Il Socialismo - Anno III - n. 23 - 25 gennaio 1905

IL SOCIALISMO 359 I padroni però non erano contenti di 9 ore com– plessive, ed allungavano il tempo della discesa da r a 2 ore. e questa fu una delle cause immediate che de– terminarono lo sciopero attuale. Mal pagati e con un orario soverchio, gli operai sono anche vittime di angherie continue. Mentre in Inghil– terra ed anche in Germania nel bacino della Saar il carbone prodotto dagli operai vien loro pagato in base al peso, nella valle della Ruhr si seguita a pagarlo per vagoncino. Quando un vagoncino non è ritenuto suffi– cientemente carico o quando in mezzo al carbone si riscontrano dellè pietre l'amministrazione lo annulla, cioè non lo paga all'operaio. Questo sistema dà luogo ad arbitrii continui, e chi è malvisto dai sorveglianti si vede sovente annullato il suo lavoro. Così è successo, per es., ad un gruppo di minatori del pozzo Achenbach di vedersi annullato 24 vagoncini su 25, per pura rap– presaglia del sorvegliante. rel suo discorso del 20 gen– naio u. s. al Reichstag Hué dimostrò come questo modo di rnultare non serve affatto a guarentire i padroni contro un'eventuale trascuranza da parte dei minatori, ma co– stituisce un vero e proprio mezzo di perpetrare vendette personali. Si sono dati dei casi in cui, a fin di m.ese, un minatore si vede annullato un certo numer::>di va– goncini, in giorni in cui egli non si era neanche recato al lavoro. Certi impiegati annullano giornalmente un dato numero di vagoncini ; uno, per es., ne annullava 62 per giorno; vien.e un giorno che egli si dimentica di farlo e se ne ricorda verso la fine del turno. Allora il brav'uomo, che è in carica tuttora , annulla di fila tutti i 62 vagoncini, senza neppure averne veduto un solo; così per sistema! Il carbone annullato viene posto in vendita come l'altro, ed il denaro che spetterebbe al– l'operaio viene versato nelle così dette casse di soc– corso ; ma benchè si tratti di somme importanti i pa– droni amministrano essi in famiglia tale cas~a senza ammettere alcun controllo da parte degli operai. Si aggiunga a tutti questi abusi il modo inurbano e brutale con cui i sorveglianti trattano i minatori, giungendo perfino a percuoterli! Si tenga conto inoltre delle stragi fatte dalla malattia dei minatori, dell'esau– rimento fisico di tutta la popolazione mineraria, per cui L'età n~edia della sua invalidità è di 44 anni, e si com• prenderà come veramente questa massa sterminata do– vesse ricorrere allo sciopero per riconquistare il suo diritto alla vita, per iscuotere il giogo di una vera e propria schiavitù. Da mesi il malcontento andava aumentando in modo minaccioso. Il primo sciopero però scoppiò improvvi– samente nella miniera BrucltStrasse, nella quale il pro– prietario aveva ordinato un aumento della giornata ef– fettiva di lavoro. Le organizzazioni s'affrettarono di fre– nare l'allargarsi dello sciopero. ìVfa inutilmente. A mi– gliaia i minatori disertarono dai pozzi, senza preavviso, senza formulare domande, stanchi ad un tratto del peso sopportato già da molto tempo. La situazione si faceva gravissima. Le leghe sembrarono esautorate, impotenti <li fronte all'impulso della massa, ed è certo che se i comitati direttivi si fossero ostinati nella loro politica prudente e guardinga la n-1assa dei minatori sarebbe passata oltre, proclamando lo sciopero generale. Ma, per fortuna, i capi delle organizzazioni si sono accorti in tempo che non era piì:1 il momento di consigliare la pazienza. Di fronte allo slancio potente della massa lavoratrice i comitati direttivi si sono persuasi che nes– suna forza di ragionamento, nessuna autorità .umana sar~bbero bastati per evitare lo sciopero. Hann0 capito che il loro còmpito era unicamente quello di dirigere lo sciopero, di disciplinarlo, cli assistere i lavoratori, ai quali, dopo tutto, spettava il diritto di proclamare essi stessi quella guerra, in cui ogni rischio e perìcolo è per loro. E la gravità estrema dell'ora ha fatto sr che tutte le quattro organizzazioni operaie del bacino hanno riu– nito i loro comitati ad un consiglio comune. Interven– nero i delegati della lega dei minatori (socialista) che conta nella regione 60 mila membri, quelli della lega cristiana (40 mila), dei liberali, Hirsch Dunckee (1000) e l'associazione polacca (10 mila) e tutti insieme, di– mentichi delle molte controversie che li hanno schie– rati gli uni contro gli altri, formularono il loro ultima– tum ai padroni. Essi reclaman.u un minimo di salario per le varie categorie di lavoratori, la fissazione della giornata <li lavoro compreso il tempo della discesa e del ritorno - di 9 ore dal 1 gennaio 1906, di 8 112 dal 1907 e di 8 ore dal 1908; l'abolizione dell'ann11llame11to e b pe– satura del prodotto, con assistenza di controllori operai; ispettori delle miniere eletti dai lavoratori; trattamento degno di -uomini civili e finalmente riconoscimento delle loro organizzazioni. n sindacato rispose, contestando ai delegati operai di parlare in nome dei minatori e rifiutando recisamente ogni concessione. E così si decise lo sciopero generale, con un ordine del giorno proposto dal rappresentante delle leghe cristiane. Lo sciopero generale dura ora da 16 giorni, calmo, dignitoso, imponente. Nessun disordine, nessun eccesso. L'immenso esercito di 240 mila minatori aspetta colle braccia incrociate le decisioni dei re del carbone. La simpatia della popolaiione è con loro, contro i padroni. Tutti danno il loro obolo per la cassa dello sciopero - il solo Vorwaerts ha raccolto fino ad oggi 120 mila mar– chi - perfino il vescovo cli Cotogna diede 1000, quello di Breslavia 3000 marchi; giornali arciborghesi, come la Fra11hfurter Zeitung, hanno aperto sottoscrizioni. Non si ricorda in Germania un simile slancio di simpatia. per una causa proletaria. J proprietari delle miniere dichiararono di non ce– dere, anche se lo sciopero dovesse costare 100 milioni. Noi auguriamo che costi loro assai, assai cli pili; de– sideriamo che essi perdano l'impero che li rende asso– luti padroni, e che una legge a tutela del lavoro dei minatori venga formulata in un nuovo codice delle mi– niere, dettato nell'interesse di chi lavora e sotto la.pres– sione della forza proletaria oggi personificata it\ 240 mila scioperanti. ODA LERDA-0LBERG.

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