Il Socialismo - Anno III - n. 24 - 10 febbraio 1905

IL SOCIALISMO 377 la popolazione urbana dell'impero russo era cli 16.3 milioni, <li fronte ad una popolazione rurale di 1 1 o. 1 mi– lioni. Per la sola Russia europea la proporzione era di I r.8 a 82.3 milioni, per la J>olonia di 2 a 7-4 mi– lioni. L'ultimo censimento per professioni ( 1893) dimo– strò che n 92 per cento degli adulti dei due sessi viveva dell'agricoltura. D'allora in poi I' indùstrializzazionc ha fatto grandi passi; però anche oggi si calcola il numero <lei lavoratori industriali della Russia in 3 milioni soli. Questa enorme popolazione rurale, che costituisce circa i 9 decimi della nazione russa, è per molteplici r:1gioni poco atta a secondare un movimento politico rivoluziom1rio. L'indifferenza dei mugick non può solo auribuirsi all'incoscienza ed alla rassegnazione alla pro– pria sorte. Le tradizioni e molte cause storiche fanno sì che il contadino russo attribuisce assai piì:1impor– tan1.a alle libertà. locali che non a quelle nazionali. Ora, in fatto di libertà. locali nessun paese, neanche 1:1 libera Inghilterra, ne largheggiò tanto ai contadini, quanto la Russia autocratica. Il mir, la comunità rurale russa, amministra direttamente e senza ingerenza burocratica tutta la sua vita. L'assemblea di tutti gli adulti, comprese le donne, decide inappellabilmente su tutte le questioni, elegge il proprio capo (starosta) ed i propri rappresentanti alla assemblea distrettuale (walosl). Un proverbio russo dice che << sopra il 111ir non vi è giudice fuori di Dio ». Questi mir, di cui nella Russia europea, ad eccezione delle provincie baltiche, ne esi– stono ancora 107,676, costituiscono per il mugick l'ideale della libertà. Per una strana fatalità storica gli autocrati, da circa 30 :umi in qua, hanno comir:ciato essi stessi ad abo– lire l'autonomia locale dei contadini, distruggendo così un fattore immensamente conservatore della Russia, poichè la libert..1.affezionava i contadini al regime cza– rcsco e li distoglieva dalle agitazioni politiche. Un'altra causa dello spirito conservatore dei 11111gick deve ricercarsi nella enorme sua diffidenza verso tutto ciò che è colto. Il contadino non vede il suo nemico nell'autocrazia ma bensì nei proprietari di terra e spera tuttora che un bel giorno il piccolo padre gli renderà quei fondi che ingiustamente gli furono tolti dai no– bili. E' credenza generale fra i mug:"ck che Alessandro Il sia stato ucciso dai proprietari, per vendicarsi della libertà. concessa ai contadini. Bcnchè appaia certo che nell'uccisione di AleSsan– dro H le mene dei reazionari entrassero per qualche cosa, è •però erroneo che vi abbia i11fluito la famosa liberazione, e ciò per la semplice r:lgione che essa non ha per nulla danneggiati i proprietari. L'abolizione della servitù dei contadini ebbe in prima linea scopi fiscali. Fino al 1861 i proprietari di terreni erano tenuti essi soli a pagarne l'imposta. Ma le crescenti spese dello Stato obbligavano a molti importanti aumenti per cui si pensò di distribuirle sopra i contadini. Così, per es., un fondo che prima pagava 17 kopeki, dopo l' aboli– zione ne pagava 95. E quando nel 1871 i danni del nuovo regime si erano palesati e si fece un'inchiesta governativa in proposito, questa potè assodare che gli antichi contadini dello Stato pagavano in 37 provincie della Russia il 92.75 per cento del reddito netto delle loro terre in imposte. mentre che gli antichi servi della gleba dei privati pagavano perfino il 98.25 per cento. Dando ad essi la terra. si era caricato loro un nuovo peso e nulla più. I mugick però non si rendono conto di questo fatto cd attribuiscono la loro miseria unicamente alla scar– se1.za della terra. Infatti fra i 22,396,069 adulti maschi, libèrat i dalla servitl1 furOl)Odistribuiti complessivamente circa. 