CcwnpaçJ4/d/e;ia {J,u6 E' stata finalmente trovata la stf"ada buona. Si doveva t,-ovare prima l'autore del nuovo ceat1·0o prima la compagnia e l'attore di un tale teatro ? Quest'anno ubbiamo insieme nuovi autori e compagnie regolari: una disciplinata compagnia, quadri intelligenti e preparati e con repertorio di po•izione nettissima. Come si sapeva, il pubblico della cittrt italiane dove la Compagnia del teatro Nazionale dei Guf, diretta da Venturini, si porta per incontrare folle non atlrlomesticate ha fatto feste cordiali. E cosi siamo passati da uno Sperimentale a un Teatro. Di seguito parl.iamo delle princi paU opere rappresentate. ( lOHACON l' AN(UO di TULLIO PINELLI Pietro Rovere ha avuto una strana esistenza, dominata dalla insoddisfazione assi/ante di tutto ciò che di meglio la vita può dare. Uno smisurato amore per la Divinitd lo ha spinto alle più diverse attivitd ed esperienze, nella ansiosa ricerca della irraggiungibile pe,fezione divina. La sua natura potente, esuberante, orgogliosissima, gli ha fatto sempre· attendere che Dio gli· chiedesse una prova sovruniana dell' amore incontentabile eh' egli nutre per Lui. Marta, la moglie che egli ama e che lo ama appassionatamente, lo segue in tutto con intelligente comprensione, ma ,~on in qnesta sua ansia verso il divino che a lei sembra incomprensibile e mostruosa. E dei tre figli, il solo a comprenderlo appieno è il pitì giovane, il preferito, Davide. Il dramma, partendo da queste premesse, si sviluppa attorno ad ,ma terribile prova, di natura soprannaturale, che Pietro finalmente crede di poter dare al suo Creatore, e con la quale Dio mette a cimento la natitra orgogliosa di lui. La lotta tragica di Pietro - che è poi, in misura diversa, la lotta di ognuno - per giungere alla perfezio- ·zione attraverso il sacrificio di tutto ciò che egli ha di più caro; i terrori e le debolezze che lo assalgono nella terribile via del martirio da lui prescelta; e finalmente, la sua redenzione attraverso l' amore suo per Dio e di Davide per lui, formano l'oggetto dei tre atti di "Lotta con l'angelo ,,. Fondazione ~uffilli - Forlì Lavoro Ropratutto onesto, questo di Fabbri, perché chia• ro negli scopi e nei raggiungimenti. Par• lare di onestà per µn giovane può suoPt\tUDJ di farlo. Gli è stata fornita un'occasione: ne approfitta. Digitus Dei est bich. Il suo cammino vieppiù precipitoso disorien• ta gli uomini, li smaschera, sconvol• di DIEGO FABBRI nare quasi offesa - la nostra è r età delle necessarie piraterie e dei fuoriscitismi intellettuali: ma qui non si tratta che di aver superato i primi fermenti per uo più maturo assunto e per uua più composta risoluzione dramlllatica. Di giova• nile in questo dramma non c'è che l'interesse ancora incantato per taluni Stati di grazia del cuore umano. L' incanto nasce dal ser_t• tirli come frammenti di una ideale bellezza dello spirito, laddove un " consumato,, ne trarrebbe al massimo una gnomica desola• zione o meglio una frase satireggiante. E' la vecchia parola : riCerca della poesia. La troveremo domani così vicina che ci ve• dremo nel passato altrettanti instancabili sisifi: quando di questa pena divina avremo perduto per sempre la felicità. Il risveglio della autocoscienza morale è un tema originario ad ogni drammatica, appartiene a quella serie di conflitti da cui nasce il monologo interiore del pereonag• gio-: ed anche il racconto degli effetti di tale risveglio nella fattispecie particolare dell'abulia o innata (vedi Pirandello) o creata da un ambiente (vedi Ostroscky, e Gonciarov e Tolstoi e i russi in genere), è una antica facile strada verso la commo• zione • per la simpatia incompresa che ·ogni uomo prova verso chi gli dimostra che si può uscire dalla morta gora dei nau• acanti