Dell'opera di Gordon Craig i più (sebbene moltissimi siano quelli che lo citano affiancandolo ai più grandi nomi del teatro mondiale) conoscono pochissimo o niente. E ciò dipende dal fatto che egli, più che un pratico, è sempre stato un teorico. La sua produzione, I I l.,. GORDON CRAIG : Litografie originali per Amleto (inedite) in fatti, è rimasta, per la quasi totalità, sulla carta, allo stadio di disegno, di progetto. E, sempre, in tutti i suoi studi, anche nei più spiccioli, nei suoi fogli ricchi di annotazioni e di dettagli, ha portato una sicurezza di gusto, un segno particolarissimo che di essi, come anche nei minimi dettagli (egli disegnava persino quei particolari che poi all' atto pratico nessuno avrebbe notato) di scena e di costume, demoliva alle basi una mentalità facilona e mercenaria che per la messa in scena di una qualsiasi opera teatrale si avvaleva della fatica tariffata dei fabbricanti in serie di addobbi e di vestiari. Tuttavia furono proprio questo segno felice. questo gusto raffinato che tradirono i suoi intendimenti perchè, pur sussistendo sempre e innegabile la sua presenza teatrale, nocquero al risultato ultimo facendogli dimenticare spessissimo che l' effetto scenico lo si ottiene solo e in grazia di quel materiale che si chiama coi di queste due xilografie, ha fatto delle opere decora- Ltivamente compiute. Ma quando dal bozzetto ha voluto passare alla realizzazione, i suoi splendidi scenari o sono crollati o non si sono potuti costruire. on per questo, però, la sua validità di uomo di teatro vien diminuita. Chè, infatti, opponendo coraggiosamente la scena costruita a quella dei fondali dipinti, pretendendo che uno spettacolo, per essere degno cli tale nome, fosse curalo - oltre che nella recitazione• FondazioneRuffilli- Forlì nomi di spezzato, praticabile, qninta, cantinella, padellone: legno, carta, luce, ecc. ecc.; e che, alla fin dei conti, era proprio questa convenzione che, all' apertura del sipario, avrebbe preso il sopravvento su tutto, contro tutto, schiacciando le sue sottigliezze tonali, il correre felice della sua matita, della sua sgorbia, dei suoi pennelli. GIANNI RATTO 15
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