AMLETO Non so se ve ne ho già parlato; farò come se non lo avessi fatto. Anche se sia storicamente e criticamente dimostrabile, artisticamente non mi vuole andar giù che Shakespeare abbia interrotto il corso, largo e ricco sì, ma ben unitario, del suo dramma con quelle scipite istruzioni di recitazione, generiche, pacifiche e a veder mio stranamente contrastanti con il suo modo di veder la vita e cioè il suo stile ; che l'attore che faceva la parte d'Amleto avesse bisogno di freni e che i-l poeta sia stato costretto a fargli dire quelle parole per levargli la tentazione di eccitarsi, potrà interessare uno studioso e magari mandare in estasi uno di quei critici che vanno pazzi per tali intrusioni di vita reale in un'opera d'arte, ma a me mi urta. Questo particolare puramente contingente, io direi registico, o va abolito o va spie• gato altrimenti. Non dico che si debba trovare un documento che dimostri " apertis verbis ,, che Sh. non la pensava affatto così, o che lo storico principe di Danimarca aveva delle particolari dot_i di regista ..• No. Mi importa soltanto giustificare, sia pure solo senti• mentalmente, soggettivamente, antistoricamente, quel- }' episodio eteroclito e riuscire ad inquadrarlo logica• mente e coerentemente nel complesso così mirabilmente armonico dell'opera d'arte. Così, dimenticata, se non ignorata, ogni nozione storica, e ammesso, ciò che per me è matematico, anche senza documenti, che quello espresso da Amleto ai comici non è l' ideale teatrale di Sh., io vorrei attribuire ad Amleto solo, uomo sofferente, quelle sue parole, spogliandole affatto di qualsiasi significato generale o peggio eterno, e dando loro unicamente quello di rivelazione ennesima di uno stato d' apimo particolare. E la cosa viene o par venire da sè. Il primo atto di Amleto di fronte agli attori, dopo averli benevolmente presi in giro con l'ironia degli affettuosi saluti, è quello di ricordare un diletto artistico veramente provato, è quello di chiedere che gli sia rinnovato : nessuna preoccupazione critica lo trattiene. Non so se io qui cominci la fantasia; non so se quel che segue urterà la tua sensibilità amorosa del semplice. Ma, io, Amleto, ricordai per un certo tempo con una memoria tutta letteraria quel brano della caduta di Troia zeppo di spunti virgiliani ; la prima volta che l'udii, tra Pirro e Amleto sentii porsi una fraternità giuliva e sanguinaria che ritroverò senza pensarci nelFondazioneRuffilli- Forlì • e l l' improvvisa uccisione del barbuto noiosissimo Ciambellano, nell'assalto alla gola dell' oltraggiosamente ululante fratello della bella che non potè esser mia ; ritroverò un giorno e senza pensarci ; ora, subito dopo la rivelazione spaventosa della spaventosa realtà chiaramente sorpresa nell' anima profetica pur senza prove ; ora, nella prostrazione tragica succeduta ·a quel taglio netto che portai ai miei rapporti col mondo per esser atto ad agire, e nell'inabilità ad agire, quel ricordo tutto letterario e lontanamente unanime mi torna come la visione di uno stato di grazia desiderabile, come una fame bisognosa di quella foga arcana che aveva spinto Pirro alla strage : poichè è quasi un bisogno di accecata strage che mi vaneggia nel cuore, perchè invece troppo chiaro vedo e discerno invano cercando l' appoggio della mente. La strage più facile, quella che amorosamente confido non costi che a me, l' ho cominciata strappando da me Ofelia; oltre, sono più gravi problemi che la mia rinnegata felicità. Ho detto questi versi con nostalgia e rimpianto di primitività invidiando dolorosamente : cento li ho detti con un'ansia purgatrice, agitata, con lo sforzo vano di rientrare nella pelle di quella tigre, non li ho potuti domare nè loro, nè me alla mediocre forma della vita perchè testimoni di vita eroica e testimoni in me di un desiderio di potenza che oltrepassa la vita. Ho dato ali' attore l' impegno di seguitare. Non gli ho certo • raccomandato la quietezza dei gesti e dei toni, conti• nuando ad abbeverarmi a quei versi come alla sorgente della vita presente, poichè la vita ragionante non mi offre prosa anche se argomenti. Ho dimenticato, dopo l' interruzione idiota e as• solutamente incomprensiva dell'imbecille Vecchio, di pregare l' attore di passare ad Ecuba, come dovrebbe la battuta, e giunto quasi ali' identificazione sospirata con Pirro, odo venirmi ali' orecchio l' orrore della "Velata regina ,, ... mia madre ! e tutto ricade ormai nella mia cupa realtà dove c'è la madre da non offendere : " la velata regina ,,. Ho interrotto còlto da spavento ; Polonio applaude al verso, senza capire eh' io sono in tutt' altro mondo ; che il piede, la rima, la poesia e il gesto e l' accento di chi la dice sono per me vita, vita vera, tremenda più che reale. In questo primo incontro è stata vissuta così da me una meravigliosa parabola del Teatro: non ho cercato la poesia per misurare i piedi o gustarne i connubi di aggettivi e nomi, ma per ritrovare un deside15
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