'Cronache 1'ra l« secot1da metà di settembre e la prima metà di ottobre li.a avuto luogo al Teatro Quiriuo di Romn uua serie di rappresentazioni dramma.tiche, impostata su un repertorio evidenteme11te ecce;io,,ale almeno nei coofronti di quelli soliti. Gli autori e le rispettive commedie sono stati : Meano, Pinelli, Betti, Fabbri, e • Millesima seco,1,da •, i • Pa,lri etruschi », la • Casa sull'acqua.•, «Orbite». la tendenziosa polemicità di questi nomi risulterebbe chiarissima se ,,on fosse smussata dalla presell:a (/i lWeano e perciò stesso la « stagione ft1eloni •, perchè al regista Nino ftlelon.i è duvuta C inizia• tivc, alt.re che le relative quattro regie, già in. partenza falliva. a un sigriificato preciso. Delle conuneclie altri ha parl<tto più o meno bene (almeno tre di esse appar• teugouo a u,ia certà ci-viltà culturnle e sono degne cli u,ia particolare cousidera• zione), a noi i,wece di una valutazione critica più o meno appro{o,,dita convie,ie, a documentazio,ie di alcuue uostre con• elusioni, ricercore effetti e risultati in un altro senso, quello dello 5pettacolo, o se volete quello della regìa (in questo cciso preferirei una pa,-ola che denunciasse La propria C05a assai più generica.mente). • "1ancata dm,que a. un primo sig,iifico.to di repertorio, poichè lo messinscena era affidata a uu. e regista» e uou ci un so• lito capocomico, ci si attendeva che la piccola stagione si snrebbe individuata .... polemicamente proprio verso una sol u,• ziotie stilistica di spettacolo, cioè che avrebbe qui otten!lt0 quel significato che già le era prima sfuggito. A una certa dista,,za di tenipo, si JJUÒ ben aff'ermare che questa solu:.io11e e questo significato non ci sono stati. J,uanto dallo spettacolo di un • regista » insi5tia,no sulla parola, della at• tuale situa:.ione della nostra scena è Lecito pretendere delle soluzioni tecniche, delle innovazioni pratiche e quanto altro possa significare che il regista lavora implicita• mente, e in ciò st.a proprio la sua neces• sità storica, <id un. ri,u10vame11to anzi ad un. rifacimento completo dello stile spet· tacolistico, mira cioè all'eliminazione del• la vecchia retorica che ancora ci affligge. No,1, è detto ,1,aturalmertte che questo noioso linguaggio, questa nuova poetica scenica ci debba essere o.i'erta immedia• tamente e definitivamente voglio dire in " Il marinaio Flip ,, di Teatro alcuni risultati essenziali, basterà che il tentativo, l' iute,uione, lo sforzo, almeno per adesso, tend~uti ad 6.'ISa siatio chiari, la ricerca sia so.i'erta :ml serio. E' stato dato di vedere infatti alcuni giovani registi che pur tra compromessi ed errori s0110 riusciti acl otlfuiere effetti e risultati importanti nel loro valore di indica:.ion.e. (Sembra che i valori di que• sti amii si esauriscano nell' iuclicazioue). Basterà anche che uno spettacolo sia brutto purchè sia r'ovinato da una pro• grammaticità l' imposta;ione sia essa te• cnica o di contenuto. Que5to eleme11to di volontà e di intelligen;a è a uostro modest.o avviso, ap• punto quello degli spettacoli della stagione del Quiri,io. Uno degli scopi P.iù vicini e, incre• dibile a dirsi, più nuovi del regista è qu.e. llo di capire, mercè una sua i,ifonna• zione culturale il carattere del testo e di situarlo nella sua giusta posi;iou.e storica e letteraria. Il che equivale a dire, di comprendere in semplicissimi termiti.i uma• ni quello che l' opera di teatro vuol espri• mere. In base a questa sua accezione del testo poi rendel'e approssimativamente quest'ultimo sulla scena. Dico scopo vicino percliè non è detto che un testo ricopra tutte le possibilità psicologiche di uno spett.acolo e il regista può andare oltre il testo. { E questo è uno scopo assai più lon• u,no). E' i.nfatti opiuiou.e conuuie che la ci• viltà ultima dello spettacolo, quella del capocomico assai rarameute, per questio"i di 