teatro 11gli affreschi delle sacre volte nelle chiese); Ferdinando Galli Bibiena, che progettò il Filarmonico di Verona, lasciando anch'egli un trattato dei più completi di prospettiva m·chitetton-ica e scenografica, indirizzato ai giovani dove insegnava, per primo, la n'uova teoria della prospet· tiva d' angolo. Frattanto coi macchinismi teatrali, vere e ins0spettate invenzioni tecniche, il Bernini, il Vigarani ed il To· relli contribuirono mediante la loro fertile immaginazione a destare nelle folle l'interesse e la passione del teatro e ciò in grazia di quel senso della sorpresa, del meraviglioso, del• lo spett•colare che formano l'essenza stessi rlel te11tri. LA REAZIO E 'EOCLASSICA ROMANTICA. IL PAESISMO E IL MANIERISMO. Se l'ottocentesco periodo neoclassico-romantico non riuscì a tener dietro all'insuperato 600 e 700 italiano esso d'altra parte fu testimone dalJ' a tfermarsi delle teorie e delle opere di quei grandi scenografi oltre i nostri confini. Infatti nei teatri di corte e. delle città europee di Francia, della Germania, dell' Inghilterra, del Portogallo, della Russia, della Spagna e dell' Ungheria, le ardimentose e geniali decorazioni e i macchini~mi teatrali dei nostri, furono ricercate, contese, esaltate. Dopo fu la reazione neoclnssica- ,·omantica che diede la sua fisonomia al nuovo secolo. Le qrti avevano subito un collasso sentimentale. Il classicismo prima, e il romanticismo poi, si fusero e confusero in una specie di nostalgico dolorisrno. ·GJi eroi del mondo antico uscirono dai templi ali' aperto e sotto nuove spoglie andarono errando in cerca di se stessi. Fece,·o colazione sull' e1·ba, e poi scomparirono. Rimase la natura, il paesaggio. Da questo travestimento campestre, da questa catarsi lirica del mondo esteriore, 'nacque • nelle arti plastiche • la passione per il naturalismo, il paesismo, il manierismo. La nascita della pittura di paese segnò la morte della scenografia architettonica. Il pi ttoric.ismo paesistico e il colore, si erano sostituiti alle leggi prospettirhe e all'architettura. Dalla ragione al sentimento. Lo spirito romantico, e con questo quelle degli scenografi ottocenteschi, si aggirava nostalgicamente tra ruderi abbandonati e foreste composite, fra valli e castell.i anonimi. Poggi e ruscelli, ponti malfermi e sass{, rupi ed elementi dirocati erano i soggetti preferiti degli scenografi di allora. Il tiralinee del prospettico era stato rimpiazzato dalla pennellessa e dalla pennellata a macchia del paesista scenografo. La teoria della lttce dell'illusionismo era entrata sotto le volte del teatro. L'impressionismo, indirettamente, aveva, dei seguaci negli animatori del clima scenico, mentre la tecnica del palcoscenico era rimasta immutata. Il colore, la luce, lo spazio, erano penetrati fra le quinte architettoniche uscendo dalle mani di Pietro Gonzaga, il maestro inc<,ntrastato nel neoclassicismo e del romanticismo scenografico. Egli era riuscito e perpetuare, ancora una volta, con le proprie opere la gloriosa generazione dei suoi grandi predecessori ; e riassumendo e potenziando le caratteristiche del suo secolo aveva saputo determinare la fine ed il principio di un epoca di uno stile. Dopo i primi vibranti accenti paesistici di Pietro Gonzaga, con i forti abbattimenti di luce e di ombre, e le prime ardite apparizioni di un acceso cromatismo (sintomatico per quell' epoca perchè in aperto contrasto con il linearismo formale architettonico quasi in colore delle scene secentesche e settecentesche) la scenografia cade in un labile ecclettismo senza nome. .!!'rutti della reazione dovuta al mutato aspetto dell' ufficio teatrale, che passò dalle mani dei Principi a quelle degli impresari. La speculazione allontanò definitivamente l' arte e gli artisti della scenotecnica dal teatro. La musica si installò sul podio direttoriale e_la proga sul palcoscenico. Lo spettacolo visivo era stato detronizzato. Non pertanto il mestiere era rimasto nelle mani di alcuni coraggiosi scenografi del!' 800; e se le loro fughe prospettiche t> i loro templi non potevano affiancarsi agli originali dei Bibiena, dei Piranesi o del Gonzaga, si vedeva il desiderio di eccellere nella monumentalità di maniera con il naturalismo della pittura di paese. La specializzazione che la produzione teatrale andava sempre più assumendo, nella lirica e nella prosa, e l'imperante predominio dell' elemento speculazione nella direzione degli spettacoli, infirmarono sempre più le libere aspirazioni degli scenografi della fine del secolo XIX. Un manieri.,mo, avulso di ogni personalità, penetrò nei retroscena dei teatri come negli studi degli scenografi, permeando qualsiasi possibilità creatrice. Si voleva il verismo spin/o ad ogni costo, condito di archeologismo, di bizantinismo, di goticismo, di neoclassicismo e sopratutto di rigattierismo. Da questa reazione a basso ngime, da questo bric a brac dell'ultimo ottacento e dei primissimi del novecento, cosa poteva nascere se non una nuova rivoluzione? Questo ci offre materia di commento in un prosbimo articolo. ENRICO PRAMPOLINI Taddeo Caddi. Esempio dei " L,wghi deputati ,,. Foto ALINARI)
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==