Spettacolo : Via Consolare - anno III - n. 2-3 - mar.-apr. 1942

veretti, il quale si inorgoglisce della propria qualifica e tiene a dichiararla a coloro che "più dovrebbero. starne ali' oscuro (" io sono il palo, il nuovo palo ,, ; "io, non mi chiamo Paolo; mi chiamo Luigi, e sono il palo, il pa-lo ,,). E potrebbero moltiplicarsi, gli esempi : sino alla conseguenzialità con la quale il " professore,, di A che servono questi quattrini? capo• volge tutti i fondamenti etici e gnoseologici della vita corrente ; e -da tale capovolgimento trae i mezzi di vita per sè e per i propri amici (I' espediente delle bretelle mandate in assegno nelle case dei morti, come l'ultima " commissione del povero signore ,, : dove I' illogico ha un p·otere purificatore da ogni sospetto di disonesta immoralità) ; e giunge alla in3:ttesa, sbalorditiva, ricchezza finale. Ovvero sino alla casistica giuridica di don Ferdinandc Quagliolo: che è terribilmente coerente nel suo muovere da un presupposto arbitrario, quando pretende per sè, come eredità, la vin- .cita al lotto del proprio commesso: "è stato ·mio padre a suggerirti in sogno i numeri, nella casa che alla sua morte era mia e abitata da me; quindi è a me che egli intendeva rivolgersi ,, . Un ragionamento che ha la precisione apparente del sillogismo. Tu non pensavi che io loico fossi. Pure, se comica è la veste di tale con trasto, le sue conseguenze umane seno spesso dolorose (la ro• vina delle famigli Cuppiello, la morte di Don Luca, l'angoscia che tiene la moglie e la figlio dell' Uomo qttalunque nella notte della sua evasione) ; o è tragica l' atmosfera .in cui sono immersi personaggi ed eventi (la Morte con la sua presenza sinistra, che incombe sopra i casi burleschi di Amori e balestre). Ironia, a questo punto: ironia che comporta un gioco estremamente variò, ricco di sorprese ; una tra• sposizione continua di toni, un di. venire nel quale nasce lo schermo dalla pietà e ali' estremo orizzonte della farsa si profila la tragedia. Si genera il riso dal pianto e il pianto dal riso : come il giorno e la notte del mito antico sono legati gioia e dolore, e scaturiscono 22 FondazioneRuffilli- Forlì l' uno dall'altra. Pensiamo alla vi• cenda dei contrari, quale la espone Socrate vicino a morte nel dialogo platonico. Comica è la fissazione di don Luca Cupiello, il suo amore per il presepio ; non meno della decisa ostilità del figlio, inesorabile nel suo " non mi piace ,, : e alla fine del secondo atto il candore del vecchio, cieco e sordo di fronte alla vita che realmente si svolge attorno a lui, provoca lo scoppio di una accesa e violenta comicità, nello scatenarsi di un colpo di sce• na simile a quelli della più movimentata furia di Labiche. Ma noi ridiamo di qualcosa che ba il po• tere di compiere una · devastazione entro l'animo del protagonista, al quale la catastrofe farsesca rivela quanto fosse insussistente l'edificio dentro al quale egli credt-va di vivere : impallidisce, barcolla, cade don Luca quando si incontrano sotto i suoi occhi quelle situazioni contradditorie che potevono coesistere solo a patto di un assoluto parallelismo. In seno alla farsa è scoppiato il dramma E ce ne accorgiamo al terzo atto quando tro• viamo don Luca moribondo; e ogni sospetto comico si dilegua dinanzi a una scena che è ·soltanto tragica· Ma risorge l'ostinata fissazione del vecchio, con l' eterna domanda ~ivolta al figliolo : se il presepio gli piaccia ; e questi è fermo a suo modo in una specie di punto d' onore che frena nella gola il si con• discendente dettato dal cuore, e lo stronca in un silenzio nel quale il puntiglio vince sul dolore. Mentre con Luca lascia la vita assorto nella visione di un presepio, un pre• sepio " bello, grande ,, , _la nostra commozione è limitata dalla pre• senza di codeste due caparbietà che non cedono neppure dinanzi alla morte e chiariscono nella loro fermezza la propria natura ridicola. Schema estremo, questo di Natale in casa Cupiello; arricchitosi progressivamente (in origine la commedia terminava col secondo atto, e si esauriva nel riso); e in esso le tinte sono più accese, i toni più crudi. Altre volte, la vicenda si ferma sul!' orlo della farsa, alla vigilia della tragedia : la risata • attesa e preveduta • non scoppia frenetica, ma si smorza in sorriso ; il motivo drammatico si compone in patetico conciliazione alla vigilia della catastrofe temuta e apparentemente ineluttabile. La vicenda dell' uomo qualunque, allora : la quale sembra voglia pronunciare una prodistica condanna di certo estremo e sbiadito romanticismo con le sue smanie di evasione. Ma è una condanna che non cela certo pena umana, certa compassionevole solidarietà con la sorte dei personaggi, con le loro illusioni ed 1 loro errori. Gente legata ad un destino ine• sorabilmente fermo, l' uomo qualmiqtte e i suoi compagni ; e vi sono assuefatti, malgrado ogni sofferenza. Ma, ad una volta, un ricordo ; la traccia di nn sogno remoto : e la ribellione scoppia in forme drammatiche da cui è sconvolto quel ritmo, in appa.renza destinato da immutevole sorte. Forme drammatiche delle quali ancora una volta, motivi di simpatia umana spezzano l' orditura ironica nella misura in cui il palese sottolineare gli aspetti ridicoli vale a mitigare un lirismo che minaccia di fiorire sul terreno moralmente più fittizio e artistica• mente più convenzionale. Un triste, sordido caffè al se• condo atto : ritrovo èli comici degradati nello spirito e nel fisico. Però l' amica d' infanzia, l'oggetto dei sogni sognati (una povera cosa anche lei, sbattuta da una vita inesorabile) è stata ritrovata dal pro• tagonista ; e ritorna la filodrammatica degli anni lontani con il colore di una sera irrimediabile : il tempo è stato ritrovato ; fermo, oramai, ad un attimo felice. L' attimo che segnano i versi della Partita a scacchi declamati a due voci, gli occhi. Ha una pelliccia spelata sulle spalle, lei ; e nella mente un inganno; l' uomo veste con la trasandata incuria del buon padre di famiglia ; passa dietro le sue spalle Cinque, l'esecrato com• pagno d' ufficio, l' incubo della sua vita di impiegato e di padre; e i martelliani del Giacosa sono detti male, tanto male. Poi, al terzo atto il dramma-: ansia tormentata di una famiglia ;

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