Il Socialismo - Anno III - n. 17 - 25 ottobre 1904
IL SOCIALISMO l,luesto libro si potrebbe definire come la esplio.!..uivnc scientifica e tecnica del conc<-tto che informa il ,lfa11ifnto, il quale, si capisce, non rende, pos,;ibilc, per 1:t sua inton:1.1:ion~ proclamatoria, l'ampin, prc<.'i-.arisoluzione della tesi principale e dei corollarii che ne seguono. Per Carlo ~larx, rnpitn/e è sfruttamento o spogliazione, che al• cuni esercitano ~ui pili nella vita sociale. In tale concetto gr:rndeggin, come è naturale, il significato di l:woro. Col materialismo storico di '.\fo,rx, il lavoro viene per la prima ,•olta in m:miera formulativa e n::ci<;.'\ intc-rpretato come la ron:a per ccccllcnza, o meglio, ciò che :wrcbbc forza e potenza in chi lo esercita, il datore dì ogni mc1.:to nccc,;sario alla vit:l. ~la chi lo esercita è il lavor:ttorc, è l'oper:,io, è il • prolelario •. Dunque, il la\'Oratore deve essere, è, per definizione, proprietario del suo la,•oro, il ehc è come dire del prodotto del l;\– \'Oro medesimo. Tutt:i la trnttazionc, celebre tra gli economisti e in genere tr:'t Il" pcr<iOrH'colte - b cultur:t è ancor:1, purtroppo, quasi totahnentc un ,·:1lon• privilcgi:'rnte le cl:1ssi non prol('t:trie - intorno :'Il ,,nJor(', :1\ ,•:ilort• ~ d'u<;o • t"d :11 ,·alore ~ di sc:imbio •, non può essere riassunta in un me,,fagliont.• :, mezza nrncchi:l pii1 chf' altro dclln figura <' df'll'o1><'ra di quc--.to gigante del secolo xix e dcll:1 stori:t '.\lar.\ richiam:,,·:, tuui i co11c<'tti c-,·onomici :,1 ronsumo Jdl.1 rncrgia e della vita fo,ica t'tl um:111:1 del l:,vorntorc. Tutti gli oggetti clf',•ono cs..er<' 1•alcol:11irispetto :tlla somm:1 di l:worO che rap1ncscn– tano. E <1u~·st:1 somm:, di bvoro I:\ schiNtrno sotto gli ~hi dC'll:1 ',('if'nza, i periodi di ore e di giorni del b.voro medesimo. Co,I derivano, logicamente, le formidabili questioni e le dottrint• ehc- ngitano da mezzo s<'colo il mondo, sulla ceonomia del l:lvoro, unn spede di immane dottrina soci:,le della energetica nervosa e mu– i.colare cl(•i lavorntori, sulle- ore di lnvoro, sui s.1laii, sulle g:uam:i<' tlell:\ \'Ìt:'1 operai:-., sui limiti a mano a mano da porre nllo sfrutt:,– nwnto dell'accumulo c1pitalistico. Cnrlo i\lnn.: procede nella sua analisi sottile a punta di dia– mante ('011 una profondit~ e nnn sapienza che con\'incono e incan– tano. 1.'C'conomi:, 1>0litlc:t non sì mut:,, ma scomp:ue. Diventa eco– nomi:\ socinlc. E scomp:,rc l'c-conomi:1 polilica: pcrchè d:,JI:\ dimo– str:udone di :-.larX, il cn1>ita1e, e cioè la ricchezza, è cioè la immensa e mo~truO'i:'1 • appropriar.ione indebita • dei mezzi dcll:l vitn e del diritto :'ld es'ii, che I:, borghesia ha compiuto sulle masst•, ~ugli nomini tutti, qu<'sto capit:ilc nppare non già solo come un turrito nltissimo C'astello, isol:ito Nl ostile, ma come un mn.cin:itoio orrido f' sanguinolento di ,·itc, di tutte le \'ite umane, che b determina– zione storie:, ha trnttenuto nelle classi dei !n,•oratori. '.