dai Meiaioger in poi, in relazione alla di• versità dei caratteri cronachistici. con un adeguamento intenzionale e non spontaneo. Nei Meininger tuttavia teoricamente e praticamente le esigenze caratteristiche del teatro, eia artistiche che sociali, ci sembra oiaoo state soddisfatte ben di rado. Dai Meininger, al teatro libero di Antoine: una vaga progres8ione, per ora ; null' altro che lo sperdersi di inefficaci poetiche, non disgiunto però dall'attualizzarsi dei processi indispe,n&abili alle funzionalità artistiche nei riguardi dell' epoca (come contem• poraneità di situazioni). Dinanzi ad ogni problematica d' eatetica, si affaccia il risol• versi complesso, multanime e perennemente indefinibile dell' arte nella realtà. Q\Ù non siamo tenuti ad affrontarne che le cronache, nel loro unico residuo in ciò che la me• moria apporta alle debolezze del presente. La realtà, nei confronti almeno dell'arte, non è un passato, non è un già esistente, ma un esistere orgauicizzato di interessi etici, cioè di passioni, e cioè un presente che di continuo si determina ad un'azione decisiva (lo Stanislawski sostiene di essere giunto nei suoi momenti migliori non a recitare ma a vivere. sulla scena, dimenticando appunto di recitare. Pretesa eufficentemente ingenua ed affettuosa. Evidentemente Stanislawski non si è mai accorto come sia inerente, anzi fondamentale alla '_'.ila possedere la pienezza di un atteggiamento etico, crearsi un personaggio ; e così si cancellano, ai fini della giustizia di un'analisi psicÒlogica le possibili distinzioni tra vita ed arte ; oppure ce ne t'Ìmane una sola : l'attore, nei confronti dell'uomo comune, dichiaratamente e liberamente propone la propria sincerità, e se ne rende responsabile integralmente). In effetti la realtà come istante, come atto di vita, viene continuamente misconosciuta dalle poetiche cosidette realistiche. Difatti proprio alla realtà finisce col rifarei la descrittività compiuta e vissuta senza scampo dall'arte. 1\fa troppo chiaramente ci risulta che i naturalismi, ed i.I natura. lismo di Antoine, erano voluti ed erano utili solo a mascherare la violenza di una lotta politica. Si mascherarono supponendc., forse, in genere, che una simiJe decisa ete• ronomia nuocesse aUa giustizia appunto dell'analisi, e sfuggendo loro in qual modo l'arte, senza tradirsi, e senza cedere, potesse immettersi con un apporto decisivo nello svolgimento del reale, e quindi anche nella realtà sociale: non riuscendo alla loro mente teorica di giungere aUa convinzione indispensabile di questa partecipazione decisiva dell' arte alla vita dell' individuo e del popolo, in qualsiasi sua possibilità, come libero avvenimento ; non come uno sfogo, come la falsità di una sostituzione, ma come l'interiore meditazione che in quanto determinatrice ininterrotta del nostro atteg• giameoto, lo eticizza, e quindi lo rende anche sociale. Antoine non intese tutto questo che nelle sue accezioni più superficiali, e queste accezioni realizzò solo a tratti. Evidentemente, desiderava ricostruire 8 Fondazione Ruffilli - Forlì Il deciso orientamento e la specializzazione della nostra runsta per lo spettacolo non può troppo meravigliare quanti vecchi amici ricordano fin dai primi numeri di " Via Consolare ,, il nostro interessamento costante per le cose della scena e quel nostro voler inserire gli interrogativi morali e organizzati,.,i dello spettacolo italiano sul terreno· della politica educativa e sociale. A definire meglio tale orientamento e ad incitare ancor più tale interesse, " Via Consolare ,, diventa ora " Spettacolo ,,. I teatriguf (e con essi i cineguf e i nascenti radioguf) nati da un notevole fenomeno di fervore delle nuove leve culturali per l'arte della ribalta e dello schermo e delle onde eteree, trovano così, per ,.,olere della Segreteria centrale dei Guf e delle Direzione generale per il Teatro, il loro organo appassionato ed adeguato, nato dalla loro stessa fede e dal medesimo afflato di poesia. Inutile dire che " Spettacolo ,, non è per un gruppo o per dei gruppi. È di tutti coloro che hanno pensieri e parole; ospiterà le cronache, alimenterà le polemiche e presenterà al grande pubblico il meglio dei nostri tentativi. Pur non potendo mancare un criterio di selezione e una norma d' indirizzo • tanto per stabilire un punto, il nostro punto - esso sarà largo e cordiale con quanti • documenti alla mano • trovassero pure da dissentire. Comunicazioni e collaborazione (gradite le f otÒ) vanno indirizzate all'ufficio corrispondenze e cronache di "Spettacolo,, - Sede Littoria, Forlì. I.a realtà, facendo della realtà la storia peg• giore. dei vani risentimenti umani; credeva nell'ampiezza e nelJa dignità di una memoria, tanto da divenirne succube. Voleva appunto che i personaggi recitassero suggestionati non dal banale il che avrebbe avuto una portata - come ci indica Paulhan - di troppo superiore ai suoi brevi circuiti psicologici - ma da quelle scene che si pongono a prima vista tra le più importanti, fra le culminanti dtlla vita - e su questa facilità di illazioni, costruire la cosidetta sintesi che ancora adesso tutti si affrettano a definire caratteristica dell'arte, ed in particolare dell'arte di teatro. L' Antoine non si è mai accorto che una scelta così fatta, almeno nelle sue cause volute, nella sua poetica, fosse un errore, non solo, ma uno spostarsi definitivamente condannato, ap• punto in quanto distinzione dove non si può e non si deve distinguere - fra la vita e il teatro • e scelta dove non si può scegliere, ma solo stabilire e promuovere e condurre a termine· la vita. Infirmate così le sue maggiori posizioni teoriche, l' esperienza di Autoine ci resta utile a suo malgrado, solo perchè, sia pure entro certi li• miti, la sua scena ha il dono di porsi direttamente, per la prima volta senza a.usilio di miti, ma con pienezza di sentimenti, in favore di certe supreme istanze. delle nostre istanze sociaJi. Direttamente, e di conseguenza, nelle sole contingenze giornaliere, verso il banale nelle sue angosciose preoccupazioni, nella sua seusibiliLà di passioni ; il migliore progetto scenico, quello che dal banale ci conduce satiricamente e tragicamente alla socialità del popolo: ed io questo tentarlo Autoine ci )ascia il migliore dei suoi sforzi non un insegnamento, ma un affetto. vrro PANDOLFI Ecco il repertorio del Teatroguf di Roma per l'anno X X. Riportiamo altresì le parole di introdu:io11e che si poS$Ono leggere nel programmma del suddetto teatro. Questo primo spettacolo del Teatroguf del1' Urbe è da considerarsi come introduzione ad un repertorio polemico e di questo contiene, nella sua composizione, gll elementi. SI tratta Infatti di Individuare un teatro lta• llano valido sul piano dell' arte, con una precisione che potrebbe apparire sempllclstlca, ma è critica e comunqnepositiva. t l'ora di smetterla con le giovanili polemiche contro Il II teatro di cassetta,.; esso non è UA problema e come teatro non esiste. Ed è pur l'ora di non Insistere su un teatro genericamente chiamato "di poeala,. o antiborghese, o del giovani da contrapporglisi. In questo momento nel Teatro Italiano cl sono degli uomiAI che qualcosa hanno dato, e non sono affatto tramontati e nei problemi posti e In una certa validità letteraria t e ci sono del giovani I quali ricercano una strada e non I' hann9 ancora del tutto trovata. Un teatro di valorl quindi e un teatro di tendenze. È tempo di dichiarare che noi puntiamo su gli autori che rappresenteremo quest'anno e di loro soltanto terremo conto. È tempo di ritrovare una strada. IL CARTELLONE PERL'ANNOXX LA FUGA di Rossodi S. Secondo (novità) ALL'USCITA di Luigi Pirandello NOSTRADEA (to atto) di Massimo Bontempelli FRANA ALLO SCALONORD di Ugo Botti LA DONNA DI NESSUNO di C. V. Ludovici INNOCENZA DI CORIOLANdOi Stefano Landl NEMBO di Massimo Bontempelli IL PADRE NUDO di Tullio Pinelll (nov111iJ LA LIBRERIA DEL SOLE di Diego Fabbri !novità) ASSURDO di Siro Angeli (nowltlo)
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