GALLOREBucuo: Perchè? CIRILLO P1NFER1: Perchè no. Con te mi piace scherzare; ma andare a cena assieme è un'altra cosa. GALLOREnucuo: Non si scherza mai bene come a tavola. CIRILLO PINFER1 (ride). GALLO REBucL10: ~ buono, questo tuo sigaro. lo poi, davanti all'Orso, ci passo ora. Se vuoi, ordino Ja cena. CIRILLO PrNFERI (ridendo): Non ti parreb• be vero. GALLORrnucuo: Queste cose buone, se non me le pagate voi che avete denari, arrivo al giorno della mia morte senza goderle. IL CANNECCIA'l'ORE (comparendo sulla stra• da): Signor Geometra! CIRILLO P1NFER1: Che cosa vuoi? IL CAlINECCIATORE:Tanto vi ho cercato) CIRILLO PINFERi: Sapevi pure che ero qui. Che cosa vuoi dirmi? IL CANNEGGIATORE: Sono venuto a dirvi che la notte scorsa, pare i mietitori, hanno portato via tutto dal frutteto del signor Chiolino. Ora, badate al ,•ostro questa notte, che è cosi solitario. CIRILLOPINFERI ( balzando in piedi): Tu vai in casa, e preparami il fucile, quello da caccia. IL CANNECCIATORE:Sissignore. Vado subito. CIRILLO PINFERI: Ora finisco, e torno. Sei capace ad armare le cartucce? Quelle a piombo grosso. IL CANNF.CCIATORE: Sissignore, ho capito. (esce rapidamente). CIRILLO PrNFERI: Questa notte non mi tolgo dal capanno. Via, vattene, che ho da lavorare. GALLO REBUCLIO (allontanandosi): Passi la notte nel capanno? Bella notte, da cac• datore. CIRILLO PINFERI: Sicuro bella notte. (ritto in j,iedi, con voce squillante): Ohè, Bosco! Ohè, Felice! GALLO R.EBucuo (scender1do): Notte di guerra: io passo ad ordinare Ja cena al• l'Orso. CIRILLOP1NFER1 (co,i un'ampia vigorosa risata): Cena da cacciatore! Galoppai GALLOR.EBuGuo: A questa sera, con la luna piena! Addio! CIRILLOPrNFERI (tuonando, trionfale): Ohè, Bosco! Ohè, Felice! TELA ATTO SECONDO Un'ampia distesa di campi sotto il cielo stellato. A si11istra, un basso capanno di paglia che mostra di sbieco la sua nera apertura triangolare. Entrano due vagabondi. PRIMOVACAIIONDO:Sai tu in che paese siamo? SEOONDOVACAIIONDO: Io non lo so. PRJMO VAGABONDO:Non sai neanche come si chiami quel villaggio di cui vediamo le luci là in fondo? SECONDOVACAIIONDO:Non lo so, davvero. 22 FondazioneRuffilli- Forlì PRIMO VAGABONDO:Domattina lo chiederemo alla prima persona che incontreremo sulla strada. SECONDO VAGABONDO: Tauto, che cosa impor• ta? Noi non abbiamo nulla da fare, nè in quel paese nè in un altro, perchè tuo padre è lontano, e il mio nessuno potrà mai dirmi chi è. PRIMO VAGABONDO:Tu sbagli: un giorno lo saprai. SEOONDOVAGABONDO:E quando? PRIMO VAGABONDO:Il giorno del Giudizio; perchè uno solo è stato, fra tutti gli uomini che son vissuti da quando mondo è mondo; e là lo ritroverai. SECONDOVACABON~->: · Là dove? PBIMO YACABONDO: Là dove si terrà il Giudizio. SEOONllO'YACABONDO: Come lo immagini, quel posto? . PRIMO VAGABONDO: Al mio paese ci sono cer• te montagne, chiamale La Cristalliera; io me lo figuro così. SECONDOVAGABONDO:Cosl, come? PRIMO VAGABONDO: Come quelle montagne. SECONDO VAGABONDO: Ma io non le ho viste mai. PRIMO VAGABONDO: Se tu le avessi viste, non r chiederesti altro. SECONDO VAGABONDO: Bene, io non me lo fi. guro nè cosl nè in altro modo, perchè per ora non importa nulla nè a te nè a me. PRIMO VACAIIONDO:Anche questo è vero. SEOONDOVAGABONDO: Io credo che qui passeremo la notte assai bene. PRIMO VACA.BONDO:Che è