio domanda al più anziano di noi - fate due giri?,, Domande e risposte si precipitano. 8 FondazioneRuffilli- Forlì stazione dove la signora ijinskaia ci attendeva. Immerso in questo sole che mi pareva tropicale, inebriato clall' atmosfera ridente che respiravo, stordito clall' immenso orizzonte e dallo scintillìo del mare che non mi stancavo di ammirare, mi sembrava che la vita clivenisse una p~rpelua festa ; ma poche ore bastarono a disilludermi. Per gli emigrati della Compagnia di Diaghilew, che avevano ormai preso da tempo l'abitudine di vi-
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