grnppo leuerario di Roma. (a Franco) A proposito. Dovresti rendermi quel libro suo. Lo vuole Ina. FR. - Potevi dirmelo ogg-i al telefono. DIAN. - Bravo. l\1e ne sono ricordata ora. UNc . (alzandosi) Caspita, sono le sei. .. DIAN. - Per carità! Non. vorrete andarvene. (l'altro accenna di si) Ma via! r;: prestissimo. (saluti, fra le sue proteste. • Allora 111,i telefonate quando volete •. • Volevo salutare la signora•. « e su, la saluto io •, ecc.). SCENA Il. (Pausa: i due giovani si guardano al di là delle candide tazzine). FR. - Ma chi è? Du~. - lJngarelli? Uno scultore, credo. Un amico di mamma. • FR. - Come • credo • . Mi sembra che tu lo conosca bene. DlAN. - lo? .t la prima volta che lo vedo, oggi. FR. - Allora ti i1ùeressa molto. Hai disperatamente insistito perchè rimanesse. U11'altra preghiera, e ci faceva l'ora di tena. Du~. - Pcrchè? t. divertente. Bencht'.! sia molto paesano. FR. - ~fe ne sono accorto. R1i\~ .• Ma è un poveretto, sai. Tira avanLi a SlCll LO, proprio. FR. - Mi pareva impossibile. Qui sono preferili gli arlisti po~'eri. Cosi questo Lhè diventa mecenatismo. D1Ar-:. - Guarda. Che maniera e.legante di ricordarmi che non ti ho chiesto se ne vuoi anche tu. FR.. Grazie. '.'1'o. (smontato) - Attimi di silenzio - D1AN. - Allora? FR.. Raccontami tu qualcosa. Quante diecine di ammiratori e di geni sono venuti 'quassù in questi due giorni? DIAN. - Pcrchè sei venuto così in ritardo? FR. - Sono venuto a piedi. E poi mi son rermato spesso. (Distrattamente maligna, come fingendo 1111a gelosia in. realtà inesistente). DIAN. - Sono belle le ragazze da queste pani. FR. - Semplicemente il tramonto stasera aveva delle suggestioni particolari. Certe svolte, coi cipressi e il muro della stradelta dannunziana ... Bisogna farla a piedi: si sente come una solennità che cresce. quasi fosse l'eco dei passi sulle pietre deserte. D1Ar-.:• Se venivi più presto lo vedevi di lit. (indica il giardino) Di là è pii, bello. FR. . Senza dubbio. (ironico) r;: formidabile il vostro potere di banalizzare tutto quello che vi si mette a Liro. Come la vergine del racconto americano, che inaridiva i fiori col suo alito avvelenato. DIAN •• Dio. Che ironia superiore. Non ti accorgi di quanto sei banale tu in que• gli atteggiamenti? (balle leggermerite la maun acranto ·a sè, sul divano) Vieni a sedere qua. (il tavolino da thè è d'impiccio) Aspetta. Elvira! (compare la cameriera) Porta via. per favore. (sul tavolino c'è una .,-ivista) No, la rivista dammela. (l'Ila in mano. A Efrem) Guarda cosa vuol dire esser celebri. (l'apre e gliela dà) FR. - Cos'è? DIAN. - Oh. Un vecchio numero dell'• lilustrazione dell'artista italiano•. Roba di due anni fa. FR. . (leggendo) « La gio,,anissima e promellente pittrice DianelJa... eh n. Però sci buffissima in questa fotografia. Fondazioné'-'Ruffilii - Forlì DuN. - Vero? Due aoni fa avevo ancora la zaz1cra e i capelli lisci. FR. (la guarda, gunrda la fotografia) Avevi la zazzera, e i capelli lisci... Mah. E io? Due anni fa. Come ero? DuN. - Forse eri meno noioso di ora. FR.• Ma veramente. sono tanto noioso? D1.,N. - Diciamo un po' opprimente. Quan• do ci sei tu sento gelosia dappertutto. FR. - Sbagli: anche se c·è, la mia gelosia è cli quel le assolutamente inerti, che non danno noia altro che a me. Oux. . Ti sembra E invece pesa, pesa ... (pausa) Come si può voler bene a uno che?... Non so. Una specie di Filippo Qu,.rles. Cioè, in parole correnti, un tranquillone. FR. - E a questa riproduzione in ges...:o di Aurora Oudevant? E mi astengo dalle pa• role correnti. Quanto poi al tranquillone... (le si avvicina scivolando sul diva110) DIAN .• Per carità. 1011 vedi? Schiacci Pupetta. FR. • (con un'occhiata· al canino che li divide) Già. Schiaccio Pupetta. (si alza) (A questo punto le battute assumono un tono di sorda concitazione, come se 1111 lontano -odio le animasse). DIAN .• Dove vai? FR.• A guardare il giardino. I cipressi la sera perdono le dimc11sioni. RrAN •• Ma no. Resta qui. (Franco si muovr e si dirige automaticamente verso la pol1rona con alta spalliera) (co'n un grido) Fermati! (Franco si ferma di scattn e si volta verso di lei) FR. - Perchè? DIAN. (controvoglia, con tono sommesso) - Perchè non voglio, che tu vada laggiù. FR. (senw muoversi, fJarlando come sollecitato dall'esterno) • Hai paura' che inciampi nella tua poltrona. (la indica col braccio, senza muovere la testa, e con gli occhi fissi alla ragazza) DuN. - Può darsi. FR.. E pensare che io la distruggerei 1an· to volentieri. lo la odio. • J)rAN.. Che ti ha fatto di male? FR.