Il Socialismo - Anno III - n. 21 - 25 dicembre 1904
330 IL SOCJA L!SMO stere senza che il suo pensiero e la sua esistenza ab– biano un contenuto concreto, così l'aslrazione vuota viene artificialmeme trasformata in un contenuto reale. )ilercè la continua negazione dell'essere concreto, si crea l'aspirazione verso il gran Nulla. verso il Nirvana dei buddisti. li mistico, stanco della dipendenza, della disugua– glianza e delle lotte che dominano nella circostante realtà, si rifugia nell'astrar.ione, nella quale egli crede trovaTe uguaglianza. libertà, riposo e pace. Così il contenuto concreto del misticismo è ancora e sempre l'essere materiale, poichè la negazione dell'es– sere materiale ne presuppone necessariamente l'esistenza. nega;,ione che il rnistico cerca di trasformare in un contenuto positivo. La negazione della vita il mistico l'attinge dalle fondamen~ali condizioni sociali di una data epoca; ed è appunto perchè basato sulle conclizioni dell'epoca che il misticismo può esercitare un'influenza sul suo tempo. Così l'influenza reciproca in questo caso come negli altri è <la ricondursi sempre a quella stessa causa che determina l'azione reciproca tra il mistico e. il suo am– biente. Le epoche critiche sono favorevoli alla diffusione delle dottrine mistiche. Quegli individui degli strati su– periori dotati di maggior finezza di sentire, ipersazi del– l'ecce·sso di godimento al punto d 1 esser troppo indiffe– renti per poter ancor desiderare alcun che nel mondo concreto. abbracciano facilmente ogni genere di misti– cismo, perchè questo misticismo schiude loro un mondo artificiale e misterioso dove essi trovano ai1cora una parvenza cli vita 1 alla quale si aggrappano convulsiva– mente con quanto loro rimane di attaccamento alla vita reale. La tendenza al misticismo si concepisce facilmente anche nelle classi inferiori. Non accarezzate dalla realtà, esse hanno imparato a disperare d'un migliore avvenire sulla terra. Il popolo è in maggioranza pessimista per ciò che riguarda la r~altà della vita; siccome però il desiderio della felicità non può esser sradicato dalranìmo umano, così la massa sofferente ed oppressa: è sempre disposta a credere ad un mondo trascendentale, ad un mondo piì:1bello, dove potrà riposarsi dalle sue lotte giornaliere. E quanto pili il popolo soffre, quanto piì:1 esso è pessimista, tanto pili facilmente esso crede ad un mondo soprannaturale, miracoloso. Nel popolo la disposizione al misticismo è il riflesso d'un mondo crudele. il prodotto delle spietate condi– zioni di vita e della realtà disperata. Così nelle classi superiori il misticismo è il risultato delJleccesso di sa– zietà, nel popolo, il resultato delle privazioni. In tal modo cause opposte conducono ad un risul– tato identico. Quei periodi storici in cui questi feno– meni raggiungono la loro più alta espressione sono i più adatti per la diffusione del misticismo. Inoltre in tali epocht! ha origine JI ideale ascetico. Quegli individui delle classi dominanti, dotati d'animo pilt delicato, i quali in seguito alPeccesso di godimento hanno perduto la loro capacità di godere 1 i quali non possono voler piì:1 nulla, e non possono aspirare che al volere per sè stesso, trovano la loro salvezza nella negazione dei bisogni. Di tal modo l 1 ascetismo è il resultato della sovra– sazietà e della degenerazione delle classi superiori; e per lo più ha origine in questi strati sociali. Esso è l'ideale che nasce dagli estremi opposti della sovrasa– zietà. Una società che degenera deve aver dinanzi a sè questo ideale per poter continuare ad esistere. i\ila si comprende che più una tale classe è dege· nerata, tanto meno essa sarà in grado dì mettere in pratica l'ideale ascetico, ma quanto meno. esso verrà messo in pratica, tanto più sarà glorificato dagli ideo– logi di quella classe, perchè ove cessa l'armonia 1 là si predica il dovere, e là più si parla cli morale, ove essa non esiste più. Si considera per rideale non ciò che si possiede, ma ciò a cui si aspira a scopo cli autoconservazione, sia dell'individuo, sia della specie. Se da una parte l'ascetismo trae dalle classi supe– riori il suo contenuto, cioè la negazione <lei piaceri, la forma esso la prende dall'.assenza di bisogni delle classi inferiori, e così l'ascetismo viene ad essere composto dalla negazione del modo di vita delle classi domi• nanti e dalle condizioni reali delle classi superiori. Per i primi esso è l'ideale, per i secondi la realtà. Il reale tenore di vita del popolo viene ad essere la negazione vivente di quello delle classi dominanti. Grazie alla tendenia cleWintelletto di spingere il pensiero fino all'ultima conseguenza logica, le forme cli vita date dalla realtà v~ngono spinte agli estremi per negare la vita; e così le condizioni di vita delle classi inferiori vengono spinte alPultima conseguenza logica, alla completa negazione della vita materiale. Là dove una civiltà basata sui contrasti di classe raggiunge il suo punto culminante, noi vediamo sempre le teorie mistiche e pessimistiche diffondersi come epi– demie. Così in Cina, dove nel v1 secolo il contr:tsto tra la povertà e la ricchezza ha raggiunto il suo apice, noi vediamo il sistema mistico pessimista di Laotse na• scere ed acquistare un 1 influenza enorme. Nelle Jndie la disuguaglianza sociale si manifesta nel modo più crudo. Nel v secolo av. Cr. le conse– guenze di questo contrasto raggiungono il loro punto culminante e noi vediamo il buddismo nascere e dive– nir religione. Ma perfin nella gaia ed ottimistica Grecia noi incontriamo il medesimo fenomeno. Nel v secolo av. Cr. la civiltà ellenica celebra il suo apogeo. Da una parte si sviluppano ricchezza. scienza e ogni ge– nere d'arte, dall'altra schiavitì:1. La civiltà sviluI?patasi dal contrasto non può pili progredire nella stessa direzione. Qua e là si manife– stano malcontento e lotta che ostacolono il progresso della civiltà; e dove il corso della vita ha da superare forti ostacoli, cominciano le rìflessioni sulla vita umana, sulla sua missione in generale. Fin a quest'epoca la fi– losofia dei greci è ottimista, la loro morale politico– sociale. Le virtù supreme d'un greco sono il coraggio, la
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