Il Socialismo - Anno III - n. 8 - 10 giugno 1904

_________________ 1L __ s_o_c_I_A_L_I_S_M_0 __ _ _________ "5 tamento eccessivo foderato di krmniraggio - le altre, in Francia, riaprono botteghe e scuole, sotto altri nomi, in barba al fiero anticlericalismo di Combes. La borghesia francese sente che della Chiesa potrebbe sempre aver bisogno come ultimo soste– gno, per quanto illusorio, contro le falangi prole– tarie e quindi non va a fondo. La protesta del Vaticano per la mancata visita del presidente Loubet - sebbene fatta in forma of– fensiva per un paese, come la Francia, che sente così vivo l'amor proprio nazionale - non ha deter– minato infatti che il richiamo temporaneo dell'am– basciatore francese. E lo ha determinato, non per iniziativa immediata del governo, ma soltanto dopo che i giornali pubblicarono il testo della nota va- · ticanesca, sollevando un'ondata di indignazione na– zionale. Invano gli anticlericali pili spinti, come Cle– menceau, hanno gridato che si doveva cogliere que– sta occasione per realizzare la rottùra definitiva fra la Franda e il Vaticano,· denunciando il concor– dato napoleonico tuttora vigente. Invano. Gli stessi socialisti Jaurès e Briand hanno detto che bisogna andare adagio. E la grande maggioranza della Camera francese così ha deciso, rinviando al 1905 la ripresa della questione. Frat– tanto molta acqua passerà sotto i ponti e chi vi– vrà vedrà. In sostanza dunque l'eccezione <li Francia alla dottrina socialista sui rapporti fra Vaticano e bor– ghesia non è così sostanziale nè definitiva, come taluni pensano. Ed io dubito forte che una pros– sima crisi ministeriale in Francia non abbia a can– cellare questa eccezione, anche nelle sue apparenze superficiali e. schiumose. Resta l'Italia. In Italia la rivoluzione unitaria - che fu essen– zialmente borghese - dovette essere anticlericale anche più della rivoluzione francese dell'89, perchè c'era l'ostacolo del potere temporale dei papi in Roma. E, naturalmente, dopo la breccia di Porta Pia, dato l'atteggiamento intransigente dei papi, governo e borghesia italiana dovettero continuare in un at– teggiamento di ostilità ufficiale verso il Vaticano. Non senza però che ogni tanto facessero e facciano capolino dei tentativi di «conciliazione» ... dall'abate Tosti alla regina Margherita. Venuto ora l'incidente Loubet e la relativa pro– testa del Vaticano, il governo italiano e la stampa borghese - dal Corriere della sera alla Tribuna, al Giornale d'Italia - hanno tenuto un atteggiamento che ebbe gli elogi del moderato e borgliesissimo Te111ps di Parigi, ma che non poteva essere nè più chiaro nè più eloquente ... a conferma della nostra dottrina. Portata la questione in Parlamento, il capo del governo non ha nemmeno rilevata l'ingiuria rinno– vata « contro colui », ecc. - col pretesto ignobile che quell'ingiuria ormai era stata fatta tante altre volte (.non però in questa forma nè in.' un atto di diplomazia internazionale). Onde l'Italia ufficiale ha lasciata sola la Francia, nelle proteste contro il Va– ticano, rimeritandola così della solenne prova di so– lidarietà ricevutane con esempio unico dal '7oin poi. E la ragione è che - fallito il tentativo giolit– tiano di attrarre nella rete dei compromessi e delle alleanze il partito socialista - ora il governo ita• liano si volge al Vaticano, per averne l'appoggio più o meno aperto nelle prossimé elezioni generali e nelle lotte successive contro ii proletariato, che si sveglia e si avanza. E la fornicazione clericale non poteva essere pi,, evidente : poichè,. pochi giorni dopo la nota vati– canesca « contro coltii », ecc., a Bologna il pre– fetto mandava solenne invito per il cardinale Svampa al palazzo m,micipale « dove Sua Maestà il Re ri– ceverà le varie autorità e prima fra esse la E. V., cui saranno resi gli onori dovuti ». E la cosa doveva, naturahJ1ente, essere combi– nata - malgrado Giolitti abbia detto alla Camera di non saperne niente, come se· un p'refetto potesse fare un invito di quel genere, e in quei giorni, al– l'insaputa del governo ! Infatti il già intransigente cardinale rispose che si sarebbe fatto un dovere di recarsi ,, a porgere l'omaggio del suo devoto ossequio a S. M. il Re». E in Municipio difatti egli fu ricevuto primo fra tutti, facendo aspettare in anticamera deputati, se– natori, ecc. ecc. Le dichiarazioni poi di Giolitti sul_contegno del governo verso il Vaticano - che « non ha ragione di essere mutato » neanche dopo la oltraggiosa nota diplomatica - hanno completato la dimostra– zione. E cioè anche i ciechi hanno dovuto accorgersi di questo a~teggiamento clericaleggiante dell'attuale governo italiano. Onde da una parte il Vaticano fa delle pro– teste cc per salvare i principii » - come diceva il suo rappresentante al congresso di Vienna nel 181 5 - ma è ben disposto ad accomodarsi in linea di fatto ... così in Italia come in Francia, malgrado la breccia di Porta Pia e malgrado la mancata visita di Loubet. La politica del Vaticano è stata sempre così. E la politica della borghesia è necessariamente por-

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