ATTO TERZO La stessa scena, nelle luci di un'alba luminosa e tersa. Davanti al capanno sta se• duto, scarmigliato e semi vestito, Cirillo Pinferi. Dirimpetto al padre siede Bosco. CIRILLO P1NFERI: Che ora fa il mauino? Bosco (tace, assorto). CIRILLO P1NFERI: Mi pare mollo preslo. Bosco (volge verso il padre un volto estatico, illuminato da un grande sorriso). C1RILLOP1NFERi: Mi pare molto presto. Bosco: Oh, si, è molto presto. CIRILLO PINFERI: C'è ancora la prima nebbia nei solchi. Bosco (con un largo sorriso): f. una bella giornata. Lunga pausa. CIRILLO P1NFERI: Che cosa fai, Bosco? Bosco; Ho 1rovato la terra molle d'una tana di talpa, e mi provavo a scovarla. CIRILLO PINFERI: La trovi? Bosco (con un sorriso felice): Oh, noi Pmtsa. CIRILLO P1NFER1: Dove siamo? Bosco (lo guarda, il largo sorriso sul volto, in silenzio). CIRILLO PtNFERI: Non sono questi i campi ciel Querceto? Bosco: Questi? Oh, no. CIRILLO PINFERI (scuote la testa, e si soffrega In fronte e gli occhi). Breve silenzio. C1R1LLOP1NFER1: Che bosco è allora, quello che scintilla là in fondo, dietro qu~lla nebbia? nosco: t l'Abetaia. CIRILLO P1NFER1 (stordito): L'Abetaia! Breve silenzio. CIRILLO PJNFERI: Cosl lontani, siamo! t per questo che c'è tanto silenzio. Bosco: Anche perchè è appena l'alba. Pausa. CIRILLO PrNFF.RI: Siamo soli, tu ed io? Bosco: Sì. CtRtLLO !'INFERI (brusco, ostile): Com'è che sci qui? Bosco (tace). C1R1LLO PINFERI (cofJYendosi quasi istitiva• meni.e col mantello di Bosco): Che cosa fai, tu, qui? Ilosco (sorrideudo): Se tu sei contento, io n1i sposo. CIRILLO PINFERI: Ah? Pausa. ,CIRILLOPlNFERI: Tu ti vuoi sposare? Bosco: Se tu sci contento. CIRILLO P1NFER1:Questo si sa. Chi vuoi spo• sare? Bosco (con U7l larghissimo sorriso): Oliva. Pausa. CIRILLO P1NFERt: Ora torna a casa. Breve sile11zio. CIRILLO PtNFERr: Quanti anni hai? Bosco: Ventiquattro. Breve silenzio. .CIRILLO P1NFERI: Tu mi sci nato Ull mal• tino d'agosto. Tua madre ha gridato con quanta voce aveva in corpo tutta la notte, e l'hanno sentita per tutta la strada. Fondazione Ruffilli - Forlì Alle quattro del mauino, tu sei nato: ed io c'ero. Pausa. C1RILLOP1NFERI: Così, vuoi mettere al mon• do dei figli? Bosco: lo vorrei sposare Oliva. CIRILLO PINFERI: t la stessa cosa. La tieni per te un anno, e poi ecco che ti arriva il primo figlio. Tu sei fatto di sangue ricco. Bosco: Anche Oliva. CIRILLO P1NFERI (dopo un attimo): Anche Oliva, si. Suo padre non ha avuto figli maschi, ma lo conosco dalla sua gioventù. È un gagliardo. Bosco: E Oliva? C1R1LLO1'1NFER1: Oliva? Breve silenzio. CIRILLO PINFt:RI: Ti vuole sposare, Oliva? Bosco: Oh, sii CIRILLO PrNFERI: Quando, te l'ha detto? Bosco: Questa noue. CIRILLO P1NFER1 (s01Tide1ldo): Ah, bene. (serio): Oliva la conosco bene, e mi piace. Oliva i figli ce li farà buoni. Bosco: Posso sposarla? CIRILLO PINFERI: Se la vuoi, sposala. Bosco (lum.inoso): Grazie. Lunga pausa. Bosco (alzandosi): Allora, io vado a dirglielo. CIRILLO P1NFERt (stirando le lunghe braccia); Adelio Bosco. (si alza). Bosco: Addio, papà. (esce). C1R1LLOP1NFER1 (rii.lo in piedi, si allarga, si stira come uno spaventapasseri. E grida): Bella mauina, eh? LA VOCE DEL CACCIATOREB: ella mattina! CIRILLO PtNFERI: Oh, dove andate? IL CACCIATOREV: ò per questi campi. (e7ltra). CIRILLO PtNFERt: Andate alle allodole? Jr.. CACCIATORE:Vado alle allodole, con lo specchietto. E voi, che ci fate, quassù, cosl di buon mattino? CIRILLO P1NFERI (un po' brnsco): Conto le formiche. IL CACCIATORE (ridendo}: O quante ne avete contate? CIRILLO P1NFER1 (brusco): Io ne ho contate... (si ripreu<.le, si tira i baffi, soruìone): li fatto è che ne ho conlate cen• tornila. h. CACCIATOREFCorse è per questo che avete codesto voi to. C1R11.o.1 P1NFERT:Che volt.o vi pare che abbia? IL CACCIATOREV: olete vedervi?. (gli porge il cono a specchietti per le allodole). CIRILLO PINFERI: Sono brutto, ma brutto davvero stamane. Ho la tesla come una campana, e non so bene se sono già sveglio. IL CACCIATOREO: ra che il sole va i11 allo, Iutto passa. CIRILLO P1NFt:RI (brontolando): Non passa, non passa. IL CACCIATOREE: voi. risciacquatevi la faccia. C1R1LLOP1NFER1: Con cht? h. CACCIATORE: È ancora tutto pieno di rugiada. C1RILLO P1NFERI: Avete ragione. (passa le mtmi sulle canne ciel capa.11110 1 e le porta al volto) È poca, ma è fresca. IL CACCIATOREC: ome vi pare, adesso? CIRILLO PINF.ERI: La testa mi gira. IL CACCIATOREV: olete che ve lo elica? Avete scritto in fronte una bisboccia. CIRILLOPINFERI (sorride, sornione): Vi pare? IL CACCIATOREE: cornei CIRILLO PtNFERt (estroso): Bene, non è male per noi uomini divertirci qualche voi· ta, con questa gente da poco che sta nel le osterie e che sa farci ridere. Quel che importa, è scrollarsi di dosso il vino e i compagni di osteria, e tirare avanti. IL CACCIATOREM: a la testa, gira. C1Rl'LLOP1NFRR1: La testa mi gira, disse il - lupo alla volpe quando fu bastonato. E tu lasciala girare, gli rispose la volpe che non le aveva prese. Guardate, guardate.- come si levano, stamane le allodole. IL CACCIATORE (armando il fucile); Sono tutte in alto, ci provo un colpo? CtRILLO PtNFERI: O che! Sono troppo lontane, e voi non avete il mio fucile. IL CACCIATOREC: om "è il vostro fucile? CIRILLO P1NFERI (raccogliendolo accanto al caf,anno): Ora ve lo mostro. (lo inibrac~ eia, lo palleggia con gesti secchi, milita1·eschi): Eccolo. Canna damasco. IL CACCIATOREC: he calibro? C1R1LLOPINFERI: Calibro dodici. IL CACCIATORE: A quanto coglie? CIRILLO P1NFER1 (mirando): Coi pallettoni, a cinquanta metri. IL CACCIATORE: E con il piombo piccolo? CtRILLQ PINFERI (con sprezzo): Oh, io non lo uso. IL CACCIATORE: E perchè mai? CIRILLO PINFERI: Perchè non c'è gusto a cogliere il bersaglio con un rosone largo quanto l"orologio della torre. Coi pallettoni, è una caccia vera, da uomini. IL CACCIATOREP: uò essere vero. CIRILLO PINFERI: t vero sicuro. IL CACCIATOREA: llora, non verreste a cac· dare con me? C1R1LLOl'INFERI (sorridendo): Subito? lt CACCIATORFS.:i, subito. CIRILLO P1NFER1 (serio): Da che parte prendele? JL CACCIATORI-V::ado verso il poggio. CIRILLO P1NFER1: t lontano. Il. CACCIATORET: emete di stancarvi? C1R1LLO P1NFERI (risentito; palleggiando lo schiopf,,,}: Non mi pare il caso. Han fatta pili strada le mie gambe, che gli stivali delle sette leghe. IL CACCIATORE:Dico per dire. CIRILLO P1NFERI: Bene, ve lo credo. IL CACCIATORED: unque: CIRILLO P1NFER1: È un bel percorso. Ci sono cene macchie da banditi, tutte irte, che portano via la pelle; e le lepri, a volte, ti schizzano fuori, di dietro un tronco bruciato che paiono pa11e di colubrina. IL CACCIATOREC: he ne dite, del calcio che fa I;\ dentro, col sole alto? C,RILLO P1NFER1 (ridendo forte): Oh, si soffoca, come nella foresta vergine. Ma quan25
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==