1f T I M o N E * ,,f/' 0 .__//6/4 /et- 0kàu~e,t-' AD esprimere l'eccellenza sensibile di una ricerca sentimentale si dice: Ritmo; e questa voce accenna ad una memoria scandita, un'armonia di forme e di suoni che si traduce in quell'intimità di stupori e di estasi che è la nostra emozione estetica. Ma questa scoperta ri.,pondenza di un nostro desiderio intellettuale deve trovare le radici della sua validità nei motivi espressi da una decisione spirituale, nell'elezione d'un carattere poetico. Così, noi ritroviamo nell'opera nuova dì ogui regista gli accenti stessi che già 1110.ssero i nostri interessi; e rinnoviamo in essi la condizione d'un nostro giudizio. Ed è questo l'indice di una situazione di arte. Pertanto motivo di conforto critico è stato per me riconoscere anche in questo secondo film di Chiarini i palesi movimenti d'una sua vocazione sentimentale, cui vuole adeguarsi nn sicuro ritmo cinematografico. La sensualità che ispirava la vicenda di "Via delle cinque Inne,,, avvolge anche l'avventura de "La bella addormentata,, ; e come allora si esprime in una nota acre, perchè il suo ambiente è il chiuso circolo di vita (rionale o provinciale) della società italiana, sorretta nelle sue forme spirituali dalla tradizione cattolica; contro cui s'avviva un impeto di ribellione pagana, ma già segnata alla sua condanna dalla coscienza del peccato; e la tragica morte della vittima è in entrambi i casi la fatale conseguenza da NELLA sua n\,ova veste tipografica, mutati magari anche certi aspelli più o meno esteriori della parte redazionale, SPETTACOLO, fedele ali' assunto che l'ha, fino dalla sua nascita dalla vecchia VIA CONSOLARE, informata, vuole continuare ad ospitare le cronache di quegli "Sperimentali ,, che sono i TeatriGuf ed i CineGuf. Vuole continuare più che per seguire una tradizione • che non è di noi giovani assuefarci, ma pinllosto combattere - per affermare quei valori cbe da noi giovani debbono scatnrire non solo attraverso un'attività critica che - fin troppo spiccata - andiamo facendo sui nostri giornali e 1·iviste, ma anche attraverso un'attività creativa e pratica. E quelli cbe di noi creano, in teatro cd in cinema, hanno spesso quei punti che li rendono degni di essere seguiti, hanno sempre quella fede che noi vogliamo documentare. ln questo senso le colonne di SPETTACOLO ospiteranno le cronache dell'opera di q nesti giovaui che saranno le "pezze d' appvggio,, di c1ueUo che gli altri giovani con i !oro saggi, con i loro studi e ~on i loro arti .. coli in altra parte della rivista dimostrano, saranno la manifestazione artistica pratica di un intuito critico precedentemente fissato. 46 FondazioneRuffilli- Forlì d'una colpa, che non si potrà più scontare. La creatura u1aletica (la strozzina rotnana o il uotaio siciliano) e l'ambiente d'una orizzontale spiritualità sono gli elementi che COlllpongono la ,.formula,, di Chiarini, e la sosterranno ancora, com'è assai probabile, 11ella ., Velia,,. Lo sfondo folcloristico, ricostruito con amorosa cura e presentato con signorile discrezione, rileva l'immediato significato umano del film sulla trama cl' una spontanea suggestione fantastica. Di un costun1e schieLtan1ente italiano si riveste perciò la essenza del film di Chiarini.' Ttaliano è il temperamento dei suoi protagonisti, nutrito dalle linfe di una religione ormai coonaturata alla stirpe, acceso dalle passioni manifeste e intransigenti; italiana la figura dei persouaggi nel tratto fisico delle teste bnrne e miti, nella gentilezza innata del portamento; italiana la scena, con l'impronta del nostro genio secolare sui marmi delle chiese e la pietra delle case. Se si avvertono influssi di autori stranieri ormai classici nel vampo della cinematografia, essi riescono ad un "pa• _stiche,,; e io non dubito che Chiarini saprà sempre meglio risoherli in un suo originale ritmo. Ma ricordiamolo, é appunto lo studio attento di un' esperieoza internazionale teorica e pratica, che ha permesso a Chiarini di affermare chiaramente la nostra ispirazione nazionale nel film. Se un elogio deve farsi a Chiarini è piuttosto per la sua cultura che per il suo intuito d' arti~ta. Questo ha un valore che non acqui-· sta significato se non è sosteuuto da un adeguata preparazione intelleuuale. La crisi del nostro cinema è crisi J' intelleuualità ; a fare l'autentico cinema non bastano i registi che anno "Un mestiere,,: perchè occorre ripeterlo ? il Cinema mestiere non è. VITTORIO- FROSJNJ Fra pochi giorni debutterà al Teatro della Pergola di Firenze la Compagnia Nazionale dei G. U. F. di.retta da, Giorgio Venturini. La Compagnia affronta il giudizio del "'grande,, pubblico con un programma oltremodo interessante. Cominciamo coli' accennare ai lavori irnliaoi e stranieri di autori celebri inclusi nel repertorio, quale pietra d.i paragone con quelli delJa giovane scuola. L'Italiano è"' Tl giuoco delle parti,., uno dei più pirandelliani di Luigi. Pirandello, che da molti anni non appare nel repertorio delle Compaguie. Gli stranieri sono Federico Hebbel e Tirso da Molina. Federico Hebbel, Germanico, vissuto neJla prima meLà del secolo scorso; è auLore di quella "'Giudittn,, che fece dire ad Heine che con Hebbel la Ge~mania aveva trovato l'erede di Goethe e Schiller. Il dramma del grande romantico tedesco, che Ja a.. zionale dei G. U. F. ha scelto, è la u ftlririn. 1Haddalena,, che il pubblico italiano ancora non conosce e cbe sarà, una vera scoperta. La '' Marin Maddalena,, di Hebbel, oggi, iu Germania, è ovunque rappresentata a sostenere la concorrenza ed il confronto coi capolavori classici d' ogn j paese. Era quindi giusto che una
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