Il Socialismo - Anno III - n. 22 - 10 gennaio 1905

fL SOCIALISMO lcguarc lo stuolo di coloro che si erano stretti ai corifei della vittoria, cd il problema sociale si pre– sentò ancora una volta difficile e cornplcsso nella sua risoluzione. Se tutte le cose invero fossero così facili a farsi cornc si pensa, si può assicurare che il mondo e la società intera non esisterebbero affatto. Ciò che ha esistito cd esiste e ciò che nell'avvenire si pre– para ha vita solo pcrchè ha acquistato cd acquista poco a poco in tutta la pi\1 profonda sua essenza la forza, e perciò la resistenza alla vita. E ciò che è succeduto per i semplicisti delle organizzazioni per la resistenza, si può dire per quelli ddla rivoluzione catastrofica, della legislazione sociale, della cooperazione e via discorrendo; il dì– venire sociale, anche nelle sue piì1 prossime mani– festazioni, è dato dalla coordinata convergenza cd attività cli azioni molteplici cd integrantisi nella realtà <lclla vita. Così essendo, noi non possiamo che rallegrarci vivamente e dare molta importanza sintomatica ai voti falli dal Congresso cli Genova per cui la po– litica. vale a dire tutta quella varietà di azioni che il proletariato deve compiere all'infuori dell'orga– nizzazione economica per la lotta diretta contro il capitalismo, cacciata per la porta, sia rientrata con necessità ineluttabile, come si suol dire, per la finestra. E tale necessità di un'azione politica del pro– letariato, che è stata riconosciuta in modo non dubbio, per nei è attualmc..:ntc il migliore cd il pili importante di quanti altri voti potessero essere stati presi, poichè equivale ad un"alta affermazione di diritto, cd è appunto quella contro la quale si sono scagliati con maggior furore ad acrimonia i fogli della borghesia, poichè la borghesia comprende benissimo che le azioni frammentarie e non coor– dinate del proletariato non riescono mai ad ottenere nè prossima nè r~mota vittoria. Si è avuto infatti· un primo voto affermante la necessità della legislazione sociale e perciò quella di un'azione parlamentare diretta, senza di cui apparisce meno facile ottenere un corpo di leggi che assicurino una efficace protezione del lavoro, un pili largo funzionamento delle cooperative, la modificazione delle leggi civili che ora regolano i contratti, l'abrogazione di molte disposizioni codi– ficate che impediscono ed intralciano l'azione del proletariato, l'assicurazione di un retto cd autonomo funzionamento dei Comuni, delle Opere pie, della :-;pedalità, dell'istruzione, dello sviluppo, guidato da sani criteri democratici, di tutte le funzioni ed attività della vita sociale, della creazione, in una parola, di un nuovo diritto. Come tutto questo se esso dichiarava di rinunciare o di non interessarsi all'azione politica, che altro non è appunto se non, cioè, l'azione diretta a modificare i molteplici rap– porti esistenti fra gli individui e le cose e fra que– ste e gli enti che le rappresentano ? Un secondo voto è stato quello sullo sciopero generale politico. Non discuteremo quale dei due ordini del giorno presentati fosse il preferibile, e se per avventura non sia accaduto come di solito che la dcficcnza cd i tentennamenti dell'uno non abbiano spinto la maggioranza a votar l'altro, quello che vorrebbe essere pili radicale; così non discutianio la poca preparazione e le insufficenti nonne stabilite per disciplinare lo sciopero, che pare lasciato un po' troppo al potere cd all'arbitrio, non si riesce a comprendere, se di ogni singola Camera o del Consiglio direttivo della federazione camerale: ma comunq uc, ciò che importa a noi è la unanimità dell'affermazione, non sminuita certo dalla divisione avvenuta sui due ordini del giorno, poichè entrambi riconoscevano e rivendicavano tale diritto di legittima difesa del proletariato. Finalmente, non 1111 voto esplicito, ma colla proposta generica sull'azione riservata alle Camere del lavoro, fatta da Guarino, si è avuto il ricono– scimento implicito del loro carattere <li veri e pro– pri organismi politici del proletariato. Tale riconoscimento per quanto volato in mas– sima e con poca maturità di esame. è fra tutte le deliberazioni d'indole politica votate dal Congresso di gran lunga la piì1 importante, poichè con esso il proletariato organizzato economicamente avoche– rebbe a sè il diritto all'azione politica che oggi è riservato ai circoli politici. ·rali affermazioni venute spontanee cd accolte dalla grandissima maggioranza dei congressisti, pare a noi sicno la conseguenza logica e diretta di una pili larga e matura concezione del pro– blema sociale. eia parte del proletariato economi– camente organizzato, che acquista così capacità cd azione di partito politico. E' ben vero però che esse non hanno avuto e non potevano avere che un valore, dirci quasi sintomatico, essere cioè l'espressione di un indi– rizzo, di una tendenza nuova nella vita delle orga– nizzazioni operaie, che per affermarsi praticamente deve vincere le pregiudiziali e le resistenze dell'an– tica concezione camerale. Come infatti, data tale piì1 alta e ad un tempo pili pratica disamina dei fattori sociali e perciò la necessità di esercitare un'azione politica diretta cd immediata sulle costituzioni dei poteri centrali e locali, come gli operai anarchici, p. e., possono ora esercitare tale azione e per conseguenza far parte di organizzazioni da tali principii dirette? Ora, se oggi gli anarchici devono sentirsi vir•

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