E' l' inizio del Rinascimento che una nuova lnce riporta il teatro ali' aperto. E' allora che vediamo nei cortili, nelle piazze e nei giardini, svolgersi cortei e giuochi, tornei e trionfi. Verso la fine del secolo XV, l' illusionismo ottico della scenica del teatro classico r0mano e di quello sacro mediovale, si concretizza nelh, scienza prospettica. E' in quell' epoca rinascimentale che si rivela in tutta., la sua ampiezza l' affermazione di uno stile • della scenogrnfia italiana -. Tale rivoluzione tecnica si deve sopratutto allo sviluppo di un principio scientifico innestatosi felicemente e arditamente nel feuomeno artistico. Il genio indagatore e inventivo dei nostri grandi Plastici della Rinascenza, ha saputo con opere insigni, universalmente note, innalzare xi più alti fastigi della storia la :icenografia italianx, influenzando per secoli artisti e tecnici del teatro d'ogni continente. La prospetti va lineare tc1 professata dai nostri maggiori pittori, scultori ed architetti, (Giotto ne fu un anticipatore) ma poi tutti ne usarono ed abusarono, aff,iscinati dall' illusionismo ottico, da questa ,rnatomia della realtà a tre dimensioni, da questo sublime, parlldosso di dare una veste artistica ad una regola scientifica. Quale arie se non la scenografia, poteva raggiungere la sua più alta espressione vitRle frll l'immanenza dei principi prospettici e la trascendenza delle invenzioni formali? La finzione scenica trovò così in questo nuovo linguaggio la sua grammatica, la sua sintassi e sopratutto la sua poesia. Sono di questo periodo le regole di Baldassare Peruzzi che abbandc,na la pittura per la scenografia e per l' architettura. Raffaello fa le scene dei Suppositi dell' Ariosto alla corte di Leone X, il Serlio, primo trattatista, getta le basi della prospettiva scenografica di cui fu uno dei massimi. cultori ; Andrea Palladio e lo Scamozzi eceano una vera e propria architettura teatrale e scenografica nel teatro di Sabionetta e ali' Olimpico di Verona. Nascono allora gli ingegni, reali e ingegnose macchine teatrali a sorpresa. In ~neste creazioni eccellono i Brunelleschi, il Genra, Pellegrino da Udine, il Mantegna e tanti altri artisti che fanno stupire, con le loro Apparizioni mitiche e allegoriche, e FondazioneRuffilli- Forlì i loro trionfi, le folle attonite alle corti dei Papi e dei Principi dei Duchi e Signori dell'epoca. LA FINZIONE PROSPETTICA, ARCHITETTO ICA ALLA BASE DEL PERIODO AUREO DELLA SCENOGRAFIA ITALIA A. Il Rinascimento - periodo aureo per tutte le arti italiane• storicamente ha avuto la sua importanza anche per le_ arti sceniche quale preparatore - con lo studio approfondito della prospettiva lineare e dei tecnicismf degli ingegni - dell' aureo periodo della scenografia seicentesca e settacentesca. Con il Seicento si schiude la grande èra della scenografia m·chitettonica, che è stata e rimarrà la più feconda e rappresentativa del mondo. La produzione tel\trllle aveva anch' essa arricchito le sue forme d' espressione: dalla tragedia classica, al dramma pastorale, dalla nascita della commedia dell' arte a quella del melodramma, dallio intromesse ai balletti. L' arte scenica aveva buon gioco. Assistiamo inf>1tti, dagli albori del 600 al crepuscolo del 700, ad una continua e superba apparizione di astri di prima grandezza. Ci cimen teremo a citare i nomi, perchè troppo vasto sarebbe il tema se si volesse illustrare, anche succintamente, il poderoso apporto dato da ciascuno di questi maestri, dai loro scolari e dalle numerose scuole che fiorirono a Bologna, a Venezia, a Firenze e a Milano. Fra i maggiori ecco primeggiate, il Torelli, il Burnacini, i fratelli Parigi, Andrea Pozzo, la dinastia dei sei Bibiena, il Bernini, e nel 700 il Servandoni, i tre Galliari di Andorno il Piranesi e infine il Gonzaga ultimo epigone del 700 e I' antesignano del neoclassicismo. Tecnicamente, in quei secoli, la scena e le macchine, il palcoscenico ed il teatro acquistano un carattere e una fisonomia complessa, ric"a sostanziale e definitiva. La rivoluzione è in atto. Già nel 500 il palcoscenico avev~ subito dei mutamenti con l' abolizione del la scena fissa mu1·ata e le case I\Vevano sostituito i luoghi deputati, ma è nel 600 che le innovazioni tee niche per operi\ degli architetti, pit• tori, scenografi e macchinisti raggiungono risultati sorprendenti. Nel secolo XVII siamo già infatti, ai teatri con i palchetti, al boccasce na chiuso, al p>tlcoscenico con ribalta e piano inclinato, alle quinte prospettkhe a fuga (nobili e girevoli), ai fvndali e principali avvolgib'li, alle parapettate e spezzati di soffitta; e tutto ciò rimarrà nel teatro contemporaneo. Nel!' 1trcuitettura delle costruzioni teatrali e sceniche gli -artisti che portano un contributo decisivo furono: Padre Andre>t Pozzo, con il suo trattato di p,·otpettiva, e con la sua teoria del .,otto in .,u, (la su>1i.rruen• te fantasia gli consenta di passare ,1gevol menie dll Ile scene rrofonu del Vincenzo Scamozzi (1552-1616). La prospettiva delia Scena: Teatro Olimpico di Verona. (Foto ALINARI)
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