Il Socialismo - Anno III - n. 10 - 10 luglio 1904
JL SOCIALISMO Ogni<Jualvolta si ha nella storia un largo strato di miserie, si ri– ckstano i tentativi 1>crrcalizzarc il comunismo dt.:i primi cristi,mi. Gli ordini religiosi del medioevo sono Il a provarlo, come pro\·ano anche la ne<:cssaria e fatale degenerazione di questo idcal1,:. Il mo– vimento soci:llc inizi:lto <b Fr:lnccsco d' Assisi si diffcrcm:i:l però molto cb tutti q11csti tcnt:11ivi, E<;so nonsorg<' cbll:1. m:issadei nnl1:t– t<'1wnti, eh~ vivono :lll'<'o;trcmo m:'lrgin(' c\C'll:1 sociNi\, ma bc-nsl d:1i primi r:'lpprl's<'nt:mti di nn proletariato industriale. In lt:-tli:t com<' nltrovc i primi fenomeni di sfruttamento capitnlista <;j O'>Sl'rvano uclla pro<luzion<' tessile r- non è certo a caso se in tutti i movimenti co– munisti del medioevo si riscontra un:l forte partecipazione di tes– sitori. Comunismo di lavoro. Fr:mcesco d'Assisi, figlio di un mercante di tessuti, ebbe fin da giovane contatto coi tessitori dcli:'\ Lombardia, fra i <111: 1.li csistcv:i.no allora (Xli secolo) comunit!ì comunistiche·. All'influenza di qucst'nm– bientc d'industria\i<:;'mo nascente il Kautsky attrilmiscc I'orif'nt:imcnto del comunismo franc\'scano. Il fondatore dell'ordine non prcdif':wn già, come gli :1ltri ordini rdigiosi, b vita n("\la povertà scn-,.a bvoro, m:-t foct• obbligo :-ti suoi discepoli cli lavorare, chiedendo in compenso qunnto b:1st:wa per vivere, nutrimento cd :llloggio (m:ii però dei de– nari). Tutti i fr:rnccscani dovevano vivere del proprio lavoro; se in . compenso ricevevano piì.1di quanto bastava al sostentamento dell'esi- stenza, dovevano distribuirlo ni JlO\'Cri. Si aveva ~lunque un concetto vita!c di comunismo, che ;1.cquistò ben presto influenza ncll:'t massa povera dcll'Italia superiore. Nntu– r:tlmf'ntc tale dottrin:l non poteva :wcrc peggiore a\·vcrs:uio del p:t– pato, che costituiva :lllora la pii.1grande forza economica del mondo cristiano cd acccntrnv:l nelle sue m:mi il massimo sfruttamento. L:i. Chi<"s:i IX"rò, già ingaggiatn nella lotta per J'estirp:izionc del comu– nismo valdcnsc, pensò bene di non mettersi in aperto conflilto coi fran<'CS<":rni,sapendo che un movimento sociale si vince pfo facil– mente coll'insidin che non colla \'iolcnza. Ed il grande ideologo di A<;sisi si prestò al giuoco, anelo da Innocenzo 111,cercando di gua– dagnarlo :,!In su:t dottrina cd ottenendo di fatto l'approvMionc p:1- p:1.l<" <'d il permesso di predicare. La degenerazione della dottrina. Per il suo nvvidnamcnto ai poteri costituiti della Chiesa Kautsky chinina Frn11ccsco d'Assisi il re--,1ùJ011i.sta del comunismo mcdiOC\'tlle, il Jaur~s del secolo Xlii, che s'illudeva di scavare, di minare l'orga– nizzazione dcll:1 <:las<;cdirigente (la Chiesa) scn1.a scosse violenti, per i soli effetti di una collaborazione prolungnta. Ottenne, invece, fa– cendo incorpornrc la su:i orga11izzazione comunista nell'organizzazione di dominio e di sfruttamento, che il comunismo francescano si mu– tasse in un sostegno del dominio e dello sfruttamento papale. Non fu già la Chiesa che subi un