1Hitura culturale, pratica, morale, è riuscita a «interpretare», come si dice, il testo drammatico. (Meglio sarebbe dire che un simile problema uon se l' è mai mai posto). Esempi di questa irrelativiuì con il testo si hanno numerosissimi, celebri e registrati nelle cronache, magari assai calorosamente. Tipico quello degli • Spettri• di Jbse,i dove causa Zacco,ii il clramma ceutrale ''°'' è più della ·madre ma del figlio. ftfa questo è mi esempio limite, quasi sen;a data, perchè auche allora, A,uoioe che preparava al e: Teatro libero • questo dramma si meravigliava della strana ver• sio11e che 11e davano gli attori italiani. Per riportarci a tempi più modenii, si ricorderà La ctiriosa farsn delf Otello offertaci l'anno scorso da Reuzo Ricci. di M. Luciani - Teatro-Guf Milano· Regìa di A. Gagliardelli (atto 3°) Certo sm,o casi morbosi ma sono frequenti ancora oggi: freq1,e11tissi1ni poi so,io i casi di incomprensione media. Quelli cioè i,i cui, almeno appore11.temente il t.esto sembra rispettato. Esattamente quanto è accaduto al Quirino. A parte Meano dove mancando wu, giustifica:ione spirituale man.ca il termine necessario per una regìa, gli altri tre spettacoli sono stati preparati a55ai approssimativamente. ln Pinelli battute di intonaziot1e sbagliata, in Betti personaggi calcati fino ai travisamento, in Fabbri mancanza assolula di un'atmosfera sce• uica. E ,ion sono che i difetti più evi• denti. Il peggio è natural,ne,u.e nella ge,,.ericitd df!lla caratteri:ztuione e SO· pratutto nella assenza cli una qual• siasi weltanschaung come principio infor• matore. Conclttde,ulo, mentre è da plaudire l'iniziativa di rappresentare Lavori ,ion. usi a veder le scen.e è necessario fare al• cune riserve sul modo come essa è stata condotta, col quale, og"i ambi:.iosa pre• messa è stata miseramente tradita. G. A. lLAlPl·CU~ e TREVISO. Il Teatro-Guf ba allestito uno spettacolo presentando due novità: " La clessidra,, di WHliam Butler Yeats (la traduzione e la regìa è stata curata da Agar Pampanini) e " Anagrafe,, di Andrea Cason, per la regia dell'autore. La sceuo• grafia è stata di Leo Usai. La rappresenta• zioue d.i notevole interesse sperimentale e culturale, allestita con semplicità e buon gusto, ha ottenuto un buon successo di pubblico. • MILANO. li Teatro-Guf non esaurisce negli spettacoli la sua ragion d'essere e Ja sua attività, difatti nell'anno XJX prima di iniziare la serie delle rappresentazioni, ha voluto avvicinare il pubblico ad un ciclo di convegni ove si sono tenute brevi conferenze per illustrare le finalità cuJtu• mli, tecniche od artistiche del Teatro-Guf. Sempre per lo stesso motivo ha allestito una mostra di scenografia e di costumi, e sta costituendo una biblioteca teatrale. Il repertorio rappresentato, con successo di critica e di pubblico, è stato il seguente: " Rosarìo " di De Roberto (regìa Gagliardelli) • " Il battiparwi " e " li vecchio guerriero ,, NO giapponesi (regia di Rebo• ra) - " Orfeo,, di Poliziano (regia Colombo) • "La gaia morte,, Jevrieinoc (regìa Peonisi) - " Il marinaio Flip" di Luciani (regia Gagliardelli) • "Il giardirro dei Ciliegi.,, di Cecov (regìa Calati•Fanoli) • " La Giara,, di Pirandello (regia Valsecchi) • "I pini cantano,, Nò giapponese (regìa Gagliardelli) • " La fiaba,, di Goetz (regia Gagliardelli) La stagione per I' Anno XX, che si inaugurerà nel novembre 1941, compren• derà la rappresentazione di cinque novità di giovani autori e opere italiane, tedesche, spagnole, croate, giapponesi, ungheresi. La compagnia stabile del Teatro-Guf di :a.tilano è composta da una ventina di elementi, tra filodrammatici e attori uni• versitari. E' da augurarsi che nella prossima stagione gli elementi filodrammatici sia,1,0 • nel complesso degli attori del Teatro-guf di Milano • solo uri' eccezione (N. d. R.).
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