1 17 milioni di t!esjatine (una, desjali11a equivale a 10.8 ett.) e ciò senza tener conto della. fertilità del suolo. Se la media del terreno toccato a.I contadino poteva l>ast:1re nell'ambito della famosa ri11l11ra de/In /erra nera, che co:;tituisce il miglior suolo granifero del mondo, era assolutamente insufficiente nei terreni boschivi o palu– dosi delle altre regioni. Naturalmente il terreno dato in proprietà agli antichi servi della gleba non venne dato all'individuo, ma bensl alla comunità rurale, al mir. In Russia, se si toglie la Polonia, la Finlandia ed il territorio del Don (ove tutta. la terra appartiene ai co,;acchi) solo il 33 per cento del territorio è in mano di privati; 131 milioni didesjali11r sono proprietà dei mir, 150 milioni delle;> Stato, 7.4 milioni della Corona e 8.6 milioni della Chiesa e dei conventi. Restano 93 milioni di desjaline, di cui 1'8o per cento appartiene ai nobili, il 10 per cento ai com– mercianti il 2 per cento a borghesi professionisti, il 6 per cento a contadini ed il 2 per cento ad altre persone. Circa 115 mila nobili dispongono di un territorio t!quivalentc alla proprietà di 6 milioni e mezzo di fami– glie di contadini. Di fronte a tali enormi sproporzioni si capisce che i 11111- gick non vedono provvedimento piì1 urgente della nuova distribuzione delle terre., Essi si credono defraudati della terra, contro ogni legge divina; un loro proverbio dice: « Il nostro lavoro è dei signori, ma la terra è nostra )). Vì furono già molti moti isolati, che miravano ad una nuova distribuzione delle terre; ultimi quelli del 1902 nelle provincie di Polta wa e Charkoff, cli Tscernigoff e Kieff. Data la grandç ignoranza, la mancanza assoluta di capi~ali ed il soverchio gravame delle imposte, i me– todi dell'agricoltura sono molto arretrali. Manca ogni cr;terio scientifico nelle rotazioni, manca il concime, ed il terreno arabile viene talmente depauperato che se– condo il calcolo di una commissione governativa si to– glie annualmente alle terre granifere russe un valore di fertilitù, da valutarsi in 725 milioni cli rubli. La tcrr:i. depauperata comincia a dare raccolti inferiori. Se ciò nonostante aumenta continuamente l'esportazione dei cereali russi, ciò avviene a tutto detrimenLO dcli' ali– mentazione popolare. I mugick, che coltivano il grano per gran parte del mondo, non ne conoscono il gusto. Ora, il progressivo immiserimento dei contadini si ripercuote naturalmente sulle finanze dello Stato. Poichè quando si diede la terra ai contadini, non fu un dono. fu anzi un ottimo affare pei padroni. Ad essi lo Stato pagò il valore delle terre e se lo faceva rimborsare da.gli infelici liberati in 49 rate annue, ciascuna. del valore del 6 per cento del prezzo. Così i contadini pagarono il terreno tre volte il suo prezzo. Lo Stato dovrebbe annualmente percepire circa 1 oo miliom di rubli dai contadini, ma malgrado la se– verità brutale dei suoi agenti esso non riscuote mai la somma intera. Fino al marzo 1902 il 111ir era tenuto responsabile del pagamc.!nlO delle imposte e questo costituiva la ra– gione principale della sua coesione, poichè il contadino, che non avesse pagato le imposte, non poteva nrno– versi oltre il territorio del 111ir. Le legge di Plehwe rese responsabile l'individuo, togliendo così una causa esterna della sussistenza del mir. La proletarizzazione ciel 11mgick, iniziata già prima. parzialmente, progredisce d'allora a grandi passi. Egli ora resta privato della terra, e porta il suo lavoro nei grandi centri urbani. ~1inato dalla miseria il mir dovrà così scomparire, e con esso scomparir:\ il 11111gick, la roccia dell'autocrazia, la quale, speriamo, lo preceder.\ nella tomba. Le organizzazioni cristiane ed il capitalismo. Rileviamo nello stesso fascicolo un articolo di Spisk– man H. sulle organizzazioni cristiane. Per chiunque vive nell'ambiente delle lotte operaie non può essere dubbio che i clericali, coi loro tentativi di creare organizzazioni cristiane di mestiere, si pre-

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