Spettacolo : Via Consolare - anno III - n. 1 - dicembre 1941

SECONOOGIOVANE:O cosa ti prende? FELICE (forte): Che diavolo v'è venuto in mcnLe di nascondere mio padre sotto quel capanno? L'uo~w: Io non l'ho nascosLo affatto; ci si è· messo da sè, là sotto, e io l'ho trovalo così. FELICE (abbassando a poco a poco la voce): Non dico di no; ma intanto vi sieLe postato costù, che sembrate di guardia ad una tomba, e più nessuno osa alzare la voce. (avvicinandosi adagio): Come dorme? SECONOOGIOVANE: Come dormono tutti. L'uOJ\.·10: O quasi. FELICE (arreslandosi): Che cosa vuol dire, o quasi? L'uo,w: Quell'altro, è vostro fratello? SECONDOGIOVANE:No. t corsa a cercarlo Oliva, la figlia di Michele. FELICE: Ora verrà; ma ci sono io; e io non ho paura di niente, e so fare. Che cosa vuol dire, o quasi? L'UOMO (lace). SECONDOGIOVANE (alzando la lanlerna): Eccolo. Breve silenzio. FELICE: Com'è bianco e magro! TERZO GIOVANE:Dove s'è fatta quella gran cicatrice che ha sotto il costato? FELICE (inginocchiandosi): lo non sapevo che l'avesse. QUARTOGIOVANET: u non vuoi dirlo. FELICE: No, io lo direi; ma non l'ho mai visto così. Forse, qualcosa che gli è successo quando non ero ancora nato. PRIMOGIOVANE:Guarda, qui ci sono i suoi abiti. FELICE: Ma perchè s'è spogliato così? L'uo,10: Eh, chi lo sa; forse il gran caldo del vino, o il desiderio di dormire sulla terra come suo padre l'ha fatto; quando ha preso per i campi, e s'è trovato in questo mio capanno tanto lontano e soliLario1 s'è Lolto ciò che aveva indosso ed è rimasto così. FELICE: Povero papà. SECONDOGIOVANE:Perchè? quando volle enLrarc nel non suo. TERZOGIOVANE:Che fu, questo? L'uoMo: Fu, che gli spini gli si appresero ai panni, e gli fecero un taglio netto proprio qui. Non se ne avvide, e giunse in paese con il fondo dei calzoni aperto come una finesLra. (Risa). TERZO GIOVANE:E che avvenne allora? L'UOMO: Avvenne che la moglie sua, nel vedere le brache del suo uomo cosi guaste, allraverso quella finestra lo trattò· col manico della granala. (Risa). PRIMOGIOVANE:Orsù, andiamo. SECONDOGIOVANE: Il fallo è che non si ha voglia di cari,carsi quel fardello, in una nolle calda come questa. QUARTOGIOVANE:Accendete un po' le lampade, o se no non si vede a Lirarlo fuori. SECONOOGIOVANE:Ora accendiamo. (Tttlle le lampade, ad ttna ad una, si accendono). TERZO GIOVANE:S'ha da caricarlo? Entra in silenzio il Primo giovane, con FELICE: Perchè. QUARTOGIOVANE: E voi ,daLeci una mano. una l{L1n,padaaccesa. TERZO GIOVANE: Andiamo, sLa' queLO, che -A lunghi passi ondeggianti, entra Bosoo, ansante ed irsuto, sporco di terra. Oliva lo segue. FELICE: Vieni avanti, LU e fammi luce. Perchè non dite niente? L'uo,-10: E questo, è vostro fratello? FELtcE: No, non è mio fratello. Sta male? L'UOMO: E che volete che stia male? Dorme al cielo sereno su questa terra umida e calda. Guardate: le spighe abbandonate sono già tutte in fermenLo. Entrano altri due Giovani, uno dei quali reca sulla spalla una corla scala. TERZOGIOVANE:Avete un pezzo di fune? L'UOMO: Sissignore, per servirla. -QUARTOGIOVANE:Questa scala s'è scardinata un poco; e bisogna rinforzarla prima di porvelo sopra. L'UOMO: Sissignore: ora ~i dò una mano. FELICE: Porla avanti la tua lampada, ch'io non vedo dove metto i piedi. PRIMO GIOVANE:Ora vediamo com'è postalo. Ma se voi, caro il mio uomo, non vi moveLc. non ci si vede nulla. L'UOMO: Sissignore, bo capilo. Se permetlete, è