Il Socialismo - Anno III - n. 9 - 25 giugno 1904
IL SOCIALISMO quindi in imprese altrui; salvo l'eventualità eccezionale di poter impiegare questo eccesso in imprese non abbi– sognanti di capitale e che possono quindi essere assunte anche dai detti possessori men che proporzionali o non possessori affatto. VI. Lavoratori equipossidenti, capitalisti, lavoratori meoopossidentie nullatenenti. Ecco adunque che il fatto della proporzionale od improporzionale distribuzione del capitale da 'impresa fra i consociati, sia in forma individuale, sia associativa, sia collettiva, dà luogo alla distinzione di differenti cate– gorie di persone, per rispetto al lavoro sociale, che sono: A) lavoratori possessori di capitale da i.mprcsa (individualmente, associativamente o collettivamente) in ragione della potenzialità lavorativa propria a ciascuno: lavoratori possessori proporzionali o· lavoratori equipos– sidenti., come li chiameremo; B) lavoratori possessori di capitale da impresa in ragione superiore alla propria potenzialità lavorativa, e non-lavoratori possessori di capitale da impresa: capi– talisti, lavoratori e non-lavoratori; C) lavoratori possessori di capitale da impresa in ragione inferiore alla propria potenzialità lavorativa, o non possessori affatto di capitale: lavoratori possessori men che proporzionali o lavoratori meuopossidenli., e la– voratori tmllatenenti. Quest'ultimi, della terza categoria - prescindendo dal suaccennato caso comparativamente eccezionale che, riu– scendo essi a farsi imprenditori coll'impiego della. sola propria forza di lavoro (là dove l'impresa non richieda capitale) oppure facendosi imprenditori col loro capitale (inferiore alla loro potenzialità lavorativa) e della corri– spondente - e perciò ridotta - propria forza di lavoro, il reddito dell'azienda costituisca ad essi un provento sufficiente al fabbisogno del loro tenor di vita - si tro– veranno nella necessità, al fine di poter completare i proventi fino al coprimento del fabbisogno, di impie– gare il totale o risp. l'eccesso della loro forza di lavoro al se_rviziod'imprese altrui, ossia quindi alle dipendenze di altre persone, ritraendone a provento il reddito (so– ciale) (22 a) della forza lavorativa cosl occupata. Ora, è appunto a questi bisognosi d'impiegare la propria forza di lavoro, tutta o in parte, alle dipendenze altrui, che ricorrono i capitalisti (cat. B) per la for,.:a Javorativa occorrente all'impiego del loro capitale (totale o eccedente, qualora siano pur essi lavoratori) in im– prese di lavoro. Sia qui, per incidenza, rilevato questo fatto carat– teristico, il quale accentua la già manifesta e profonda diversità di condizione creata fra i consociati dalla di– sfanne distribuzione del capitale da impresa fra di loro, ossia dalla contingenza del suo possesso or pro– porzionale or improporzionale or nullo, che li scinde in tre differenti categorie: mentre cioè entro la prima vi (22 a) A differenza di " naturale •. è condizione d'eguaglianza (relativa o "geometrica», non assoluta o « aritmetica )> ), • inquantochè ciascuno possiede (direttamente in regime di possesso individuale, meno direttamente in quello di possesso associativo, ed indirettamente in regime di possesso collettivo) il ca– pitale proporzionalmente ~Ila propria attiva potenzialità lavorativa; nella seconda categoria invece, essendo il capitale posseduto senza riguardo a tale proporzione e precisamente in ragione superiore, sussiste la condizione della pitt svariata disuguaglianza fra i singoli che vi appartengono, la quale andrà dal possesso minimo - cioè di poco superiore a quello corrispondente alla at– tiva potenzialità lavorativa del possessore, ed anche minore s'ei non sia in pari tempo lavoratore - fino al possesso massimo -superante questa potenzialità le mille e mille volte. Fra i capitalisti (cat. B.) vi sarà chi non possa occupare piìt d'un solo lavoratore della cat. C., chi ne occuperà alcuni, chi varie decine e chi varie centinaia e migliaia e decine di migliaia. Quindi fra i capitalisti, lavoratori e non lavoratori, è d'uopo distin– guere almeno tre principali categorie : piccoli, medii e grandi capitalisti. Così pure evvi condizione di disuguaglianza entro la terza categoria, in quanto gli uni de' suoi membri posseggono capitale se pure in misura inferiore alla pro– pria potenzialità lavorativa (la quale sproporzione può essere a sua volta la piì:1varia.), e gli altri non ne pos– seggono affatto; e condizione d'eguaglianza invece, in– quantochè tutti (salvo rare eccezioni) hanno la neces– sità di porre le proprie energie di lavoro al servizio altrui. Un ulteriore termine di eguaglianza o disugua– glian;,,a (naturale, mentre il primo è artificiale) si è poi la parità o diversità della forza lavorativa propria di ciascuno. Tornando alla fondamentale distinzione fra lavora– tori possessori proporzionali, capitalisti e lavoratori men che proporzionali o nullatenenti fatta dianzi, si presenta evidente che la etasse produttrice {2zb) di una società (ossia il complesso delle persone addette, mediante l'im– piego di forza lavorativa o di capitale in imprese di lavoro, alla produzione di utilità) o è tutta composta di lavoratori equipossidcnti, o di capitalisti unitamente a lavoratori meno possidenti o nullatenenti, o di tutte e tre le categorie insieme. Mentre non sarebbe conce– pibile la classe produttrice composta di soli capitalisti (lavoratori o non lavoratori), nè cli soli lavoratori me– nopossidenti o nullatenenti: chè, diversamente, o vi sa– rebbe per ciascun capitalista la totalità o un eccesso di capitale da impresa posseduto senza esser messo a frutto coll'investirlo in i1:npresedi lavoro, o per l'intera società un quantitativo cli capitale nè posseduto, nè impiegato e quindi inerte - il che è ina1nmissibile. Ne segue che come nella classe produttrice mista ovvero composta di due v tre sottoclassi diverse, di cui l'una - quella dei capitalisti - si suddivide a sua volta in tre gruppi di condizioni differenti, vi è disuguaglianza di condizioni . (22b) A prescindere da quella insignificante minoranza che parte– cipa alla produzione coll'impiego di capitale in imprese senza la,•oro, essendo il capitale produtti\'O di utilità senza bisogno della coope– razione del la"oro.
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