cambi:lmento, accogliendo nel suo seno un'organizzazione rivoluzionaria, m:.l fu qucll'orgnnizzazionc che per– dette tutte le sue car:-1ttcristichc. Il papato, con intuito fino, c:-1plsubito che il pericolo dell'or– dine fr:i.necscano st:-1va nel valore che attribuiva al k,wro. L'ideale di un comunismo di consumo risorgeva sempre nelle masse discre– <l:ltc, m:i essendo ideale irrealizzabile non eostitui\'a un pericolo. Il comunismo di lavoro dell'ordine nuovo era invece pericoloso alla Chiesa. la quale perciò fece di tutto per distoglierlo dal 1:woro, fa– vorendo l:l quc<;tua e l'ozio. Alla questua dei francc~ani si conces– sero pri\•ilcgi speciali. Bcnchè l'ordine non potesse aver<: proprietà alcuna, nè individuale, nè collettiva, i papi lo addomesticarono, con– cedendogli l'usufrutto di beni ccch·siastici. I francescani divennero cosl i pill caldi fautori del papalo e ne allargavano la potenza, grazie alla grnnde influenza che esercitavano nelle masse del popolo. • Essi di\'Cnncro per il pap:'lt0 del tempo dclln Riforma quello che i fun– zionnri liberali delle 'lhu/.: U,rWm e i socialisti ministeriali in Francia sono per la borghesia attuale: i potenti sostegni dell'ordine stabililo, che lr:isformnno il proletariato eia elemento rivoluzionario in clc– nwnto conservatore •. Fmncesco d'Assisi \•cdcva ancora gli ini1.i di questa degenera– zione dcll'opcrn sua. Invano egli tentò di ricondurre i suoi discepoli al lavoro cd nlla povertà. Egli, che onestnmcntc e con tutta l'anim:i s11:i :l\'f'\"a voluto erigere un idc:llc nuovo di ugu:iglianzn e cli l:lvoro, scrisse nd suo lcstamcnto: • lo ho lavomto colle mie mani e voglio che i miei di.,<'cpoli f'Ompiano un lavoro drcoroso ... Ordino n severamente a tutti i fratelli, ovunque si,.mo, di non domandare pri– vilegio nlcuno alla Curia romana, nè pcrsonahn~ntc, nè con intcr- 1111::diari, nè per una chiesa, nè pcr altra cosa, nè sotto pretesto di una funzione religiosa, nè 1>er raggiungere vantaggi coq>0rali ,.. N:-tturahncntc tutte queste c<;ortazioni rimasero ,·ant:. I .a Chiesa corrupp<' complct:-tmcnt(' l'ordin(' francf'scnno f•d r\('vò a suo s:into il comunist:i di Assisi. Lo sciopero generale dei ferrovieri ungheresi. Uno scrittore anonimo tratta nella Ne11c7.eit del 7 magg:io dello scio1>ero generale dei ferrovieri in Ungheria. Di una rete ferroviaria di eomplcssiv:uncntc (191n) 17,412 km., 7680 km. i.0no proprietà dello St :i.to e 6759 km. sono <'Scrciti da esso. Tutte le rerro\·ic ungheresi occupavano nel 1902 76,736 IX"rsone, fra pcrson:tle superiore cd inferiore, vi:iggi:inte e di linea. Queste cifre hast:tno per dare un'iclf':i dell'importanza f'Conomica di uno sciop<'ro gener:i.le dei ferrovieri. Oltre a ciò lo oa;ciopcrof'bbe un grande <;ignifieato politico, poicbè in Unghcri:-1, dove impf'rn la mania dello Stato nazion:-tlc e dovi• ogni impiegato virnc v:ilutato secondo i suoi rncrit i per la causa magiara, i fcrro,·i('ri furono sempre i pili forti sostenitori dell'idea magi:ira. I.a stmnpa ullici:ilt' soleva chiamarli • i nostri p:-ttriotici fcrro,,icri" cd ovunque sorgevano di– sordini