vostro fratello? fEL1CE: No, non è mio fratello. L'UOMO: Io, a dir la verità, ho mandato a chiamare voi e vostro fratello. FELICE: Voi mi fate impazzire. Che cosa c'è, là dietro? Perchè non ci lasciate vedere? L'UOMO: lo non so se debbo dirlo. TERW GIOVANE:Andiamo, non fateci perdere tempo, che vien tardi. L'uoMo: Anche voi avete ragione, sissignore; m.a io credevo che ci venissero soltanto i suoi figli. Io ho fatto quel che dovevo, a mia idea; e ora che ci siete voi, io lo rimetto nelle mani vostre, vostro padre che dorme là sotto, se posso dirlo, cosi, tutto nudo. FELICE (sbigottito): Tutto nudo! Mormorio di risa. Breve pausa. PRIMO GIOVANE. (avanzando): Ora vediamo. FELICE: Voglio vedere anch'io. FondazioneRuffilli- Forlì non soffre, sai. FELICE: Pcrchè è proprio un uomo come gli ahri, e un giorno morirà. L'UOMO: lo credo d1:c per quesLo appunto s'è gellato qui sollo: perchè nessuno lo vedesse così. Pausa. FELICE (alzandosi, smarrilo): Ed ora, che si fa? Breve silenzio. PRIMO GIOVANE (appiccando la lucerna al trave del capanno): Ora lo si porta a casa, di certo. FELICE: Si, è vero? SECONDOGIOVANE (grallandosi la nuca): Mi ha l'aria di pesar parecchio, così lungo ed ossuto. FELICE (che si aggira smarrilo, accendendo e spegnendo nervosamente la lampada): Voglio aiutare anch'io. Io so fare molto bene. TERZO GIOVANE: o che ti prende. con CO· desta voce? QUARTO GIOVANE:Lascialo a noi, e statti queto, che non è nulla. SECONDOGIOVANE:Lascia di tormentare codesta lampada.o me la guasti. Vattene a casa, Felice. PRIMO GIOVANE:Lascialo a noi, e vattene a casa. FELICE: Si, è vero! Ora vado. Io non so ... Io vado a casa. (esce di corsa). (Mormorio di risa). TERZOGIOVANE:O badiamo a noi, che si fa tardi. Per dove s'ha da passare? SECONDOGIOVANE: lo direi di prendere per ]a scorciatoia. L'UOMO: Non ci possono passare, perchè è chiusa in fondo da una siepe .. SECONDOGIOVANE:E noi la si scavalca. L'uoMo: Non vi dò questo consiglio, sapete. t una siepe alta e spinosa, e rischiate di restare come restò Lello, il fornaio, Bosco (si arresta, sco11cerlato dalle luci, guardandosi attorno co,i la mano tesa sugli occhi). PRIMOGIOVANE:O Bosco, buona sera. TERZO c1ovANE: Mi par di vederlo, quel donnone baffuLo menar la scopa sul mariLo piccolino coi calzoni rotti. Risa. TERZOGIOVANE:O di dove esci, Bosco, che sei sporco di Lena fin nei capelli? Bosco: Sono ca.scalo due volle. QUARTOGIOVANE: t così buio, quasstì. Bosco: No; è perchè ho le gambe un poco sLorle, e non so correre bene. Mormorio di risa.. Bosco (sottovoce ad Oliva): Diteglielo voi, che se ne vadano via tutti, e che ci resti solo Felice. OLIVA: Ora lo dico. SECONOOGIOVANE:Accoslale codesla scala. PRJMOGJOVA~E:Chi ~ con te, Bosco? OLIVA: Sono io, Oliva. Buona sera. TERZO GIOVANE:Oliva? Tutti si arrestano. QUARTOGIOVANE (sorridendo): Questa è buffa. Come s'ha da fare? PRtM0 GIOVANE:Non è posto per voi, Oliva. TERZO GIOVANE: È meglio che ritorniate a casa. OLIVA: No, perchè? Uomini ubbriachi ne ho già visti, e io non ho paura. QUARTOGIOVANE:Non è questo. PRIMOGIOVANE:Vieni qua, Bosco; senu. Bosco: Che cosa c'è? PRIMOGIOCANE:Diglielo tu che se ne vada, perchè... (gli mormora qualcosa all'orecchio): Hai capito? Bosco (che non ha capito, spolverandosi la giubba): Ah. OLIVA: Che cosa c'è, che io non posso sentire? SECONDOGIOVANE:Non c'è nulla. Che dia23

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