Il Socialismo - Anno III - n. 15 - 25 settembre 1904

IL SOCIALISMO 233 mente rivoluzionario, precursore dell'emancipazione to– tale del proletariato, l'organizzazione clericale, guidata da un istinto eminentemente reazionario, che cerca di ostacolare ogni progresso, ogni evoluzione, rimane, mal– grado tutte le apparenze,. la nemica autentica del pro– letariato. Rilevando i fatti che come tale la caratterizzano, noi intendiamo quindi non già di fare una semplice propaganda anticlericale, ma di mettere sull' aWerta il proletariato contro ogni sorta di sfruttamento, sfrutta– mento che, esercitato in larga base dai capitalisti tutti, non giunge mai ad assumere forme così raninatamcnte ipocrite e depravatamente abbiette come quando è as– secondato dal clericalismo che con pie11n 1011nsa11:;a di rose si mette al servizio del capitalismo e per solida– rietà con lo stesso e per proprio interesse. Questo suo carattere si rivela chiaro e la1npante nell'opera eser– citata dalle suore nei convitti religiosi addetti agli sta– bilimenti industriali della Svi1.zcra. E se i (atti non ri– velano in sostan1.a nulla cli nuovo pt:r chi conosce la ,;toria e il vero carattere <lei clericalismo, essi sono istruttivi e sintomatici in quanto che datano <l:ll 1904, si svolgono nella repubblica svizzera, in case che, ad ironia. dei fatti, si chia1nano <1 homes >> operai. E se noi crediamo opportuno insistere ora sulla que– stione anche lo facciamo non tanto per affermare il punto di vista nostro generale che è conosciuto e in1- plicito, qu:rnto per citare e documentare <lei fatti auten– tici su cui riteniamo no~Lro dovere fermarci appunto perchè, tenuto conto del sistema vigente nelle colonie religiose, è quasi impossibile il raccogliere materiale che lo documenti. L'alleanza clerico-capitalistica in sè stessa garantisce la segretezza, e la coercizione morale, la sug– gestione esercitata dalle suore fa sì che le ragazze stesse . vitlime del sistema - smentiscano i fatti suc– cessi. Quel poco che trapela alla voce pubblica, passa quasi inosse1vato alla popola1.ione indigen:1, tenuta a distal'lza dalle recluse anche dalla diversità della lingua. Aggiungiamo che la popolazione indigena si trova in rapporti commerciali colle suore: sono fornitori ed av– ventori, quindi il silenzio si impone. Sono poi da os– servare sopratutto i metodi speciali adoperati élalle suore per far /aure. Ora, se noi siamo in grado di descrivere e clocu• mentare il processo intero, dal momento dell'incetta fino al momento in cui le ragazze escono dallo stabilimento, lo dobbiamo al fatto d'essere stati in ra1Jporto fre– quente co11 genitori di ragazze rinchiuse nei ricoveri, in un momento in cui esse erano malcontente delle condizioni eco110111iclu loro fatte; in quanto alle altre condizioni ne sapevano poco, stavano tranquilli perchè erano sicuri d'aver consegnate le proprie figlie in mani cristiane. Fu appunto per la questione finanziaria che i geni– tori volevano che le ragazze abbandonassero la colonia religiosa e noi, interessandoci alla questione, siamo riu– sciti a fare sì che i genitori non desistessero dai loro propositi. Difatti adesso le ragazze sono a casa. E il pili interessante, il pili tipico è il modo in cui le ragazze sono uscite dal ricovero religioso: e a questo proposito daremo pure al pubblico italiano un sunto del rapporto fatto dal Segretariato svizzero al Dipartimento della industria svizzera in Berna; ci pare pure opportuno di ricostruire qui tutta la genesi del• l'accaduto, che è tipico per tutto il sistema. Facciamo pure notare, poichè questa volta si tratta cli ragaae ticinesi, che la maggior parte delle ragazze rinchiuse in questi ricoveri sono italiane, ·e che il pe– ricolo ch'esse corrono è assai piì.1grande.::,appunto per la maggiore lontananza dei parenti. Nel maggio 1903, una suora di Lugano induceva diverse ragazze ticinesi ad entrare in una colonia reli– giosa addetta ad uno stabilimento industriale <li Murg (Cantone San Gallo), promettendo alle stesse lucrosi guadagni. Le ragazze, partite colla. certezza d' ess~re adibite, come la suora aveva loro promesso, j, lavori di /ruitura., dovettero, appena arrivate sul luogo, constatare d'essere state ingannate, sì per la qualità ciel lavoro, ch'era in– vece di filatura, come per i famosi attesi guadagni. gsse ·si trovarono in totale balìa delle suore, le (Inali incassavano tutto ,quanto il guadagno delle ragau,e, non lasciando alle stesse che dieci centesimi per settimana - dieci centesimi che le ragazze avevano l'obbligo di ver– sare immediatamente nella c.,ssetta d'elemosina della chiesa. Il denaro guadagnato poi veniva assorbito e dal pagamento della pensione e dalle diverse spese (rosari, offerte pel tabernacolo. offerte pei cappuccini, offerte per le suore di Lourdes); le ragazze poi sono obbli– gate a. comperare tutto quanto loro possa occorrere dalle suore stesse, le quali fanno pagare così c..1.ro da indurre le ragazze a richiedere tutto dai genitori per sfuggire all'esoso sfruttamento. Ne viene di conseguenza che mentre le ragazze inviano ai parenti pochissimo de– naro ricevono dagli stessi tanta roba (scarpe, calze, grembiali e persino francobolli) per un valore di molto superiore aHe scarse somme che le suore, a nome delle ragazze, mandano di tanto in tanto ai genitori delle stesse (, ). Fu questa constatazione che spinse i genitori a ri– chiamare le loro figlie a casa, ma l'ottenere il ritorno delle ragazze non è cosa tanto facile, perch~ le monache vi si oppongono con lutti i mezzi. Quando i genitori chiap mano le proprie ragaize a casa, le suore che control– lano tutta la corrispondenza strappano le lettere e spesso rispondono o fanno rispondere dalla fanciulle in n10do insolente. Da ogni riga delle lettere scritte dalle ragazze trapela la coercizione morale a cui sono state sottoposte, per cui le ragazze non possono mai dire quello che sentono. ed anzi molte volte sono obbligate a dire cose a cui non avrebbero mai pensato, e spesso cose asso- 1utamente contrarie alla propria volontà. Nelle lettere piì.1 sotto pubblicate, di cui pure te- (I) In un opuscolo di prossima pubb!ic.11.:ionedocumenteremo, con prove autentiche, le cose suaccennate, come tutto il resto. Siamo in possesso di registri tenuti dalle suore stesse, nonchè di :ihri docu– menti, che in parte sono già stati pubblicati e si pubblicano sul Su compagneI

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