nazionalisti, colle solite brutali!:\ contro croati o rnteni, si poteva essere sicuri che i caporioni del n:-tzionali~mo maf!iaro erano ferrovieri. Le cause dello sciopero, Quali furono le cnusc che dctcnninarono la rib<-llione d<'i "Miri patrk;tici ferrovieri contro il governo magiaro? Essi furono oa;cgnoa t:rntc e tali prcpotcnzr, il govc,ro spiegò contro cli loro un t:i\ cu– mulo di brutalità, che non si s:1 proprio se sia stupcfac~·nlt: la lon– g:\llimità del personale o l'idiotismo del go\'Crno. Da 30 anni in qua i fcrrO\'icri ungheresi non ebbero alcun au– mento di sti1>endio. i\lacchinisti con diploma percepiscono dopo 3 :inni di sen,izio 6oo lire all'anno, facendo funzioni di fuochisti. Dopo 12 o 15 anni diventano macchinisti con 1040 lire cd nn m:1ssimo di 1440 lire. 11massimo dei fuochisti è 720 lire annue. ;'\on si ~on– cedono mai vacanze, ma si obbliga a molte e frequenti ore supj)lf'– torie. Dal 1893 venne abolito l'org:tnico e J':ivanznmcnto :"IV\'iCn<" per favoriti,;mo. I ferrovieri poi - e questa è enorme - non h:-trmo diritto a pensione! Pcrchè - guardate che finez;m ! - essi non sono impiegati di Stato, m:l « impiegati di un'a.ziend:t commerciale dello Stato>). Come somma grazia si concesse loro di fondare coi propri denari una cassa di pensioni. Grazie :il favoritismo imperante gli alti funzionari si resero padroni della cassa, I':tmministr:tvano m:tlc, fa derub:l\'ano riducendola al punto che ora la cassa è insolvibile. Per le stesse cause rovinarono quasi tutte le coopcr:ttive di consumo isti– tuite fra gli impiegati. Il J>ersonalc cominciò implor:in'do umilmente un organico e mi– glioramenti di salario. Nel 1899 i macchinisti mandarono un memo– randum ::il ministro, nel r901 si mandò un dcttagli:ito progctlo di riforme. Il governo ris:1>0scdi concedere, una volta per tulle. una gratificazione di 1,6oo,O<X>lire, per 40,000 impiegati! :\la perfino questa misera promessa non venne mantenuta! Invece si promossero, nel :-.:atale del 1903, t6oo impiegati. Fatto il cnlcolo si constatò ch<– il numero degli avanzamenti, nell'anno in questione, fu inferiore, compresi i promossi di Xatalc, della media degli altri anni. lt go– verno :wc,·a dunque commesso una truff.'l volgare. Fini allora il periodo delle preghiere. Si gettarono le ha-.i del• l'orgnnizzazlonc nazionale dei ferrovieri ungheresi, la qu:ilc rccl:tmò aumenti di salario, l'organico cd altre garanzie. Si pose il I m:1ggio come termine ultimo. li go\'erno, che ancom pote\':t scongiurnre il conflitto. di<-de prova di un cretinismo senza pari. Prcs\'nta\'a un progetto di lcggf' pieno di trappole giuridiche, che cffctliva.mcnlc avrebbe peggiorato le condizioni dei ferrovieri. Questi tennero comizi di protesta. cd il governo li fece proibire. Quando gli impiegati si riunirono, ciò mal– grado, la direzione fece sospendere 20 impiegati d:-tlservizio. Ciò :iv– vcnnc al 19 aprile. Lo sciopero. Gli impiegati di Buda P<-st, colpiti anch'e-.si dalle rappresaglie, ck·d">1•rolo sciopero. ,1-\llc8. 15 della sera. stessa si axvertirono tutte
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy