PRIMO ATTO Un terrazzo di legno rialzato di poco sul piano di terra. A destra comunica cmi gli Uffici contabili; a sinistra una sca• letta porta a basso. Nello sfondo, a perdila d'occhio, la pianura color verde alga. il cielo è p,ù grigio che celeste. CARLO . (è steso su una sedia a sdraio). RvsrA - (ha una • tuta • gialla e stivaloni alti fin sopra il ginocchio. ~ appoggiato alla ringhiera,. vicino alla scaletta). HHUS - (veste roba leggera, di coloY'e. È. seduto per terra., accanto a Carlo, ma quasi non si vede). KUSl'A - Dovreste parlare di me con l'ingegnc1e. CARLO. (rivoltandosi sulla sedia) Che vuoi? Fammi capire. Questo sonno ... In due parole: che vuoi? RUSPA - Uscir Cuori dalla palude. Ci lavoro da oltre due anni, da quando son venuto. Non ci resisto più. L'umido, capite, l'acqua, ammazza. Vedete come mi son concialo: storto così mi tocca camminare. E l'ingegnere non vuole sentii ragioni. Dice ·che lo si fa per scansar la fatica. CARLO • E che t"importa dell'ingegnere? Domani arriva un ispettore. Parla con lui. RusrA - Domani arriva un ispetore? Allora raspelto al ponte e gli parlo. CARLO • (continuando a rivoltarsi) Sicuro ... sicuro ... :......Ma che ponte? Eh? R usrA - Si, insomma: alla passerella che mette sulla strada. Noi diciamo il ponte. CARLO- L'avete messa su in questi giorni? R t:SPA • l\fa no! t. sempre quella di sette, otto mesi fa. È quasi fradicia. Per andare al porto si deve passare di Il per forza. CARLO- I:: tanto che non vado al porto. Non l'ho vista. (Si solleva 1uz po'). J...;u1Lima ,·olla che sono andato si doveva ancora attraversare la palude con l'acqua fiu qua. RUSPA - Anche adesso l'acqua arriva fin qua. S'è costruita apposta. CARLO . Sicchè in un anno di lavori s'è zappato l'acqua? RUSPA • Mah! L"ingcgnere dice che il livello calerà di colpo appena avranno attivato le nuove tubazioni. ~·fa chi lo sa! G,\RLO - (tornando a stendersi) A voi che. importa? Adesso poi che c'è anche il ponte potete andarvi a divertire al porto quando volete. Dev'essere un momen10. RusPA . Oh, divertirci ... Si, è un momento, ma il più delle volte ci fermiamo sul molo a guardare, semplicemente. Non vogliamo mica spendere. C'è sempre qualche bastimento ancorato: caricano, scaricano. Lì s'imparano le notizie. Può essere che arrivi qulcuno dei nuovi, allora lo si fa pagare. CARLO- Sì, sì, la solita baldoria. RUSPA - Alle volte ci sono gli ammalati che ripanono. I nostri, dico. Li accompagnamo, capite .... 30 Fondazione Ruffilli - Forlì CARLO- Sì, si, i nostri ammalati che ripar• tono. Lo di te a me? Devo tenerne nota per via delle assicurazioni. Una noia. Perchè poi vengon le grane ... Però non li ho mai visti. ~ii passano i nomi, i dati, semp1icemente, per le pratiche Come sono questi ammalati? RUSPA . Eh ... Quando s'imbarcano non si lamentano più: spesso anzi sorridono. ~fa fanno pena lo stesso. Sembra che vadano a morire ... di là; è un'impressione. (Vivo) lo non vorrei partire a quel modo. Vorrei imbarcarmi il mio giorno, a contratto finito, e diritto, sano, capite! Questo non posso Jirlo all'lspeuore. Non mi sta a sentire. E poi l'ispettore dopo due giorni ci sa• Iuta e io avrò a che fare con l'ingegne1c. f.: lui che conta. Dovete aiutarmi. Dire a lui che 1lli tolga per un po' dall'acqua. Perchè, sapete, di tanto in tanto s'incontrano le pozze, e Il si può anche annegare ... CARLO - Annegare in quel fan.go ... RusrA . S'è già dato il caso, ricordate. CARLO - Sì, ricordo. E n0n ci fu verso di trarlo fuori. RUSPA - lo non vorrei fare quella fine! CARLO. E perchè venile da me, proprio da me che non c'entro! C'è anche il Direttore, ve ne siete dimenticato? RUSPA - 1 o, quello non conta più niente. Si sa. si sa. Che conta il Direttore, parlando con buon