Il Socialismo - Anno III - n. 24 - 10 febbraio 1905
374 IL SOCIALISMO degli avvenimenti di Pietroburgo 1 cominciò ad eccitarsi 1 a dar segni di solidarietà istintiva. Però è stato il partito socialista che ha saputo dare alla tempesta de11e masse la loro vera espressione, il motto d'ordine nella politica, l'indirizzo netto e cosciente. Considerata nel suo complesso, la rivoluzione russa fin dal giorno dopf> la strage del· 22 gennaio ebbe lo spiccato carattere d'una sollevazione di classe del pro– letariato. L'eco appunto, che la rivolta di Pietroburgo trovò immediatamente in altre regioni e in altri centri industriali della Russia è la miglior prova del fatto che a Pietroburgo non si trattava d'un1 isolata, cieca e disperata rivolta d'una singola classe d'operai - come ne avvengono di tempo in tempo diverse e sanguinose fra i contadini - ma della manifestazione di un fermento e di aspirazioni comuni agli operai industriali di tutto l'impero. Dacchè questo esiste, non s'era veduto un atto così dichiarato e cosciente di solidarietà, e notisi, cli solidarietà fQ/itica della c1asse operaia nelle varie città e regioni della Russia. Neppure la festa ciel 1. maggio, che pure esercitò tanta influenza in Russia, è riuscita a suscitare una manifestazione collettiva che possa esser menomamente paragonata ali' odierna. Solo la necessità della lotta immediata ha potuto darle vita d'un subito, e dimo– strare che la classe lavoratrice nell'impero dello 1,ar non rappresenta ormai più un concetto astratto o un aggregato meccanico cli gruppi proletari isolati con in– teressi uguali ed aspirazioni parallele, ma un tutto orga– nico capace di agire, una classe pQ/itica con volontà comune e comune coscienza di classe. Dalle lotte dtl– l'ultima settimana in poi, nel vasto dominio dello zar non esistono più operai russi disseminati qua e l?t, a nord, a sud, ad occidente; proletari israeliti, polacchi che tentano scuotere le comuni catene ognun per sè: di fronte allo zarismo sta oggi un'unica, serrata falange proletaria, che cogli immensi sacrifici compiuti ha dimostrato di aver saputo attraversare la politica di ogni governo dispotico • divide et impera . e che col sangue versato, ben meglio che con tutte le conven• zioni fucinate nei segreti conciliaboli di partiti, ha ce• mentato se stessa in un'unica classe rivoluzionaria. In ciò consiste il valore duraturo dell'ultima setti– mana di gennaio, che fa epoca nella storia del prolt– tariato internazionale e delle sue lotte per la propria emancipazione. Per la prima volta il proletariato russo s'è affacciato alla scena politica in qualità cli potenza indipendente, e nel macello del 22 gennaio ha ricevuto il suo storico battesimo di sangue, come un dl il pro– letariato parigino nelle stragi di giugno; ed è entrato, membro nuovo ed attivo, nella famiglia internazionale del proletariato combattente. Che questo fatto imponente non esista per il lette– rato borghese reclamante a suon di gran cassa la libe– razione di :Massimo Gorki, è piì:1che naturale. E se ci vogliamo esilarare con le grottesche capriole dell'intel– ligenza borghese dinanzi al dramma storico della Newa, lo troveremo nella loro forma più genuina in quella parte della stampa borghese che gareggia coi telegrammi di Trepoff nel dimostrare come due e due fanno quattro che l'attuale condizione politica della Russia « corri– sponde perfettamente ai bisogni del1a massa », vuol ria– bilitare in faccia al mondo i <e poveri » operai di Pie– troburgo mistificati dai <e demagoghi ,, , dipingendoli quali fedeli e devote pecorelle del gregge zarista, e che il correre di 2000 proletari verso la morte per amor cli libertà dichiara essere un giuoco d1 fronte alla insurre– zione di So anni fa, ne11aquale perfino « ufficiali della Guardia imperiale avrebbero proc1amato la repubblica)>. Cervelli borghesi normali, anche nel loro tempo mi– gliore, non eran fatti per comprendere la grandiosità storica delle lotte proletarie: figuriamoci poi i cervelli nani dell'odierna borghesia decadente! Anche per il Socialismo internazionale, del resto 1 la sollevazione del proletariato russo è un fenomeno che esso ha bisogno d'assimilarsi. Noi tutti, per quanto pos– siamo esser giunti a pensare dialetticamente, rimaniamo, per quel che riguarda i nostri immediati stati di co– scienza, degli incorreggibili metafisici attaccati come ostriche al concetto dell' iQ.m1Utabilità delle cose. E quantunque siamo il partito del progress0, pure ogni sana porzione di progresso compiutasi invisibilmente e che ad un tratto ci vediamo dinanzi quale fatto com– piuto, costituisce per noi una sorpresa alla quale il nostro cervello ha bisogno d 1 3:bituarsi. Nell'immaginazione di piì:1d'un socialista. dell'Eu– ropa occidentale il proletario russo è sempre ancora il mu.gick, il contadino dai lunghi capelli color lino, dalle ciocie e dalla faccia di cretino, venuto ieri sol– tanto dalla campagna in città, straniero, estraneo alla civiltà delle moderne capitali. Non ci siamo accorti del come sotto la cappa di piombo dell'assolutismo si sia venuto compiendo l'ele– vamento morale ed intellettuale del proletariato russo, per mezzo del capitalismo e poi grazie alla propaganda socialista; come il mugiclt di ieri si sia trasformato nel proletario della grande città, intelligente, asse– tato di sapere, entusiasta, pronto alla lotta, pieno di no– bile amor proprio. E tenuto conto che la propaganda socialist.i, propriamente detta, non ha che 15 anni di vita, che il primo tentativo d'una lotta economica col– lettiva non data che dal 1896, bisogna riconoscere che l'opera corrosiva del progresso sociale s'è compiuta con una velocità sbalorditoria. Tutte le nebbie furono squar– ciate e spazzate via dalla burrasca proletaria, e là dove ieri pareva ergersi, spettro desolante, la rocca forte dello statu quo rigido, inflessibile, tante volte secolare, oggi ci si presenta alla vista un paese scosso, convulso per lotte modernissime, e dal quale s'irradia un chiarore di fiamma sull'intero mondo borghe.;e. E' una bella lezione di ottimismo rivoluzionario, quella che ci viene impartita dagli avvenimenti di Pie– troburgo. Attraverso a mille ostacoli, attraverso ai ba– luardi del medioevo, e pur mancando tutte le condi– zioni della moderna vita sociale e politica, la bronzea legge dell'evoluzione capitalistica si afferma vittoriosa– mente nella nascita, nello sviluppo, nella coscienza del proletariato. E' solo negli scoppii vulcanici delle rivo– luzioni che si manifesta quanto rapido e profondo sia stato il lavorio del tarlo roditore.
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