\lacinn, macina la mncchina oscc-na e frndicia di s.1nguc. E le 'òUf' lf'\'C'crc,;("()nO e -.i moltiplicano i suoi st:'lntufli, e le \':lh•ole a vapor(' ecdono ni rocchetti elettrici e si spalanca :mcorn pii.i la boccn ingorda dclln sua fame, ov,~ cntr:'lno correndo, magri, nnelanti, p.1l– lidi, instupicliti, gli opcrni a mille, a mille, a mille. E son milioni n<'gli :umi. nl'llo spazio, sono tutti i milioni degli uomini schia\•i <' '>t'r\'i una \'Olln, oggi regolament:irmcnte e ritmic:uneute m:iciullati dalln orrida macchina immane. I~ sono le donne e sono i bimbi elu- la vornc1: gola inghiotte:, carni e pene che si fanno oro cd oblio n<"lla fornn<:1.·ccl.lta (lai t urpc ordigno ma<;todontico. E ancora il fiuml' um:ino gemente vien trnscinato nella fom·c insazi:'ll:l. '.\l.l una voce sul pendio rovinoso ferma nlcuni, poi molti, di qu<"i dcstin:lti :li m:'lcello della loro vita per lo splendore limpido th·I conio dl'lln felicità di un solo. I ,a voce che li fa volgere è si– cura e dii.potic:1. E' ,mn \'OCCtirnnnn di ragione, di rihellione, di Cf'rtf' r.za, di potcnzn. Ve<l<-te! 'JU<'llc m:lsse rnllentano I:, fuga v<"r'>o h mort<' dìsJ>f'r:'1.t:l <", a mano a mnno, h~ legioni si arrestano e, i.i sclii<'r:1110.Vt·dctcl l'ordigno sp.1.ventoso sussulta, e si di,;ordinn il rilmo <lei ,;uo fremito di m:\cinn che inghiotte. E:t'COil mcmwnto. Qualche ta,·ola si schiod:\ d:1\le im1>.1l-caturc che lo eoprono; qu:\lche l<'\':l salta e molte pulegge ,;i ..tmpp.1.110, Ecc-o il monwnto. L'ordigno orrido vien circondato dalle fabngi ,;n– rat<', ordin:\te, dt.-ciw in\'incibilmcnte a dare l'assalto. I.e imp.1lea– turt- 'iOI\O to!tc via e il delitto ehc volle eternarsi nei secoli, nella ignoranza degli umani, :1pp.1re in tutta la sfacciata mostruosità sun . .\nni, ,;I: C]Unlehc anno, <1ualchc quinquennio, un mezzo secolo ancora e la macchina sarà scomp.1rsa.. O innumerabili genti umane affalicnte, o fratelli di favoro <' di pcila, <1uale ,·occ, quale grido, quall• comando fu qudlo che ci arrestò e fermò per il primo il moto rnicidi:lle del macchinario spa\·entoso? Ecco perchè il Capila/e di Carlo '.\lnrx fa dimenticare, nel genio dd mondo, tutti i poemi e tultC' le ide:llit:\, Ecco p<'rchè con esso incomincia, dopo un:l lunghissima preistoria, la storia umana. l~'l prosa, h:1 detto Antonio Labriola: - sl, pcrchè tutto il pas-s.lt0 1 sotto il ,,clo d'oro della poc-si:'l, naseondev,t In fame. . .. C:trlo ~1:trx è morto a Londra il q mnr:r:o del 1883. '.\la 1.i sua atli\·ità non cessò mai di moltiplicnrsi per la causa della rivoluzione che con lui e per lui diventa organi,.zazion<" degli intercs,;i di classe. E la sua amicizia per E:ngcls' non c:tdde, non si nltcl'Ò, non si attenuò mai, esempio mcr:1,·iglioso di qunnto J'unit~ delle opinioni e degli intenti possano in due nature di gcni come que..,tc. eternamente legate nella storia degli inizi grandio,;i th-1pe11- si1·ro socia\i<,ta intcrn:t r.ionnlc. << Il l:woro in comune tra '.\larx cd Engels - scri\·e Fran1. ~lchring nell:\ Storia tlelln Demorra:ia Soda ILtede.sa,, - durò qunsi q11:1rnnt·anni c-d esercitò un:1 decisiva inOuenza sulla c,,oluzione storica dell:1 d<·· mocratia sociale intcrnazion:ile cd in ispecie di quella tcdesea . ..-\m– bedu<' erano legati d:1 un'nmicizia, di cui la storia non conosce la pii1 g<•nuina. la più resistente. 1-::ss..1 fu nssolutamente libera da quc-gli nttriti t' di..,.1ccordi eh<' sono <1t1a!>inevitabili tra due caratteri, di cui ognuno t•r,1 tanto !