compromessi. Fabbri si era messo così in un sentiero molto battuto, ma il suo merito consiste nell' essersi spinto, pur nelle linee di un carattere umano, anzi di un carattere quasi intimamente tipizzato, (il '· ragioniere, moder·ua maschera al pari dell' "industriale,, o del " giovane sporti• vo ,,), fino alle conseguenze estreme del personaggio, ai limiti della sua persuasività etica, ali' autorità del simbolo. Soltanto in un piano di significazione simbolica poteva evitarsi lo scadimento nel meccanismo dei rim.,rsi, con l' inevitabile resurrezione • quante resurrezioni nella storia letteraria del mondo : aveva ragione l' ira palingenetica del Rapisardi. Il coraggio della morte: talora questo conclusivo accidente è un difficile passo anche nell' arbitrio della fantasia • non per nulla le nostre figure tendono sempre a sopravviverci. Il ragioniere di "Paludi,, è nato con la condanna a morte stampata sulla fronte. E non per la situazione sce• nica in coi è fatto vivere, ma perchè la morte è l' unico risultato possibile di quella vicenda etica. u Un debole, che ha subit9 per anni la disonestà altrui, giudicando un inutile pericolo ogni proprio intervento per farla cessare, o meglio astenendosi dal giudicare - d' improvviso si sente in dovere ge i loro piani. Gli uomini lo uccidono, perchè non pova più stare sulla terra ,.,. Solo la morte lo giustifica dinnanzi a noi: è una figura carica d' impegni, e come tale destinata al sacrifizio dell' esempio. Si parlerà di determinismo, di meccanica inevitabile e non evitata di cause ed effetti. Può darsi. Ma un discorso sul costume drammatico, dalla selettività spontanea delle idee alla moda, e di qui ai pubblici, ad altri costumi più vasti ma riflessi dal tea• tro; un discorso simile andrebbe troppo lontano. Rimane a Fabbri la misura di questo orientamento sugli altri, misura del tutto personale. Inoltre • abbiamo perranto letto il copione, che dalla rappresentazione, a causa dei tagli, non risulta - la sua acutezza morale gli ha permesso di sentire la più profonda complicanza del problema, un altro lato del misterioso poliedro di senti• menti, di memorie e di voci che è un fatto umano. Quello lumeggiato dalla presenza del delitto, dall' omicidio anzichè dal sui. cidio. La giustizia. Il contrasto tra il richiamo categorico di una responsabilità ideale, e il feroce diritto della vita, negli altri mi• naccianti e in lui, eroe minacciato, lascia sospesa una domanda terribile. E' stata veramente una morte ingiusta ? Il teatro di Fabbri • per non dire il suo mestiere - è la più sicura garanzia di possibilità sempre maggiori. Finalmente un giovane che sa scrivere, e che si fa ascoltare senza fatica. Dialogo aderente ai movimenti patetici, verbalità ricca e vivissima. Senso dell' effetto, paura dell' effetto. Mo• derazione provveduta. P. rte. La Compagnia Nazionale dei G. U. F. si è impegnata con lodevole serietà. Serata quasi personale di Salvo Randone, che è rimasto in un "cantato,, di dubbia efficacacia - nuoce a questo fra i nostri ottimi attori una naturale felicità d' improvvisare piani e ;olumi iuterpretativi. D' altronde qui subentra I' adiutorio, anzi • nonostante si tratti di Randone • la guida registica. Il tema • in sede di intonazione e di concer• tazione • era "l' avventura di uno spirito, dalla quiete ottusa allo stupore di un falli• mento eroico. Stupore e paura : quindi motivo ostinato di certa timorosa attenzione e quasi ammirazione dei propri atti. Ap· passionata fiducia io un oltre • palude illuminato dai nuovi e insospettati orizzonti ,.,. La battuta doveva allora nascere da un tremito interiore, con un fondo continuo di smarrimento sordo. ~alune risoJuzioni •
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