quella? Una topaia, o il casotto di un cane? SECONDO VAGABONDO: Potrebbe essere il rifu• gio di quella faina che è sgusciata nei solchi dianzi. PRIMO VACAIIONDO:Se è cosl, le daremo lo sfratto. È capace abbastanza da ripararci tutti e due dalla rugiada. SECONDOVACABONllO:Hopl Hopt Hopl PRIMO VACAIIONOO:Nulla s'è mosso. Pure, io vedo qualcosa. SECONDOVAGABONDO:Toh! Son le gambe di un uomo! PPIMO VAGABONDO: t morto? SECONDO VAGABONDO: Se i morti russano, que• sto è morto di certo. lo direi piuttosto che è ubbriaco. PRIMO VAGABONDO: Lo credo io pure; ma ora mc ne accerto. In fondo, compare nel buio un Uomo, appoggiato ad un alto bastone. L'UOMO: Olà Che cosa fate attorno a codesto capanno? PRllllO VACAIIONDO: Questo è il padrone del campo! SECONDO VAGABONDO:Gambe, compagno! (fuggono). L'uoMo (raccoglie una :olla, e la scaglia alle loro spalle): Bricconi! (scende verso il capan,io): Un attimo m'ero scostato, e quelli, poco poco, mi portavano via anche l'uomo. Son come le volpi, costoro. sgusciano dappertutto, che paiono le ombre dei morti. La figura di un giovane sorge di dietro il capa11110. lL GIOVANE: È qui che dorme ubbriaco il geometra Cirillo Pinferi? L'uoMo: Per l'appunto. Chi lo cerca? IL GIOVANE:·Suo figlio. L'UOMO: E voi, di dove siete passato, che non vi ho visto prima? lL· c1ovANE: Ho attraversato il campo; ma è noue buia. (scompare). L'UOMO: Che Dio vi benedica. Entra Felice, seguito dal secondo giovane, che reca una lanter11a. FELICE: Tu gettavi il dieci di quadri e Oliva passava. lo ero sul punto di un bel gioco, ma di un bel gioco davvero, quando ci hanno chiamati. Peccato. SECONDO GIOVANE: Siamo giunti, mi pare. FELICE: Era proprio un gioco ... E qui, dove siamo? L'uo~io: Questo è appunto il mio campo. FELICE: Chi ha parlato? ·L'UOMO: lo. FELICE: O dove siete, che non vi vedo bene? L'UOMO: Sono qui, accanto al capanno. FEL1ce: Ora vi vedo. Che luogo buio! Come siamo giunti fin qui? IL c1OVANE: Camminando. ~fa tu hai sem• pre parlato. FELICE: Di che? Ah, si: del gioco. L'uoMo: Voi siete il figlio? FELICE: Sono il figlio, si. (sottovoce, al compagno): Dov'è mio padre? L'UOMO: Vostro padre è là, sotto quel ca• panno. FEL1CE: Come avete fatto a sentirmi? L'UOMO: E che volelc che non si senta? Siamo come soli al mondo, quassù. F.EucE: E dunque, chi l'ha trovato, in mez• zo a questi campi? L'uo~10: L'ho trovato io; e davvero, se io non passavo, quassù non ci vengono che le volpi e le faine a far l'amore e basta, FELICE: E come avete fauo? L'UOMO: Ho fatto, d1e il campo è mio; e così, girandolo in lungo e in largo, mi sono imbattuto in quel paio di piedi che vedete sbucar fuori del capanno. FELICE: lo non ti vedo. SECONDOGIOVANE:Perchè parli sottovoce? FELICE (forte): Ora giungeranno gli altri, e lo porteremo a casa. L'UOMO: Come credete. FELICE (movendosi adagio verso il capan110): Che cosa fa? L'uoMo: Dorme. FELICE: Parla, dormendo? L'UOMO: A volte. FELICE (arrestandosi): Parla? Di che cosa, parla? L'UOMO (sorrider1do): Eh, chi lo sai Chi sa che cosa resta, quando si è ubbriachi, e dove si viaggia. FELICE (s11smltando): Mi pare che s'è mos• so qualcosa, dietro il capanno. L'uoMo: Sarà stata una nouola. FELICE: Zitto! Parlate sollo voce! L'uoMo (rider1do): Se è questo, non sentirebbe il cannone.
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