chè il capostazione avverta che son ar• rivato e mi faccia partire. DouN - Adesso capisco, sapete ero un po' distratta. Non pensavo bene. A quest'ora poi; non ho chiuso ocd1io tuua la notte. ADAMUS - Capostazione. Se queHo non viene non si pub partire. E ho già un mucchio di ritardo. Capostazione! FORC - Capostazione! DoLIN - ne·. non urlate così anche voi. AoA~ti.;s - Non urlate, non urlate. Bel ragionamento per voi. Ma io debbo andare. Capite. Mi sono impegnato. È scritto su migliaia di fogli e foglietti che io alle quattro e uno arrivo qui e alle quauro e due ne riparto. Un minuto; e ne son già pas~ati dieci. Che vergogna! È la prima volta che mi capita. Nevi, gelo, mucche sui binari, niente: son 1-empre arrivato in orario. E, adesso, per un capostazione; no, non è giusto, non è giusto. Io capisco commettere gli e1 · rori, uscir dai binari, rovesciarsi nei burroni, ma per colpa propria. E poi le punizioni giuste, giustissime, ma adesso no, no, 1icr Bacco, non è giusto. Capostazione! Maledetw capostazione. Doi.1N - Ma coraggio. Non è poi così grave. ~fiuto più, minuto meno, di questi tempi. AoAMUS - Tempi o non tempi. Io sono sempre stato un treno modello. Trent'anni e mai un ritardo, mai ho perduto una coincidenza, sempre tutto liscio, tutto a posto. E delle notti vi giuro che avevo le lacrime agli occhi, il cuore mi si spezzava per certe salite; da giovane facevo le linee alpine, ma avanti sempre, correvo e in orario. Vi posso dimostrare che son sempre arrivato in orario. E ho qui le lettere dei miei superiori. Ecco guardate. Un treno modello, ero. Poi con gli anni mi hanno messo alla pianura: giusto. Nemmeno l'amore dei vent'anni, capite, nemmeno quelJo mi ha fermato. E certi notti di luna avrei voluto stendermi su di un prato e cantare, fermarmi a cogliere fiori, a baciare le acque, e godere dei tramonti. Niente, avanti di corsa. Otto e ventuno, sette e quarantacinque, quattordicf e diciotlO. Ventitre e cinquantaquattro. Vento, pioggia, sole. Orario. Perfetto orario, Capostazione! E adesso; proprio adesso che mi manca un mese per la pensione, proprio adesso, e per un capostazione lll1l· ledetto arriverò quando sulla lavagnetta a·vranno scritto: • Adamus il diretto delle quattro e due porta ritardo •. Mai, mai sono stato su que1la lavagnetta. Nemmeno quando ci fu lo scontro al casello quarantaquattro. Uno sforzo quella volta che mi dovettero operare, ma arrivai in orario. Capostazione! Capostazione! No, non è giusto, non è giusto! (Piange) D0LIN - Avanti non piangete. Un treno della vostra età. ADAMUS- Età, facile da dire. Età. Ma ho tutta una vita che mi si spezza ora. Trent'anni. E ormai tutto è finito. Sulla 'lavagnetta a quest'ora hanno già scritto che sono in ritardo. FoRG - E pensare che è colpa mia. Sono un cretino! Si fanno le cose, cosi, senza pensare e poi capitano i guai. ADAMUS- Colpa vostra? Perchè? FoRG - lo ho dato al capostazione dei compiti da fare. Deg1i esami, insomma, per• chè non mi fidavo. Non credevo che fosse capostazione e per questo adesso non è qui a darvi il via. Fondazione Ruffilli - Forlì ADAMUS - Ma no, voi non c'entrate pe1 niente. Lui, lui doveva saperlo. Dove\'a essere qui. OOLIN - Mi pare che il signor Lreno abbia ragione. Voi non ne avete colpd. FoRc - No, vedete, io gli ho messo dei dubbi, gli ho tolto la sicurezza di essere capostazione.- E finchè non ha passato gli esami non può dare il via al treno. t colpa mia insomma. Non dovevo farlo. ADA/1.lUS Ma cosa ne sapete voi? Non potevate certo immaginare quello che sarebbe successo. Voi avete agito da passeggero e in modo giusto, in certo sen- !'o. Lui, no. Lui è capostazione e doveva venire qui. DouN - E adesso? ADAMUS - Ormai, sapete, è irreparabile. Non c'è la faccio più a riprendere il tempo. E poi la strada è assai breve. Da giovane, forse, ine la sarei ancora cavata, nta adesso, no; non è possibile. DoLIN - Già, ma allora? AoAMUS • Allora aspetto. Evidentemente era scritto cosi. Era scritto che dovessi anch'io arrivare in ritardo. E allora un minuto o mezz'ora. FoRc - Ma potete sempre dire che la colpa non è vostra. Noi siamo testimoni, io dirò che fu colpa mia. ADAMUS- Non è questo. La gente non può sapere le vere ragioni. Sa i fatti. Sulla rJ3f.O{J{J1Ju. - ..111.oiw,ww, di d.a,u:a lavagnetta sa che è stato scritto il mio nome e iJ tempo del ritardo. VIAGG. (entrando) - Ma imomma che CO· sa facciamo qui? Abbiamo già... ADAMUS - Trenta minuti di ritardo, lo so. I Vucc. - E allora? Avete intenzione di tenerci qui tutta la notte? Vucc.CE - l: una vergognai Mezz'ora! Mi farete perdere la coincidenza. ADAMUS - Ma cosa credete, che mi diverta io star qui? II Vucc.CE - E allora perchè ci state? Andiamo via. I V1AGG.- Non fateci perdere altro tempo prezioso. ADAMUS- Quando il capostazione verrà e mi farà cenno allora potremo partire. I V1ACG.- Ma dov'è il capostazione? I)ouN - Sta facendo i compiti. II Vucc. - I compiti? A quest'ora? FoRc - Cosa c'eutra? Uno lavora quando vuole. I VIACG. - In sostanza, parliamoci chiaro, si va o non si va? ADAMUS - Caro signore, volete sapere troppo. In fondo dovreste ringraziare il cielo di essere arrivato fin qui. VIAGG-. Va bene. lo ringrazio il cielo. Grazie, cielo. Ma adesso vorrei sapere ... DouN - Che noia! CAPOSTAZ. (entrando) - Oh, ecco. Questo i il tema svolto, quanto al proble ... 27
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