Il Socialismo - Anno III - n. 9 - 25 giugno 1904

1L SOCIALI MO 1 33 (oltre che di funzioni) così l'uguaglianza non è possi– bile se non nel1a classeproduttdce unitaria e cioè com– posta di soli lavoratori equipossidenti. VII. L'uomo e l'impresa, l'uomo e il lavoro. Sviscerato così il rapporto fra l'uomo e il capitale• rapporto concretantesi nel possesso del capitale da parte dell'uomo e nei corollari che ne derivano . passiamo ora al rapporto fra I' 1101110 e l'impresa. Abbiamo già veduto come strettamente l'impresa si riconnetta al capitale e quindi al possesso del capitale, per essere questo nella grande maggioranza dei casi « la base, il presupposto delle due funzioni operanti il lavoro sociale: impresa e lavoro in sè; dimodochè es– sendo il capitale a disposizione di chi lo possiede, da cui dipende se e quale impiego del suo capitale ei vo– glia fare, imprenditore non può essere, generalmente, ahri che il capitalista, immediatamente o mediatamente pel tramite di persone di sua fiducia a cui affida l'im– piego ciel capitale. » 11 possesso del capitale insomma comporta in modo eminente la facoltà dell'impresa, ne è, generalmente, la condizione e il mezzo. Di conseguenza, le vicende del rapporto inerente al capitale, ossia le vicende del possesso del capitale, si rispecchieranno nel rapporto inerente all'impresa. - Pre– scindendo da ciò, l'Impresa (sia con, sia senza capitale) è Individuate, associativa, collettiva, secondochè procede da un singolo individuo o da un gruppo d'indi– vidui uniti in società o da un ente collettivo (23). Ed t im• presa capitalistica o lavoratorla, secondochè pro-– cede da capitalisti (lavoratori o non lavoratori) (24), o da lavoratori che sono ad un tempo possessori - proporzio– nali o men che proporzionali - di capitale (25), o, in quei casi eccezionali ove l'impresa non richiede capitale, anche da lavoratori nullatenenti (26). L'impresa è mista, qua– lora vi partecipano piì:t categorie della classe produttrice ad una volta, il che è possibile solo in caso d'impresa ac:c;ociativao collettiva (27). (23) La stess:\ officin3 per la produzione del gas o dell'energia t-lettrica, ad esempio (= aziend3 in senso tecnico), può essere og– getto dell'impresa d'un solo individuo, o di una società (collettiva, in accomandita, anonima) o del Comune. Tutti i sen·izi pubblici municip:11in:tti o statizr.ati sono oggetto d'imprcs."l collettiv:t. (24) /mprm, f'o}ilnli.Jta: quella di uno eh€', possedendo rooo <li capitale, lo investe in un'azienda a cui egli o non partecipa affatto C'olsuo lavoro o solo con tanto di favoro quanto può applicri.rsi a roo o 200 o 900 di capitale. (25) Imprua lavoratorin: quella di uno che possedendo roo di capitale e 100 o 150 di forza lavor:ttiva (vale a dire non piil ca.pitale di quanto possa mettcni in opera con la forza lavorativa del suo pos-.essore), impiegn in un'3zicnda il 'itlOeapit:tlc e la corrispondente 'IU:\ forza. di lavoro (100 o 150). (26) P. c. una cooperativa di braccianti per la carica.zione esca– ricar.ione delle navi di cui si fa imprenditrice ella stessa, se il prezzo del la\'oro che eompie le \'enga pag:110 :1.nticipato o quando meno giorno per giorno, ndn avrà bisogno di capitale-sussistenze da esporre per corrispondere al fabbisogno giornaliero dei singoli suoi membri, in attesa. di ricevere e spartire il sudi.letto prezzo o la prima. rata del medesimo. In ta.l C:\50 anche dei la\"oratori sprov,·isti affatto di ca– pii.tic da impre5.'\ (per quanto esiguo) nonc::è di credito, possono farsi imprenditori. (27) Quest'è il ca,;o del • commesso cointeressato•; qua.ndo cioè 11prineip.-ile ( ~ capitalista) ammette il suo impiegato, con o senta una messa di capitale pari o inferiore alla costui potenzialità lavo– rativa (:::a possessore proporzionale o men che proporzionale, giac chè m caso di\'erso anche l'impiegato sarebbe capitalist3), a parteeip. 