Il Socialismo - Anno III - n. 24 - 10 febbraio 1905
IL SOCIALISMO zione dell'unità dd partito e l'obbligo della disci– plina negli atti da parte dei suoi ·componenti, sia colla maggioranza data al mio ordine del giorno, distante dai due estremi dell'ultra riformismo e del– l'ultra rivoluzionarismo. La nostra Rivista, così, ha raggiunto la sua meta, e cessa le sue pubblicazioni, non perchè non sia necessariocontinuare la 'difesa e la diffusione quotidiana di queste idee e criteri tattici, ma perchè a questa difesa e diffusione fui chiamato, dalla forza degli eventi, in altro campo piè, efficace cd attivo: la direzione dell'Avanti quotidiano. Assunta, nel maggio 1903, la direzione dell'Avanti - da mc raccolto moribondo - ho dovuto, per sal– varlo, dare ad esso tutte le mie forze ed il mio tempo. E debbo continuare a dar~liele. Ond'è che, per una parte, non ho la possibi– lità di continuare l'opera assidua per la direzione di questa Rivista, e, per altra parte, la funzione di questa viene ora, e con maggiore efficacia, com· piuta appunto dal giornale quotidiano del nostro Partito. Aggiungasi che, in previsione appunto della cessazione di questa Rivista, un'altra ne è sorta, dal I' gennaio scorso - Il divenire sociale - che si propone la difesa e diffusione degli stessi criteri fondamentali che ispirarono Il Socialismo. Ecco perchè io prendo oggi commiato dai lettori, coll'augurio che sempre più nel nostro Partito si diffondano e si radichino i due criteri direttivi che diedero vita a questa Rivista: l'unità del Partito e il metodo socialista integrale, lontano così dagli eccessi del riformismo ministerialista o neo-democratico come da quelli, che ora sembrano avere un quarto d'ora di moda, del cosiddetto sin– dacalismo. Noi abbiamo sempre sostenuto che il Partito socialista per camminare diritto e bene deve avere due gambe: l'azione politica e l 1 azione economica. Per taluni socialisti, dal Congresso di Firenze in poi, malgrado la mia proposta, allora non ap– provata, di integrare l'azione politica ed elettorale coll'azione cconomi·ca del proletariato, venne la sma– nia unilaterale dell'azione politica e nella sua forma parlamentare, quasi esclusivamente. E pareva che il socialismo si dovesse realizzare a forza soltanto di iscrizioni elettorali per arrivare ad avere in Par• lamento la metà più uno dei deputati socialisti! ... Visto, coll'esperienza, che l'azione politica da sola non ha quella potenza magica che si credeva, si è andati, da altri socialisti, ad un eccesso op– posto. E, specialmente dopo lo sciopero generale del settembre scorso - dimenticando che fu uno sciopero politico e sentimeutale, cioè di protesta po– litica e negativa contro gli impuniti eccidii pro- letari, e consiòerandolo invece come « il primo esperimento di dittatura proletaria » - essi si sono monoideizzati nella cosiddetta « azione diretta » del proletariato, organizzato nei suoi sindacati, dispre– giando ·nel fatto - se non a parole • ogni altra forma di azione socialista. Onde il sindacato, ora, 5,,rebbe quella specie di bacchetta magica che alcuni anni fa si credeva che fosse la sched,i elettorale I Esagerazioni di impressionismo italico, l'una e l'altra. L'azione socialista deve essere duplice, insepa– rabilmente, nel campo politico e nel campo ccono– mi"co. E per campo politico intendo, in lato senso, anche quello amministrativo - delle rappresentanze od amministrazioni socialiste, nei Comuni e nelle Provincie. Può in un dato periodo della vita nazionale prevalere l'efficacia dell'azione politica (o parla– mentare, o comunale) ed in altro mornento può invece prevalere l'efficacia dell'azione economica. Ma non per questo può il Partito socialista in– fatuarsi in queste idee unilaterali e di moda, dimen– ticando invece che, poichè esso intende alla rinno– vazione fondamentale di tutti gli aspetti della vita umana, individuale e sociale, non può realizzarsi se non col concorso inseparabile di un'infinita va– rietà di azioni individuali e collettive, nel campo econornico come in quello politico, contempora– neamente, con l'ostinato coraggio della pazienza, senza cedere alle fantastiche illusioni che il socia– lismo si possa realizzare col colpo dell'urna eletto– rale e parlamentare, o della metà più 11110, o col colpo di mano di tre o quattro scioperi ge11erali o cosiddetti« esperimenti di dittatura proletaria!" Abbandonandosi all'una od all'altra di queste illusioni, il Partito socialista non può raccogliere altra messe che quella delle delusioni. Parecchie ne ha già raccolte nel campo par– lamentare cd amministrativo, per la soverchia ed unilaterale fiducia data alla sola azione politica. Altre, purtroppo, e più gravi, ne raccoglierà nel campo economico, se infatuandosi di ,<sindacalismo)), spingerà a qualche disastroso sciopero generale - non di protesta politica e negativa, chè come tale fu am– messo, come mezzo estremo ed eccezionalissimo, anche dal recente Congresso internazionale di Am– sterdam - ma indetto quale strumento miracoloso di conquista proletaria e pos1."tiva, contro l'ihgra– naggio secolare e infinitamente complesso della vita sociale presente, nazionale ed internazionale. Con l'augurio dunque che il Partito socialista italiano - come quello internazionale - non si lasCj abl/iicinarç d<1nçssun monoideismo illusorio e uni-
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