Spetttacolo : Via Consolare - anno IV - N.s. - n. 2 - gennaio 1943

UNA generosa forLa leatrale cne nasca da uu concetto te;11ro inteso e creato secondo la detenninaLa costruzione architettonica degli edificiteatro o semplicisticamente secondo il rapporto dissonante palcoscenico-platea1 trova ovviamente il suo uhi ro11Jistam nella diseguaglianza rompo· sita data dalla congiunzione dei due termini collimanti: pubblico e auori: coscien1a popolare e rappresentazione artistica: n-1ito oppure epopea della necessità poetic-.. che tende e si auua compiutamente nella socialità e vinualità dell'individuo ad essere societario. I vincoli posti in questa forma di necessaria coesistenza,• i quali congiungono o pongono narnralmente in relazione i due termini principali, di cui uno è potenza dell'altro e tentativo di materializzazione, plastica o astratta, del secondo in una sintesi di costume e non di uomini, di atmosfera e non di idee e sistemi etici, sono da ri[erirsi immediatamente ad una origine stessa del teatro, ad Arione, qua.ndo ai « capri • insegnò un canto lirico regolare, allo stato greco, quando incanalò il ditirambo pcloponnesiaco nei concorsi drammatici. Con altro procedimento, storica• mente parallelo, i vincoli nella forma attuale esistettero con queste forme di reazione fin da quando lo spirito dionisiaco trasformandosi in azione drammatica ebbe bisogno della termine neuo di separ:uionc. soltanto teoricamente penoso, fra speuacolo e volontà di spettacolo, tra l'effusione spontanea dell'uomo dionisiaco che celebra orgiasticamente il mistero del· la feconda natura e la ,·olontà poetica, inquadrata nella sensibilità storica, che ha una classe ristretta di rappresentare il mito in teatro; nella qua le proposi,donc secondo una model'na critica è l'origine del teatro stesso. La sce11a chiusa eia tre lati è il metro rigido della produzione teatrale che, accettato tale principio,- deve (utilità e CO· modità) distendersi limitatamente a que• sto spazio e lasciare un solo lato di con· tallo con le capacità grezze, il pubblico, creando leggi di relazione. La teatralità misurata a questo ritmo, alla necessità di esistere in palcoscenico, palcoscenico e non teatro, si semplifica fino ad una quistione di mestiere ccl espcricnnl tcanante. giungendo a far coincidere la limitatezza della rappresentazione costre1ta nel palco• scenico con il sentire informe incomple• to intuitivo, che è nello spettat0re. I tentativi di teatro intimista urtano contro questa necessità, che iniziando nel testo come riproduzione del fenomeno e che per esser finzione deve tentare di ren• dersi reale secondo un appariscente casisti• ca popolare cli cause ed effetti, riproduce in fine i fenomeni spettacolari con cui il mito ci si presenta e in una sola direzione necessaria che considera il teatro nella forma che vige dagli inizi attici all'inten• sità di essa forma nei ,·elluti di Copeau e Pit<>eff, rappresentazione invece che creazione. arrivando con rappresentazione a tutte quelle opere che nascono e si climi~ nano in essa. pur assurgendo apparentemente a significalo creativo, come il mimo ed il carattere. 18 Fondazione Ruffilli - Forlì --GIOSTRA DELLE OPINIONI-- FOHMlZIONE E ~ONSIST ENZA DEttlTElT~JUTl' il • luogo universale• delle sacre rappresenta,ioni, che spiritualmente si affranca,a dal triplice confine, chiude per contro i misteri del teatro medioevale nel mi~ticismo dogmatico e nella leggenda. L'umanesimo, dallo Starigica alla corte di papa Leone, inizia una trasformazione che, a tr:1verso una coordinazione sociale dello spettacolo, poncnì il palcoscenico da necessitù a statico amore apollineo, alla par• ,en1a come tale coscientemente accettata, qua1.;i giustificando, nel palcoscenico e nelle scene accuratissime,· quell"epos primi ti· \'O che a,·eva modificato fino alla tragedia lo spirito dionisiaco delle feste sacee. E si arriva fino alle favole del Gozzi. I comici dell'arte, contrariamente ad un loro aspeuo, sono impastoiati nella tradi1ionc e nella pratica della Lradizione, so• no indubbiamente i meno adatti ad accog-lic1c e scnirc 11ovitt1 e rinnovamenti, sono consenatori come lo era la commedia pit1 che la tragedia, in Aristofane e nella definizione di commedia genere infe• riore ufficialmente accc11ata fino al De Sanctis che pur aveva interpretato il dua• lismo slnuturale della •Commedia• dan• tC!'<ca. Ora. acc.1nto al componimento Teatrale, • q11aedan1 in"entiva • che assomma av, icc11danclo secondo una misura naturale e adogmatica comico e tragico, umoris1ico e orribile, si va mawrando praticamente un modo cli teatro non in fml• zionc della costruzione teatrale, considerando teatralità la capaci1:ì d'esistere in quel luogo costruito, ma concepito teatro i11 SC, sc11,a considerare a priori gli aspcui della parola e a1ionc, com'è intesa e fr.-1in1csa 11ella tradi1ione storica di teatro. Che potrcbb'essere, il nuovo modo, la designata • letteratura drammatica •, pacifico allora che chiameremo letteratura dr:1mma1ica anche quelle opere scriuc sulle ta,ole del palcoscenico e abortite e no• mineremo p~ia includendo nel termine quelle opere pensate e scritte lontanissime cl.i 1111teatro e che hanno insit.i la loro q11ali1;·1 teatrale nel rapporto delle loro for,c medesime Le 11cc~sit.ì, le qualità esprcsshc. i ledi l!l!tatia C1;1;mani Il 16 dicembre 1942 il teatro Na• zionale dei GUF di Firenze accoglieva per una interes.rn11te rappres•ntazio11e la danzatrice llfario Cumcmi, che e.••· guiva un vasto e vario programma con musiche di Sutie, Curelli, B,,ch, Chopin, Poulenc, V.v11ldi, Debi,ssy, Bartnk. Di Maria Cumani co~t scrivev« per l'occasione tra l'altro Augusto Hermet: < ••• 8trume11to musicale diviene il suo corpo : nella propria realtà sonora la musica si fa ormai un ,.,. ff.esso di quella visibile realtà musicale che è 'il ritmico movimento corpo reo ; si stabilisce una gara tra ciò che è musica come suono e musfoa come linea e volume nel tempo-spazio. La danzatrice è in atto di assorbire tutta la realtà sonora della musica nella propria inveneione di movenze e di gesti, assorbirla senza residui, ren• dendola silente e vivida nella propria fisica presenza , . , •. Non prend8remo qui posizioni per una determinata espressione di danea, oggi che tanta varietà e polemica divide le varie espressioni. Diremo solo che Maria C'umani, superando una misura ginnastica e un' arida geomemetria di movim-.nti, aderisce swza letteriamente "de~crfoula ,, ali" frase musicale, rendendone i motivi P"•tici, in funzione di una emozionll sofferta e tuttavia equilibrl,ta, seguo indiscutibile di genuina origine e creazione artistica.

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