Spettacolo : Via Consolare - anno III - n. 2-3 - mar.-apr. 1942

·sto fattore viene potenziato al massimo grado; mentre l' altro lo considera come elemento marginafo, -che in alcun modo può incidere .su un grado di emotività derivante dalle più strette particolarità tecni- -che del mezzo. (Circa l'accezione in cui assumere la parola "tecnica,, basterà accennare ad una antitesi tra tecnica e meccanica, la prima identificandosi con l' espressione ·stessa e la seconda non essendo altro che il procedimento pratico di attuazione). Tuttavia, nonostante questa differente proporzionalità di impiego, -è proprio il fattore recitazione quello che impone i più inopportuni confronti tra due mezzi che, di comune, hanno questo solo elemento. Quello che nel teatro ba un valore -del tutto accessorio, vale a dire la cornice scenica entro la quale si inquadra il gioco dell'attore, nel cinema tende verso la più assoluta importanza, costituendo parte del " materiale plastico,, uno dei fattori formativi del film. (Quest'ultima formula è cbiarameure adoperata in un significato nn pò diverso da quello dall' Arnheim). Sul palcoscenico l' attore ba fa. -coltà di accentrare su sè stesso l'attenzione, dato che nel teatro l'elemento costituitivo è sempre la parola ed egli non è altro che un vivente trasformatore della possibi• lità del testo. Il fenomeno teatrale, concepito come concretizzazione di un "fatto,, letterario, solo potenzialmente scenico, propone un problema che potrebbe definirsi, con una -certa larghezza di intenzioni, filologico. Questo lavoro di scavo è fondamentale e dà come risultato un calco entro il quale l'attore può adagiarsi. Nel cinema il procedimento po• trebbe essere -lo stesso, per quanto riguarda la creazione del personaggio, solo che non Lutto questo lavoro passerà sullo schermo, poichè sarà la camera ad orientarsi nel complesso del materiale, scegliendo particolari modi di vedere. Il processo " teatrale,, esiste anche nel .cinema, ma, mentre sul palcoscenico è fine a sè stesso, dinanzi alla macchina da presa questo lavoro non si pone che come un primo iniziale gradino su cui è necessario incominciare a costruire: la recitazione dell' attore deve essere filtrata .attraverso la tecnica che vale a concretarla su un piano specificatamente dnematografico. U Groll nel suo "Film die Unentdeckte Kunst,, riassume questi concetti : Nel film l' espressione artistica viene ottenuta non solo con la recitazione, ma, sopratutto, mediante la forma dell' immagine, la quale non è altro FondazioneRuffilli- Forlì La migl~ore polemica è nella poesia : insegnamenti di una inquadratura "satura,,. (" Per le vie di Parigi,, di Clair) che la traduzione, fatta dalla macchina, di questa recitazione. Dopo un simile corollario ogni ulteriore direzione risulterebbe su una diversa via, rischiando di non incontrare l'autentico nocciolo della questione : infatti, considerato il problema sotto questo angolo visivo, non si impongono ad una più distesa attenzione argomenti validi, in grado di fronteggiarlo. L'utilità di simili conclusioni investe un campo più vasto di quello della astratta speculazione teorica : tra i problemi più vivi del nostro cinema vi è quello complesso dell'attore che non riesce a liberarsi da una serie congenita di fa. cili equivoci: le discussioni sull'opportunità di adoperare attori di teatro si rivelano inutili non esistendo l'attore cinematografico. La piena giustificazione di una simile asserzione può facilmente iuvenirsi nello sviluppo più disteso di accenni fatti in precedenza circa il peso dell' attore nel)' economia generale del film. Già scrittori spe• cializzati hanno toccato un simile punto e le loro riflessioni si sono incontrate più volte: crediamo che tra i primi ad essersi occupati di un simile problema possa annoverarsi Balasz, il quale però pone una certa dubbia distinzione rispetto ali' attore teatrale. Chi, a nostro vedere, lo ha affrontato in maniera più precisa (a parte Stepnn che si è giovato di tutte le argomentazioni precedenti) è stato Richter il quale è giunto a dire • con molta esattezza • che il valore dell'attore non è più grande di quello posseduto da qualsiasi altro oggetto che contribuisca ad accentuare l'espressione del film. La quale affermazione, spostando tutti gli interessi sul "filtro,, (camera), dimostra chiaramente la totale conducibilità dcli' attore di teatro a determinati modi di carattere cinematografico. L' attore si pone co1ne " oggetto ,, e viene ad assu .. mere valore d'espressione solo in quanto una serie di frammenti della sua continuità viene posta in rilievo rispetto ad altri frammenti. Cio che costituisce poi lo specifico cinematografico è la sensibilità attraverso la quale questi particolari frammenti sono prospettati : in altri termini, la possibilità di sottolineare mediante l'inquadratura è il ti• pico elemento formativo del film. on occorre distinguere su Ila recitazione poichè una eventuale specializzazione avverrà direttamente mediante la costruzione cinemato• grafica. Per riassumere potremo rifarci ad una definizioue di Rehlinger che sarebbe definitiva se non avesse un errore di premessa, segnalando due ti pi di attore: L'attore di teatro è il plasmatore della parola poetico-drammatica, l'attore cinematografico è forma dell'espressione ottica ed acutistica. ·Concetto questo che, con la nostra restrizione circa due differenziazioni di un tipo unico, vale perfettamente a sintetizzare in una formula, con sufficiente approssimazione, le più aderenti vedute sulla posizione dell' attore nel film. MARIO LANDI 45

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