citalo l'esempio cli Ubu Roi, ma vi furono altre mani- (estazioni ardite e intieressanti, come queHa del Roi Bombam::e, cli Marinetti (<lata a Parigi nel 1909) quello dello speuacolo intitolato « Dit cles Jeux du Monde», al quale co!Laborarono Méral, Honegger e il pittore Fauconnet. Ci fu poi il dramma sur-realista di Apollinwire, come lo definì lui stesso: « Les mamelles de Tiresias », rappresentato a Parigi nel 1917, e che ebbe una grande influenza nell',ambiente culturale dell'epoca. Era questo un dramma per la massa, mentre « Couleur du temps II rappresentato male dopo la sua morte, era un dramma per l'elite. Le intenzioni cli Apollinaire sono dette eia un person•aggio che è il Prologo; e questo prologo è una specie di proclamazione forte, fantasiosa e imperiosa dell'opera, è un ri,assunto dei disegni spirituari del poeta e della sua penetrazione umana. Egli è attuale, e Euor,i tempo, quando 6a noocontaxe al prologo la storia di tutte le sr,e-1leche il nemico spense a cannonate, e che le batterie francesi ri"1ccesero una ad una; ed anche quando parla di un nuovo spirito cLrammatico, teatro rotondo a due scene, l'una al centro, l'altra intomo agli spettatori. J.nteressante è il n;iodo di operare di Apollinait·e; egli non salÌve il dramma a tavolino, ma ne cosu·uisce un canevaccio, un. punto cli partenza, ul è poi sul paJcoscenico, insieme agli atfn un dramma interessante di Obey, intitolato Noè, daLOal Vieux Oolombier da Jacques Copeau e la « Compagnie des 15 », gli attori gridavano forte al pubblico degli scorci di azione, che erano come dei simboli; e ciò era lontano da•l .recitare reafotico o cleclamatonio, ma era efficace e teatrale al massimo, come il gergo di pulcinella. Quanto a.Jl'importanza ddla scenografia, essa fu compresa subito fin da!i primi tentativi di P,aul Fon, col Théatre d'Art (1890-1895) che chiamò a cdlla:borare Maunice Denis, Vuillard, ed altri pittori importanti dell'epoca; da Serge Diaghileff, ai nostri « maggi fiorenti-ni », si è più o meno compreso quale elemento s.i•a nello spettacolo quel•lo deHa collaborazione pittorj•ca, meno tuttavia ~n Italia dove il nome del pittore assume, nel cartellone, presso a ,poco l'im,portanza del meccanico addetto al sipario. ••• Non ho inteso passare in rivista tutte le cose interessanti realizx,a.te teatralmente in questo scorcio d!i tempo; altrimenti avrei dovuto parlare di Jean Coctoou e ddle sue adattazioni de1l'antiico (ma tutte riuscite, e secondo me, via pericolosissima) dell'ULisse di Savinio, dei balletti plastici futuristi, ecc .... tuttavia, per ar1dare pit1 avanti non si può non tener conto di tutto ciò, e di quanto Jouvet ha fatto al teatro dei Champs-Elysées, Dullin à l'Atelier, Baty al teatro Mon.tparnasse, Copeau al Vieux Colombier, e in lìne il bravo Pitoeff in vari teatri francesi e svizzeri, e il nostro Petrolini. Ma di rutto questo, più estesamente e criticamente può parlare chi è più al corrente di me. [o volevo soltanto far -rilevare il filo conduttore genera·le, d1e è quello di tutte le forme d'arte moderna, intesa come creazione poetica, trascendenoa.le e surreale, e non come descrizione deHe apparenze visive, e dirò, come conclusione che più si esce da tali apparenze, per entrare nel piano del fanta6tico, più si rnggiunge l'oggeuo a cui è ordinato l'ane teatrale e cioè: creare uno spettacolo, evidentemente uno spettacolo di cui si è trasformato il conceno. GINO SEVERINI VERITA' NEL TEATRO « Non mi parlate della naturalezza di coloro che non vogliono adoperare il linguag8iO ritmico e che davanti al pub• blico chiaccliierauo come a tavola, che esitano, si correggono, ripetouo le parole masticandole. r.ome la punta del sigaro e che Gino Severiui - Scena per "Pufoinella,, di irasform.ano il linguaggio delC autore in una pappa. lo so che Strawiusky eseguita per la -Fenice• di Venezia. l' attore oggi può avere fama di massima naturalezza quando wri, e cioè "icino ai suoi mezzi pratici d'azione, che plasma lo s/Jettacolo. Bisognerà J·ivenire al "cane\'accio ", come ai tempi della « Commedia dell'arte »? E' possibile. E' perciò collegaLOad un rinnovamento del teatro, un rinnovamento dell'arte doll'auore, ed un rinnovamento della scenografia. Fondazione1Ruffil-liForlì' saprà imitare il tono del discorso uormale se non prmnuizia uessuua parola pilÌ ad alta voce delle altre, se si ma11gia le fiuali, balbetta,abbrevi.a, finge tli non poter trovare l'espressione giusta, poi la. ripete due o tre volte, po.ria pPr dieci niiuuti monotonamente per poi accelerare il <li.scorso e giungere più pre• sto alla tirata finale. E il pubblico balordo va in delirio: Dio, che naturolez:.lt ! Si pot,·ehbe cre,lere d'essere a casa propria! Che attore! Non ho Cltpi,to ,iieute, e voi? 31n quanto lui parlato naturalmente!• COQUEUN
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