Il Socialismo - Anno III - n. 20 - 20 novembre 1904
!L SOCIALISMO numero dei voti che il partito nostro perde colle mino– ranze nei 450 e piì:1 collegi è di molto superiore a quello che i conservatori perdono colle minoranze di So o 100 collegi. lo credo che il risultato delle ultime elezioni ci so• spinga alla conquista di una riforma urgente, anche piì.1 urgente dello stesso suffragio universale, perchè piì:1 matura nella coscienza popolare. Difatti, sotto il pungolo della dolorosa constatazione che il partito socialista con 31 2 mila voti ha soli 30·de– putati, mentre (dato il quoziente elettorale a 2800 voti) ne dovrebbe avere pili di I oo, già parecchi compa– gni hanno scritto sull' Ava11tiI in merito alla rappre– sentanza proporzionale, senza però suggerire ed esporre nessuna proposta concret:t. Si vorrebbe da taluno adottare migliorato il sistema proporziot)ale del Belgio, ma esso è iniquo perchè san• cisce dei privilegi di censo e di titoli accademici; si vorrebbe un sistema simile a quello svizzero; si vor· rebbe persino il ritorno allo scrutinio di lista per di• minuire la dispersione di voti. Ma i suggerimenti son vaghi, le idee sul sisterna elettorale da sostituirsi a quello odierno sono allo stato di nebulosa. lo credo che per giungere alla rappresentanza pro· porzionale pura e semplice bisogna abolire il sistema di votare per una persona, per un uomo; il voto dovrà darsi ad un programma, ad un partito politico. Ecco la prima innovazione, direi quasi rivoluzionaria (perchè non adottata in nessun paese) che dobbiamo far intro– durre nel sistema elettorale, e che ci servirà come 1nezzo potentissimo per affrettare l'educazione politica delle plebi incolte d'Italia, che purtroppo partecipano alle lotte politiche senza domandare il programma, solo soddisfatte di dare il voto alla persona del can– didato. E poi un candidato, oggidì può con le s:1e ecce– zioni, con i suoi ma, i suoi però, formulare un pro• gramma politico da far perdere la bussola agli elet• tori (gli auto-candidati-anguille non sono pochi in Italia). La legge elettorale dovrebbe dunque stabilire che l'elettore deve votare per un partito politico, deve seri• vere cioè sulla scheda il nome del partito ciel quale preferisce il programma. Tutti i voti dati alle persone dei candidati dovrebbero essere nulli. r~d allora come scegliere le persone dei rappresen– tanti al Parlamento? Semplicis3imo. La nazione do• vrcbbe rimanere divisa in soS collegi elettorali come oggidì. Cias<'un partito politico, ciascuna federazione collegiale o comitato elettorale in ogni cOllegio procla– merebbe il suo candidato e ne trasmetterebbe il norne alb rispettiva Direzione del partito. Ecco una seconda innovazione: e questa torne– rebbe utile ai partiti conservatori che come il mode– rato, il liberale, nella loro flaccidezza e nella loro anar– chica attività, non sono organizzati, e la legge eletto– rale li spronerebbe o meglio costringererebbe ad orgj_– nizzarsi cd a crearsi una Direzione come l'hanno oggidì il partito socialista, il repubblicano, il radicale cd il clericale. La Direzione cli ciascun partit◊ politico compilerebbe così un elenco dei candidati politici proclamati dalle singole organizzazioni o comitati collegiali. Veniamo al giorno delle elezioni. Il còmpito dei seggi elettorali e dei presidenti rimarebbe invariato, colla sola differenza che invece di èalcolare da quale candidato fu riportata la maggioranza legale, come si fa oggi, e di proclamare l'eletto od il ballottaggio, la riunione dei presidenti dei seggi dovrebbe proclamare quanti voti furono dati da quel collegio a ciascuno dei partiti politici. In tal modo si eviterebbe la necessità tattica di fare delle coalizioni elettorali come la libero•modero-cleri– cale o la radico-repubblico-socialista o la liberale•socia– lista (!) (Brescia) o la libero-radico-repubblico-socialista (Roma) alleanze che certo non confortano nè raffar• zano il carattere politico nelle masse - e per quanto possa rimanere immacolata la coscienza dei capi par– tito - lasciano sempre del confusionismo nelle file dei gregari. Il lavoro di sintesi delle elezioni dovrebbe essere affidato ad una giunta <Jelle elezioni, composta da tanti membri quanti so1lo i partiti politici organizzati e da questi nominati. La giunta delle elezioni farebbe la re·,isione. dei voti assegnati a ciascun partito. delle schede annullate. Appena stabilito il numero dei votanti si detrarrebbe, da esso nmnero, il numero delle schede bianche, nulle e disperse, per giungere a stabilire quanti elettori hanno concorso a votare per i vari partiti politici e dividendo questa cifra complessiva per il numero dei collegi (508) si stabilirebbe il quoziente elettorale. Allora, terminato il controllo dei voti ricevuti da ciascun partito, la Giunta dtlle cle7,ioni trasmetterebbe alle singole Direzioni il numero definitivo di voti ri– portati da ciascun partito in ogni singolo collegio, il numero dei voti riportati c0mplessivamente da ciascun partito in tutta la nazione, il quoziente ele"ttor.tlc cd il numero dei deputati cui ciascun partito ha diritto in base al risultato delle elezioni. A Ile Direzioni dei partiti résterebbe affidato l'inca– rico dì proclamare il nome dei loro deputati. Ciascuna Direzione, in base al numero dei voti dati da ciascun collegio, formerebbe la sua graduatoria tra i candidati proclamati dai singoli collegi ed appena compilata la graduatoria nominerebbe i suoi rapprc• sentanti nelle persone dei primi della graduatoria, c;ioè di quei candidati classificati primi non per simpatia o per favoritismi della Dire7.ione, ma in base al criterio politico della forza del partito in quel dato collegio. Ad esempio: nelle elezioni si sono avuti , milione 800 mila votanti; da questa cifra togliendo 160 mila. schede nulle e disperse, rimangono 1,640,000 elettori che concorrono coi loro suffragi ad eleggere i 508 de– putati, quindi il quoziente elettorale sarebbe di 3030 voti. Ammettiamo che il partito socialista abbia avuto 312 mila voti: la Giunta delle elezioni invita la Dire– zione del partito socialista italiano a proclamare i suoi 103 deputati. La Direr.ione dalla graduatoria fatta pro-
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