'l.re !egli utili e delle perdite dell'azienda. Là do\'e un addetto (im pie- L'impresa capitalista, poichè dispone di un'eccedenza di capitale cui non basta a porre in funzione Pattiva potenzialità lavorativa degl'imprenditori, ha perciò bi– sogno di lavoratori della categoria C., e cioè menopos– sidenti o nullatenenti, che impegnino la loro forza di lavoro in applicazione al capitale eccedente. Sen1.a di ciò questo non potrebbe funzionare µroduttivamentc e servire quindi all'impresa a cui vuol essere adibito (28). E veniamo al rapporto fra t uomo e il lavoro. Un determinato effetto di lavoro può essere operato <la un singolo individuo, lavorante di per sè, isolata– mente (29), o da una pluralità di individui, lavoranti insieme, in comune. Così pure l'effetto di lavoro a cui mira l'impresa e funziona l'azienda, o richiede lavoro isolato di un solo individuo, o lavoro in comune di piì:1 persone. Quindi il lavoro di un'azienda è individuale o collettivo. E' poi lavoro associativo quello risultante dalla riunione di più lavori individuali, omogenei od affini od anche di specie differente, i quali potrebbero però funzionare anche isolati, non essendovi rapporto di ne– cessaria tecnica interdipendenza fra di loro; tale riunione non sarebbe perciO una fusione dei detli lavori, ma questi conserverebbero una certa autonomia, talchè non apparisse esservi ormai una sola, complessa e più grande azienda, ma parecchie aziende associate (30). Lavoro collettivo si ha invece colà dove per la natura stessa del lavoro da compiersi, il lavoro non può esser fatto, nelle vai:ie sue fasi mutuamente interdipendenti, che da più persone lavoranti ali' effetto unitario prefisso :1l– l'azicncla dallo scopo dell'impresa (3, ). li lavoro è poi indipendente quando il lavoratore, identificandosi coll'imprenditore, non è soggetto riguardo all'i1;1piego ed all'esplicazione della sua forza lavorativa alle disposizioni e agli ordini di altra persona fungente da imprenditore. Il lavoro t! dipendente nel c1so inverso. ln una data azienda il lavoro indipendente può accom– pagnarsi a lavoro dipendente, quando cioè il lavoro è compiuto dall'imprenditore in comunione ad altri lavo– ratori posti al di lui servi1.io (il che è concepibile solo ga.to od operaio) è interessato solo 3g]i utili, non si può dire ch'""i parte cipi dd\'imprcsa; ma v'è piuttosto una mercede fissa in un mi– nimo e o:,cillantc per il di più, il quale è aleatorio e condizionato dnll'csito degli affari e dalla proflttcvolena dcll':u:ienda. E' C\·i<lente che dove un solo indi\,iduo è imprenditore, non può <· .. servi impresa mista. . (28) Là dove il numero dei lavora.tori (compre'ii al CMO anche gl'imprcnditori stessi lavoranti) .1ddetti a un'impresa sorpassa il nu– tn('ro delle persone J).'lrtecipnnti nll'impresa, questa è senz'nltro e ne– ccssnriamentc capitalista. (29) Il lavoro di un filosofo, di un poeta, d'uno scienziato, d'un artista (di regola, ma non Ìn tutti i casi nc-ccs..nriamcntc); oppure il lavoro del contadino o del piccolo artigiano che basta da solo a col– tivare il suo camp icello o a compiere il lavoro del suo mestiere, L'impresa di ta.lc la.voro s'intende che può essere tenuta dal la\'O– r:uore stesso come da estran ei. (30) Parecchi ::i.rtigi:lni (calzol.ai , lx,rbieri, ccc.), ciaseuno dei quali b.-ista individualmente a compi ere l'intero lavoro proprio del me\tiere (la confezione d'un paio di stivali, la barbitonsura, «c.) si riuni-.cono per 13,•orare in comune. compiendo tuttavia C'iascuno l'in– tero suo lavoro come prima, ma 1>-c. in locali comuni, con arn('-.i comuni, con acquisti e vendite in comune. Anche qni l'impresa di qut•sto lavoro as!.OCiato può essere tenuta dagli -.h.>s'iila\'Orntori in comune, o da uno o ta.luni di loro soltanto, o da un e~tmn~·o. {3r) l_"l,·oro collettivo è quello di una fabbrica, di un opifiC'io organato :\ base di specializzata divisione del lavoro, ove ciascun la– vorntor"" e-ampie solo una parte specifica dt'l complesso genere di la\·oro ch'è oggetto dell'atti\'ità produttrice della fabbrica.

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