Spettacolo : Via Consolare - anno III - n. 1 - dicembre 1941

a cartolina; a sovrimpressioni); anche qui l' interpretazione di Howard e della Bergman travolge nello spe:tatatore valori umani molto più violenti 1 e naturali di quelli contenuti nei personaggi del copione, nella lettera delle battute. Il viso altissimo di Howard chiude un formidabile enigma di pas sionalità puritana, increspandosene appena, come d'un vento partito così da lungi da affiorare soltanto con un cerchio decisivo sullo stagno della maschera intatta. Il volto della Bergman è tntto cinematografo, se i moti del cuore e del sangue ve li puoi veder nascere, se ella non vi trasporta a priori nulla di teatralmente proprio se non un compresso e fortissimo slancio vitale,: una lavagna su cui com pare, tracciato da una mano aspra e commossa, ogni volta con portentosa sorpresa il segno stesso e sempre variabile della vita. L' autore del film, alla fine, resta con Howard e la Bergman un operatore ehe li ha serviti fino ali' invenzione più ispirata: le ombre che trascorrono sul volto della Bergman mentre suona, il buio da cui viene ingoiato Howard ali' ultima battuta nel caffè, ·u bianco del colletto del bambino che lustra mentre egli impietosamente si fa voce della giustizia dinanzi al proprio padre ; rientrano in un Gotha di tecnica e già . di poesia cinematografica. RUGGERO JACOBBI Con molta attenzione abbiamo seguito la trasmissione di Nembo di Massimo Boutempelli, in cui riconoscevamo in partenza una certa radiogenicità, e per il tema fondamentale, e per il suo T.RRAADIOT~ATRO bile con altri se non con se stesso : e intendiamo per Teatro i.I testo idealmente interpretato e realizzato ; mentre d'altro canto la Radio è conciliabile solo con se stessa, ad-co.fiand6- "'hem&.,, e "1.li6-eetlae 9-ei aeJL6-f1,fani,, svolgimen10, proiettato in uno spazio che a teatro dà i suoi effetti, ma che anche alle radio potrebbe conseguire una .qualche validità ernoti va. E, questa distinzione, uno dei punti deboli, e uno degli ostacoli più ardui, nel tentativo di ricostruzione di una estetica della radio : cioè i rapporti tra questa e il teatro, da un punto di vista sostanziale piuttosto che esteriore ed 'apparente. Insomma: è soltanto radiofonicamente valido ciò che si è scritto proprio per la radio, o esiste un mezzo accomodante di adattamento, .quasi un compromesso, con l'opera scritta proprio per il teatro ? C'è d'altro canto chi semplifica la questione, negando alla radio ogni possibilità estetica, e classificandola - se pure • come una sottospecie del teatro, in cui, a somiglianza di questo, padrona è la parola, tanto che non imporla eccessivamente la soppressione del commento visivo e dei valori scenici. Già, secondo questo parere, il teatro; comincia a non avere una preci~a definizione, ma assume una fisonomia all'ingrosso, per cui non si sa più se il commento mimico e fisionomico sia piuttosto traduzione visiva di un fatto spirituale, o un'appendice suggestiv,'i, sì, ma anche sopprimibile, da poter dire teatro a una forma espressiva che per la sua stçssà natura nega la possibilità della traduzione visi va di cui sopra. Non vogliamo del tutto raccogliere alcune ten.• denze ancora in voga in It~lia, tendenze ·che si propongono una valutazione assoluta dello spettacolo, e praticamente impostano ogni problema di regia come proble1;11a di ,::reazione. Ma - tenendo conto di quello che il movimento lascia di vero -· crediamo ad una validità estetica dello spettacolo in funzione di un testo, come tendenza a realizzare quelle possipilità che un testo specializzato indica. Alla radio invece: prima di tutto ogni traduzione è dinamica, è immediata : di scenico non, c'è che il silenzio; secondariamente essa si distingu,e dall' esecuzione musicale, che è traduzione di un contenuto non letterariamente determinato. Insomma il Teatro ci pare u~ gener!'l inconciliaEDIZIONI VIA Sez. Edit. GUF FORLÌ in quella ideale interpretazione e realizzazione di un testo radiofonico. Con tutto questo non intendiamo affatto chiarito il problema principale : che può restare il dubbio della validità estetica di un testo radiofonico, e quindi se sia lecito parlare di Radio con la stessa sicurezza che di Teatro. Basta infatti il carattere dell'invisibilità - inteso in senso positivo - la traduzione dinamica, e il fattore scenico del silenzio a determinare un originale stile, con cui l'artista possa adeguatamente esprimersi? E' questo - ci pare • il compito del criti_co radiofonico: la ricerca analitica di elementi, in vista di un concetto teorico generale. Che qne~to compito sia possibilitato o comunque facilitato dalle comuni trasmissioni, non possiamo in verità dirlo. Di "Nembo,, infatti non ci è rimasta che una osservazione di 'relativa importanza: l'arrivo del nembo; quel vocio affannoso e ovattato di bimbi sommerso dal sordo avanzare del nembo, a poco a poco. L'effetto non era soltanto suggestivo; o meglio: tenendo conto di questa sequenza come parte integrale e necessaria del dramma, quell'effetto, in funzione di un contenuto poetico, di versi_vo senz' altro emotivo. Del resto altre possibilità del genere presentava la realizzazione rediofonica di Nembo, ma il radio-regista non deve essersene nemmeno accorto. Di tante altre cose anzi non deve essersi accorto : tanto che ha messo Becci e Piamonti nelle voci dei protagonisti, tradendo in pieno i personaggi che richievano un adeguato timbro di voce in funzione della loro parte. , E' duro dover discutere così di questioni elementarissime, col rischio di apparire antipatici, e sopratutto tendenziosamente ostili. Ma è certo che la radioregìa italiana è - al momento presente - del tutto impreparata e non potrebbe assolutamente porgere alcun contributo di chiarificazione ; che ·anzi il suo tono poco o niente convinto ha fatto desistt:re i più dal credere alle possibilità artistiche della radio. TURI VASILE Presidenza: RENATO ROSSI · PAOLO SILIMBANI - LIVIO FRATTI . ARMANDO RAVAGLIOLI BRUNO MASOTTI, responsabile Società Tipogrdfica Forliv'ese - Via Flavio Biondo, 5 - A • Telefono 63 - 24 32 FondazioneRuffilli- Forlì

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