rispetto? Voi, sì, invece, se volete. Siete anche amico dell"ingegnere. CA~LO . Che c'entro io ... Lo sapevate anche prima che vita era, e ci siete venuti. RUSPA . No, no, non si sa prima; s'immagina, ma non si sa. CARLO - Per questo cominciate a lamentarvi e a fare imbrogli per il vostro tornaconto. RL•SPA- Non faccio la commedia. Credetemi. Il mio male si vede. Basta guardarmi camminare. CARLO. :\1011 dicevo di te. Basta. Ho capito. RusrA (s'avvia) Allora ... ci posso contare ... CARLO - Va. Va. Sta sano. RUSPA • (scende la scaletta). CARLO. (<lo/10w, l1mgo silenzio) Chi se li prende, adesso, i miei giornali? Ht-.RtS - Non arrivano più, signore. _CARLO- Arrivavano, prima. Al mio nome. Com'è? Le navi continuano a venire - hai sentito. HERIS - Signore: i vostri giornali non arrivano più da tanti mesi. C\RLO - Avrò dimenticatO di pagarli ... può darsi. Mah! Che ne facevo poi dei giornali? Solo pcrchè venivano di là ... ALF . (sulllt />orta degli Uffici. Meno di trent'anni. Un volto opaco, timido. Ha in mano un registro) Permettete. La firma. CARLO . È un'ora che aspetto per questa firma! ALF - Scusate. CARLO . Scuso niente. Date qua. (Alf gli porge il registro. Carlo firma) Abitua tevi a non chiedere mai scusa aù a\. cuno quaggiù. (Gli ridà il registro► Avete lavorato tutt'oggi. Ho visto. ALF - Cerco di rendermi conto della situazione. Ho riscontarlo - permettete - un certo disordine. Molta roba in arretrato. Forse il mio predecessore ... E io cerco, appunto ... CARLO. Sì, sì, abbiamo capito: di rendervi conto. Un impulso lodevole. Mi pare però che voi siate di quelli che prendon le cose troppo di petto - no?· ALF (con un sorriso che vuol essere furbo) Almeno nei primi giorni... CARLO . L'avevo ben caj:,ito! Invece qui è questione ... di ritmo. Come in musica. Prendere un ritmo e mantenerlo, essere coslanti. Altrimenti si rischia di esser rimandati a casa. ALF . (confuso) Io... io ho molta buona volontà, ve l'assicuro. E perciò sperodi essere ... di essere costante. CARLO - Costante così? Lavorare ogni giorno, ore e ore, come oggi. sui registri? Ma voi sperate delle cose impossibili, delle cose che non farete! È un brutto male· sperare delle cose impossibili! Lo so, lo so! Vi dico io che cos'è: è la prima ventata di zelo. Si crede che durerà .... (guarda sotto) L1 prima... ventata ... (a Alf sema volgersi) Volete vedere una donna? Guardate? Una ... rarità! (si alza, va alla ringhiera, saluta con. la mano} Chi cerchi? G1:0Ev~• . (da sottp, salendo la scaletta) Vedo una faccia nuova. Vengo a far la conoscenza. CARLO- Jncredibile! Rispetti ancora le buone usanze, tu! (a Alt) Una visita per voi. GINEVRA - (entrando) Sì, sono venuta a vedervi. Au . (impacciato) Grazie. Grazie. GINEVRA - Una semplice c:uriosit<.ì, sapete. Tanto per essere subito sinceri. (a Carlo) Fammelo conoscere. CARLO. Alf. Ragioniere aggiunto. La figlia• ciel Direttore Generale. GINEVRA- (dandogli la mano) Ginevra. C,RLO - Nei primi rnesi tutti s'innamorano 0 di lei. t ormai un'abi!udine. Lei stessa, credo, clcv'csserne annoiata. C1NEVRA- Carlo! C,RLO - Per premunirlo. E gli posso dire anche che sei fidanzata ali' ingegnere \Valter. Forse si sposeranno. Così aln1cno s~ crede . G1NEVRA. (a Alt) Lo semite? Si diverte. CARLO - No: per precisione. E ora ... che ho finito... (ritorna a stendersi sulla setiia a sdraio). G1NE\IRA - (ad Alt) 1on vi s'era ancora visto. Au: - Sono qua da appena quattro giorni. C1NEVRA - ~fc l'ha detto \Valter. CARLO . (a bruciapelo) A Walter piace il ragioniere aggiunto? GINEVRA. (a Alt) Per il momento dice che siete servizievole. C,RLO . Ho capito. A Walter difatti piacciono le persone servizievoli. GINEVRA- lo trovo che siete ancora vestito,
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