DOSTAL61EA·1cCADEffllA DELClnEmA· di 1/lU<jgewJaeo BBi " I promessi sposi ,, di Camerini rappresentano bene l' accademismo, la bellezza inerte e ufficiosa a cui è arrivato il cinema italiano d' oggi, scontando l' enorme peccato della sua mancanza di tirocinio, di errori geniali, di tentativi privati, di movimenti d' avanguardia. Febbri di crescenza e giuochi d'azzardo, cui ha dovuto sottostare ogni forma d'arte moderna specie fìgurativa (e il cinema è un'arte figurativa, almeno inizialmente; anche se oggi, giacchè i fatti provano che il distacco da quello che fu puro cinematografo era una necessità storica, siamo più che mai tentati di credere che tutto è cinema, e che il cinema è tutto: anche letteratura, anche teatro). Il blasone "pittorico ,, (che Camerini ha in comune con Blasetti, e che è una memoria del cinematografo d' una volta, quello che abbiamo detto "puro ,, per comodità e perchè tale sembra ai suoi prematuri teorici) rende anche ai " Prnmessi Sposi,, la sna dignità iniziale, l' onestà e nobiltà della fatica che Ii ha portati avanti : e una minima ;,ena d' ispirazione intermessa e dispersa. (Così, sempre, da noi: il meglio del cinema italiano continua a essere di natura f rammentistica, di un lirismo tenue o di un decorativismo assestato). Quella eh' è incrinata è, al solito, la macchina narrati;,a ; ma è vero, nel caso specifico, che la presenza schiacciante del testo man• zoniano nella memoria degli autori e in quella presunta dello spettatore rendeva da sè, anche a non volerlo, bianchi i trapassi logici ; sicchè lo scherzo di cadere sull'illustrativo e sull'allusivo è toccato proprio al più stringato, meticoloso e persino ozioso narratore del nostro cinema. Doveva pur toccare al pignolo e minuto Camerini di lievemente soccombere sotto le "pose plastiche ,, degli appestati, sotto la grazia ingenua dei paesi serali di cipressi e di campanili. Il lavoro sulle masse (lan~ichenecchi, peste) è bellamente pittorico, è tutto privo di mordente, sempre assestato nei limiti chiusi, invarcabili dell'inquadratura: sicché nemmeno il montaggio più accorto e la musica incalzante di Pizzetti son riusciti a salvare dalla J onda mentale staticità i membri incomunicabili della sequenza non-parlata cui alludiamo : a disciogliere un poco una nell'altra queste perfettissime monadi. Tipico pezzo " da Blasetti ,, : che in quest'ultimo avrebbe uno slancio in avanti fortissimo e compresso, tale da FondazioneRuffilli- Forlì rendere " irregolari ,, fino al punto di giusto disordine anche le più applicate ricerche di composizione e di fotografia. Al contrario riesce benissimo a Camerini di rimuovere in avanti con garbo una sequenza narrativa e dialogica, senza distrazioni pittoriche. Vale a dire che Camerini, il giorno_ che con la pittura sia tratto ad incontrarsi, ne farà un cauto e freddo sperpero, dando una volta tanto ragione allo sbaraglio dell'altro ; e che una belluria estetistica è la segreta aspirazione di ambedue, e che se uno vi si è impegnato, all'altro doveva, e malamente, uscir fuori presto o tardi. (Ma come bello il pittorico notturno e pupazzesco del " Cappello a tre punte ,, ! E come rispettabili tutt~ i ·film narrativi - in primis " Batticuore ,, - dove la segreta aspirazione plastica cedeva al lirico mestiere, mestierissimo ! ) Questa, diremo, psicanalitica rivincita di Blasetti, troppe volte, e assai facilmente !, battuto sul tono della narrazione, è il non ultimo indice della significatività dei " Promessi Sposi ,, rispetto al cinema italiano : un cinema culturalistico, o di dilettanti. Scarsamente di uomini di una vocazione portata prima sul luogo opprimente e necessario dell' artigianato. Diremo meglio, su un piacere tecnico svincolato, agile, disposto persino all'impostura. Ogni arte lo vuole, o lo volle. Ci urgono i significati; o un' estetistica bellezza ornativa. Queste polemiche di contenuto scatenate da un' avido propagandismo parafilosofico (oh la dolce . sufficienza crociana dei maestri nauseatamente assenti ; ma aspettiamo lo spettro vendicativo di Giovanni Verga) o dall'infatuato ricamare dei nostri migliori cineasti di vocazione e di mestiere, già battute sul terreno tuttora ozioso del gusto da qualche letterato accorto e " arrivato ,, alla regìa, saranno finalmente battute del tutto, e si spera, un bel giorno da qualche ragazzo che abbia cominciato trasportando le cassette degli chassis : che abbia provato piacere avvitando le farfalle meccaniche di un cavalletto di fotografo : o che abbia voluto disperatamente recitare, con tutti gli spasimi falsi e incontinenti dell'attore velleitario. Gli " studenti canaglie,, di Montale? Diffidiamo persino di noi stessi, soprattutto di noi stessi : guardiamo assai biecamente i nostri libri, da incrociare sul mestiere sempre " al di qua ,, , sempre con Soldati e Poggioli ; e le nostre macchine a passo ridotto o normale, da incrociare si, una vocazione " artiste ,, del cinema, paraculturale, sempre " al di qua ,, , sempre con Camerini e Blasetti ; guardiamo con attenzione i figli degli operatori e dei macchinisti che giuocano al sole polveroso di Cinecittà e di Tirrenia, i ragazzi dagli alti capelli che non vogliono più della gloria 4-1
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==