• Niente. Ma è grande. ~ mostruosa• menle grande ... DIAN. - Così comoda, vuoi dire. FR. (fisso) - ... cosi grande che se uno vi si fosse seduto, ora, noi non lo vedremmo, noi che siamo accanto. Non è terribile? DrAl'.. . Smettila di dire sciocchezze. (con voce quasi normale) Oramai è buio. Cosa vuoi vedere? (Franco ritorna) (ella lo guarda l·iacquelaHi accanto al canino - J>mtsa - poi, con voce di nuovo leggera) Sci un po' ingrassalo, sai? FR. - Valeva la pena che perdessi i cipressi per sentirmi dire questo. 01AN. • t una cosa importante ... FR. (seguen(/o il suo pensiero) - O forse non mi merito assohnamente di più. Jn ventidue anni ho mai fatto niente che superi una valutazione . puramente in chili? Non credo. Neanche tu, del resto: ecco perchè, talvolta mi accorgo che hai le gambe un po' troppo magre. Quanto al mio dramma, che poi è un dramma tremcndamellle nobile. è come "e fosse imperniato fra mc; e... quella famosa poltrona, vedi? Io sono qui, e lì c"è il mio peso, che varia con le fun1io11i quotidiane, colla rasatura della barba e colla pesantezia dei vestiti: ma piucchealtro con le decisioni.. E siccome la melanconia fiorisce sulle decisioni mancale. ne viene che la mia meI la11co11ia è un rispetto islull1vo e cieco per 111i regolare metabolismo. (le parole sono vetro spezzato) E così potremmo ConLinuare... Perchè il cervello lavora: e noi siamo gli eterni pensionanti delle circonvoluzioni... (ride di un riso falso, e, aucom fra riso, scuotendo la testa) È tanto. ridicolo che ti parli di me! 01AN .• t. tanto ridicolo che tu me ne parli ... così. FR. - Perchè. 11 fatto è che credevo di aver già completamente superato la con• rcssione come sfogo. E invece, vedi, ci sto ricadendo... Ma cosa vuoi. Da quando ti conosco mi comporto come un collegiale. Lunghe passeggiate quotidiane o quasi per raggiungere la casa sognata. Amarezze shelleianc in questo male· detto salono, dove tu sei sempre in funzione di una preziosa, con la tua corte di poeti e di artisti. Ricerche funive di un lllO sguardo di cospirazione amorosa, 9tli dove si fanno tanle cospira· zioni letterarie. Ma i woi bellissimi OC· cht devono sorridere a troppa gente . .t già un grave compilo quello di mante· nersi nel tono giusto: una capricciosa leggcreLZa infantile con pause di maturità profonda e senza sesso. Non è vero? Pcrchè tu sfrutti il fascino dei senzaetà... stai sempre o molto al disotto o molto al di sopra dei tuoi venti 'anni,. li ignori, con tutte le loro stupide bellezze. Attenta, però; sono vendicativi. E sono capaci di impianlarti un processo ... DuN. (con tenue ranzonatura) - Ma io non ho paura. Tu mi difenderai... E lU sei tanto bravo a parlare ... FR. (sullo stesso tnno) -E quando avrò persuaso i giudici della tua innocenza ... cosa mi darai in compenso? D1.w. - (c. s.) Non ti basta la soddis[azione della ma abilità oratoria... cosa sei capace di desiderare c1·a1tro? FR. - Bene. (pausa) E... se togliessimo que• sto crne? DIAN. (seuw smettere di fissarlo, da una spinta al c<mitlo, che si nasconde chissà do\'e: fJoi, con provoca1.ione retorica) · Cosa sci capace di desiderare d'allro? FR. (dovrebbe agire: ma la nialinconia fiorisce sulle decisioni mancale) - In ogni caso non J' impossibile .... DIAN. - E da me non si può chiedere che FR. (lro/>Po vicino a lei per imporle solo delle defiuÌziuni) . Si. Non Li ho detto di quella poltrona? (l'indica) Il mio sistema di sofferenze finisce l~t, come sulle coste di una terra proibita ... E tu sei laggiù, che mi guardi come si guarderebbe un naufrago... Non sai che non potrò mai toccare quella terra.. e che se la toccassi sarei morto? (/J(lUSa) DIA'l'. (con uno scal.lo nervoso come liberancJm;i e dandogli un tnez:o schiaUo) - Dio. se lll discorressi meno! SCEi'\A lii. Enlm eia çlestra Ina: ha in braccio un mazzo <li crisantemi IK\ (sulla J1orlfll - Oh! Disturbo? D1A~. - Cara Vieni,. FR. (si alza) - Oh. lna. Buonasera. Non sape\'o che tu fossi qua. DIAN. - Non te l'ho detto? Ina resi.i a rena da me. stasera. INA - Ma come mal ancora al buio? FK. Così. Discorrevamo. DIA~. (g11arda11dolo) - Si. (a !11") ~la tu
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