A.0A~1us - Eccovi, maledetto. ùPOS'IAZ. - Oh, caro Adamus, in ritardo eh? Bè, niente di male. 1-~0RG • Sentite, avete una cosa sola da fare ... Il Vucc. - Dare il via al treno. FoRc - Sta re zitto. Il V1Acc;. - Zitto, ma dare via al treno. CAPos·rAZ .. Ma cos· avete? Sapete, il pro blema io l',Jvrei io l'avrei risolto ... I V1AGG.- Prol.llema un accidente! Dobbiamo partire. Ho degli affari, io. OouN - .i.\ ffari? Che affari, a quest'ora? I Vu.c.c. - Debbo andare a casa a dormire. DouN . Ah! E non potreste dormire in treno? J \l1Ac:c.. - ~li viene acidità di stomaco. 11 Vuc:c.. • Do, reste provare ... J Vur.r. . .... con dell'acqua salata. Dei pedilu\li d'acqua salata. li VIACG.. Ma che pediluvi di acqua •a• lata! Dovreste provare a dormire tenendo una mela in bocca. I V1Ar.r. . Una mela in bocca? E' una idea. Ci sono mele, qui? :\OA~1us - Allora si va o no? ùPOSTAZ. - Ma caro Adamus mi meraviglio che mi facciate una domanda simile. Che ora è? Le quattro e quaranta• cinque. Se ,·olete morite andate pure. VtAGG.CE• Morire e ~rchè? C,,\POSTAZ .• Perchè... Un momento. Signor Forg avete letto il tema? FoRc. . SI, c'è qualche errore. Ma è dialet1ale. Siete del Sud voi? (",.A1'0SlAZ. - Precisamente. foRG - Eh, si vede. Usate il passato remoto invece del passato prossimo. E.' un'inesattcn,1 più che u11 errore. Quanto al problema è risolto. Non brillantemente. ~la risolto. CAPoSTAZ.• Allora, sono capostazione. F0RG - SI, lo siete. CAPOSTAZ. - Grazie. Dunque signorina addesso posso rispondervi. Come caposta• Lione ... \11.Ac:c. - Poche chiacchiere e partiamo. AoAMUS • Non si può partire, calmatevi. Il Vucr.. - Ma come non si può partire? CArosTA7.. - Lo sto appunto spiegando alla signorina. 'Bisogna aspeuare Còropus. I VIACG.CE. Còropus? E chi è? ADAMUS . Còropus, diretto, arriva qui alle cinque e sei. Ferma dieci minuti. Cari.ca la posta. sposta la locomotiva torna indietro e riparte alle cinque e sedici. Il Vur.r.. - Ma io mc ne infischio di Cò· ropus. AuAMUS • Bravo. Ma io e Còropus, per un hmJ.tO li atto, facci.amo la medesima strada. E se parto aclesso, con questo po' po' di ritardo corro il rischio di incontrarlo. E quando due treni s'incontrano su di un binario unico, ci sono sempre delle valigie che cadono e a volte anche peggio. lo per me ci sto. 1 0, farei del male anche a Còropus che non c'entra. Io non vado. Se volete andare \IOi avanti a piedi lungo i binari, padronissimi. Vi raggiungerò dopo che sarà passato Còro• pu..,_ lladate però a scansarvi quando arriva. I \lucG .. ~la pcrrhè tuua questa storia? CAi>os1A7..- ~listeri delle ferrovie. In confìclen,a 11011 li ho capiti bene neanch'io. Ma comunque li so e li faccio applicare. Caro treno Adamus non potele partire. \'JACG .• E noi? CAroSTAZ. - E \'Oi fate quel che rnlete. Pro\lale a dormire con la mela in bocca. FoRG - Ho comhinato un hc1 guaio. Fondazione2~uffilli - Forlì C\l'OSTAZ. . Ecco guardate: (/a cadtre qua/roso) io sarei portato a dire • cadde • in\'ece bisogna dire • è caduto•. Giusto? FoRc • Giusto. CAPOSTAZ. - Ma, fra un anno, io dirò che questa cosa mi è caduta o chi mi cadde? FORC . Secondo. DoLJN • Smeuetela, vi prego. Dobbiamo ancora pensare a Adamus. Bi•ogna pur ri• solvcl'C qualcosa. AO,\MUS - Voi, capostazione, telefonate del ritardo. Dite che mi metto in coda a Còropus. FoRc - E dite che è colpa vostra. AoA~tus - Macchè. E' inuti1e. Dite solo che Adamus arri,·er~ in coda a Còropus. CArosTA7.. - Ehi, \'Oi, ~ che vi do la mela. I Vuc:c. • Grazie. Vengo. (I due escu110). Il VIAcC. - Scusate, signore, la signorina l: la ,·ostra fidanzata? FoRc - 1' o. Perchè? Il VIAGG. - Be' pazienza. Signorina vorrei far\'i la corte. Il signore se vuole può intanto far la Corte all"altra signorina. I Vuc:c.cE - Capile, tanto per passare il tempo. FORC:- No, io non ho voglia di far la corte a nessuno. II Vucc. - Badate. che è una viaggiatrice. Quindi 3\1\'0lt,t nel mistero della notte e del treno. FORG - Non m'interessa il mistero. Scusate, \'ero, ~ignorina, voi siete molto graziosa, e in qualsiasi altro momento vi potrei far la eone, ma ora proprio non me la sento. 11 VIAC.G• A \'Oi però io posso? DouN - Ecco. vorrei che mi risparmiaste, io debbo discutere, <lui col signore. per certe faccende. I I \luce. - Peccato Vedete, ,·oi siete la ra· gaua della stazioncina di provincia. Anche voi avvolta nel mistero. Aspettate il treno alle quattro di mattina. Io sono un viaggiatore stanco. C'è molla poesia in tutto questo. FoRr. - Ma, scusate, perchè non fate la corte alla signorina? I \'ucc. • Già è un'idea. Fate la corte a me: i11 fondo è lo stesso. 11 V1M-;G.- Però è meno misterioso. Noi siamo nello stesso scompartimento da piì1 di tre ore, i1 mistero se n'è andato. E senza mistero ... FoRr. - Be' bisogna pure accontentarsi. Siamo in una st~1zioncina di provincia ... Il \luce. - Sì, sl, bene. Scusate tanto. Allora signorina se non vi ciispiace comincio. I Vucc. • Prego incominciate. 1314J(l.iJÌ.lll - Jlloni111ml.n rii rlam:a
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==