>piccntamentc 1>ronunciato nelle nulle \'iccndt· d'una lolla :iccanita, tanto riccn di sconfiue quanto di \•ittori<•, • Era un'amicizb, corazwta contro tutte le ten1nzioni, con cui il mondo é'lteriore cerca,•a, a ()tlJa posta od ina\'\·ertilamentc, di :l\'– vicinarla. E' :tncor oggi, e forsC"sarà sempre. impo-.sibile di'it1ngucri• n('tl:'lmcn1e quel ctie 'ii d<·bba all'uno e quel che spetti all'altro, nc-11:1 loro 01,,,_.racomune. Dopo la morte di Marx, a dir ,•ero, a lui fu attrilmila spesso da Engels la parte di gmn lunga maggiore, in tutto quel hworo. '.\la fors<' l'affrrmazionc di Engel-. uon cr:1 del tutto imp:lrzi:ih·. « Com(', ,;crivendo il suo runico, egli ern stato tro1>pc ,•oltc di– menticato nel giudizio d('i eontcmpornnt:'i, cosi dopo la morte di '.\larx, egli fu, da qm~lto stesso giudizio, apprczr.:lto :1s<;nipili di qu('l eh' 1'i <"rede.ssc di mcril:lrc. Egli diceva perciò, non <;enr.a rngionr. clw, senza Marx, non avrebbe mai fatto ciò che fece; il che llCro df'v'es~erc completato, secondo i sentimenti del defunto suo com– p:igno di lotta, in questo senso, che nnche .\larx senza Engcls non -.aréhbc m;d divenuto quel eh· egli divenne. E questo emerge appunto subito dal principio >>. '.\larx. il rigido eeonomista, è stato un amante dei poeti come ccrtnnwnte nella nostra ,società - in eui biv,gna fare i poeti p('r aver il pubblico cornggio e credersi in diritto d'nmarli e nu1rire l:l privatn religione dell'arte - ,,e n'ha pochi. I.a signora l.nfarguc, eh<' hn pubblic::ito le memorie del padre, ci prcsen1n in tutti i suoi mi– nuti particolari la natura stupenda, leonina di pcnsntorc e di uomo. :\1:t·n: 1•rn un sapiente in mo!ti rami dello scibile, oltre la stori::i, l:l filosofi:1, il diritto e l'economia. Algehristn fortissimo, il suo cer• vello si abbandonò -.pcs<;o persino n tent:itivi di innO\'azionc dcl– i' Algchrn. E nl'ssuno for~e ha inte.i.o il significato umano e scien– tifico dcli' opcm di Onorato Balzac cosl <1uanto I' :igitatorC' tC"dcsco. Una sim1>:1tia indicibile uni\'a qtwst' uomo gignnte :ili' :1J'lc rii ehi scrisse Co11Jùu llellt: e l'ère Goriot. Non sono forse runo e l'altro, '.\l:ln: e H:llr.:ic, gli interpreti SO\•rani della vita socia!(', i dichiar:l– lori dd trnmonlo della horghcsb, le menti magnifiche, le quali h:,nno capito Jt, ragioni reali dd st•ntimcmo e delle idec-, le menti che h:1nno vl"duto nrnovcrsi e produ.rr•~ il mccc-nnismo nascosto della ,•ita <"Olkttiva? • Xon solo è lktlr.:,c, - s<·rivc,•:1 Carlo '.\larx - il r:iecontnton· piì1 prf'ciso della vita soci:1lc d1C' gli fu contemporanea. mn egli ere:1va quC"iJ>C'rsonaggi profetici che nacquero s.,;itto J .uigi Filippo l' si s,·ol-.cro durante il st"COndo Impero, gli uomini del pubblieismo, i p.1rl:lmentarl. gli :tffaristi, i magistr:iti. Vi ha fors(' un' :timi rwr– sonìfìcazionf' del plutoernta paragonabile a quc-lla del barone ;";u– cingcn? • È il \'CTOgenio dell'epoca nostra, K:irl .\lnrx. È il genio che ca.pisce l'epoca su:i e ne segue di fa d:1 un efoncro e nebuloso pre– sente b trasformazion: reale. Ora questo ei ha dato di immensnmente umano t• cnro l:'l Ger– mania, e pèr qu('slo noi siamo riconoscenti a quei popoli forti e
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