CAPOSTAZ. Ferma ferma. Ehi, voi quatFORC - No, noi andiamo più tardi con Adamus. C,\POSTAZ.. Va bene. Allora, via Còropus. COROPUS - Buon giorno a IUUi. Vogliamo andare? (Si avviano tutti a braccetto di Còropus. Qualcuno fischiella. I quattro fauno cenno di saluto col fazzoletto. Altri rispo11do110 dal tre110). CAPOSTAZ. • Signori, per cortesia, ho sonno e poi dchbo spegnere, qui. Cercate di decidervi. FoRc . Va bene; vogliamo partire? DouN - Io sono pronta. II Vucc. Molto bello, molto strano, partire così verso l'ignoto. Foac - M'a piantatela voi. J\UAMUS • Vorrei un po' d'acqua per favore. CAPOSTAZ. Molta? ADAMUS - No, 1111 bicchiere basta. CAPOSTAZ-. Ve la vado a prendere. (Esce) I Vucc.cE - lo, però, vorrei sapere dove andiamo. FORG- Non si sa mai dove si va. DOLJN - Forg, Forg, con queste frasi da commedia moderna. FORC - Sì avete ragione, cara. mi lascio prendere la mano di tanto in tanto. li \luce. - Come ci mettiamo? ADAMUS - Oh, come volete, forse è meglio due di qua e due di là. DOLJN. Bene. (l quattro si dispongono a coppie due a destra e due a sinistra di Adamus, che accende le lampade che ha, due sul petto ed una, piccola, sul dorso). CAPOSTAZ - Ecco l'aa1ua. ADAMUS - Grazie. (Beve) CAf'OSTAZ. • Debbo annunciare qualcosa? (Sale_ sulla sedia) AOAMUS - No, grazie non è necessario. Buona notte. CAPOSTAZ. - Buona notte, buon viaggio signori. DoLJN - L'odore di aranci! Un momento: non sento l'odore di aranci. CAPOST,\Z. (Cava di tasca uno spuuatore e spruzza Dolin) . Ecco fatto, signorina. ADAMUS- Per me va bene. Si può andare. CAPOSlA7.. - Va bene. Partenza allora. (fa il ce11110col bastone). (li treno Adamus ~i muove adagio senza fingere di essere di essere un treno; a passi lenti, semplicemente. Tutti terranno il passo e pian piano A damlus resterà un poco avanti; e gli altri dietro a cuneo o, se prefe• rile, a falange macedone, per me fa lo stesso). CAPOSTAZ.- Buon viaggio. Turrr - Grazie e huon riposo. --(Il tle110 esce. Il capostazione lo guarda un po• poi va alla parete e spegne la luce. La sala resta illuminata dalla lie• ,,, luce dell'alba che è fuori. Il capo stazione mette a posto qualcosa. Va a chiudere le persiane e, intanto, cala il sipmio). II.QUADRO (Pnesaggio di colline/te praticabili che rl.::gradrm,J ."ittl davanti irJ una valletta. A destra ~•• piccolo bosco di folti alberi attorno ad "" tempietto di stile neoclassir.u illuminato dall'interno. Fil/i e Tirsi pastorelli d'Arcadia sono 11el boschr::ttv, e qui ri• m11rttmno per tutta la loro scena. Nel tempio è seduto il coro). 30 Fondazione Ruffilli - Forlì Trn.s,1 - Filli adorata, dono dal paradiso e tu ~tessa p:tradiso della mia felicità. F1LL1 Mio pastore. TIRSI . Oh, Filli. F1tu - Oh, Tirsi, ch·c mi apparisti un giorno tra i giunchi sottili e primo c;e~no d'amore formasLi per me una ghirlanda di fiori di campo. T1Rs1 - Fiori per la tua bellezza, Filli, che miravi nel ruscello fresco. E vedevi le acque <livenir lremule per il piacere della tua immagine. CORO . Filli e Tirsi si amano. Nel loro cuore è la primavera; dolce, il loro sospiro muove a danza i . teneri fiori: Ancora non è tramontata la luna che vide i) loro primo castissimo bacio e ~mcora non è nato il giorno che ne vedr;'1 l'ultimo. Ma forse è prossimo nella quotidiana "icenda del loro amore. Es..c;1 non te1nono il passar delle ore sanfi'o che la vita giunge a loro sulla ruota della fortuna recanòo doni e felicità al loro amore. Tirsi ama Filli e Filh ama Tirsi. E non sono mai sazii di chie- <lcr!-elo e di ripeterlo. Ma ascoltiamoli, ascoltiamo l'amore di Tirsi e di Filli, pastori della primavera. F1tL1 • Tirsi da quando mi ami? TIRSI • Da sempre e se ho avuto altro amore per altre donne fu sempre per te anche quello. Io ti cercavo, Tilli, e non ) sapevo ove fossi; io ti desideravo e no~ ~apcvo come fossi. Le acque 1ip.1pide del ruscello mi hanno condoto a te. FILLI - Vorrei essere lontana da te per godere !"incanto del ritorno. Ma forse, lontana, non poi rei più tornare, perchè non reggerebbe il mio cuore alla tristezza di non vederti. T1Rs1 - 'elle selve e nei boschi vorrei tu ti perdessi per venirti a cercare e salvare dalle fiere. La tua mano, Filli, mi conduce per le vie del cielo ma più stelle non brillano, il sole non risplende ora che tu sei mia, unico sole, stella di tutte le stelle. (Arriva da simstra risalendo la collina il tre110). /\DAM us - Oh, basta, non ce la faccio più. ~on so nernmeno come ho fatto ad arrivare fin qui. FoRG - Be', pou·emmo, anche fermarsi, non vi pare? I VJACC.CE - Per me va benissimo. DouN - Non ce la fareste a scendere nella valletta? Mi sembra più carina. AoAMus - Si. A scendere ce la faccio. Andiamo. Adagio però. (Scendono e si fer• mano. Le coppie si distaccano da Adamus) ADAMUS (Mettendosi " sedere per terra) • Eh, perbacco, non ho più carbone. Questo è un guaio. FoRc • Ma non ve n'eravate accorto? (jJM-{l{)lfl.i - ..J/lJtJiJ,wiu, di dama
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