Il Socialismo - Anno III - n. 8 - 10 giugno 1904

IL SOCIALISMO e< il quarto stato>), che aspirava pure,. ed aspira, alla propria emancipazione. Il proletariato, nato e cresciuto nelle viscere del mondo borghese - come la borghesia era nata e cresciuta nelle viscere del mondo feudale - lotta oggi per la propria emancipazione e per la libera– zione dell'umanità dalla schiavitt1 economica, che è l'origine e la causa di ogni altra schiavitù poli– tica e morale. Per conservare il propriq dominio contro le fa– langi proletarie, che si avanzano elevandosi, la bor– ghesia ha tentato dapprima - in ogni paese - di negare al proletariato socialista l'uso delle pubbliche libertà, che essa stessa aveva affermate e conqui– state, abbattendo il mondo feudale. Ma il tentativo di soppressione violenta andò fallito e le leggi ec– cezionali e le persecuzioni giudiziarie e le repres– sioni sanguinose militaresche hanno fatto bancarotta - come strumenti di governo - pure riapparendo qua e là, come lampi sinistri e lividi dopo un tem– porale. Non per questo la borghesia ha abbandonato il sost'.egno che deriva al suo dominio economico e politico dall'esercito, dalla giustizia ·penale e ci– vile, e dalla Chiesa. Quanto al militarismo' la cosa è evidente. Non si potrebbe spiegare altrimenti la follìa contempo– ranea della cosiddetta << pace armata>> in una classe, come la borghesia, che pure sa far bene i suoi affari. Nè si potrebbe altrimenti spiegare come essa in Europa sperperi ogni anno migliaia di milioni nel militarismo, pur sapendo che ormai la guerra in Europa lion è più possibile, e ad essa è sosti– tuita la Welt-politik o politica mondiale o brigan– taggio fuori d'Europa per la conquista dei territori e dei mercati, nel sud-Africa come nell' estremo Oriente. Il militarismo costa caro: la borghesia lo sa. Ma seguita a sperperarvi le migliaia di milioni, perchè così crede di garantirsi contro cc i nemici interni » - cioè il prÙletariato - nello stesso tempo che procura una comoda carriera burbcratica per tutti i suoi figlioli, che non saprebbero guadagnare la vita nelle industrie o nelle professioni liberali o nei commerci. Ecco perchè noi assistiarno ora, in Italia, ai mi– glioramenti di carriera ed agli aumenti di stipendi per gli ufficiali e per i giudici - e anche per i par– roci - mentre· si lasciano maestri e scuole nella mi– seria. Il maestro semina nel cervello delle nuove ge– nerazioni il fermento della istruzione, che porta il popolo alla coscienza della propria schiavitù e dei propri diritti conculcati: onde il maestro e la scuola fanno traballare quella impalcatura del dominio di classe, che l'Esercito, la Giustizia e la Chiesa servono invece a puntellare. . .. Tale l'insegnamento limpido e positivo della dottrina socialista, che sa chiamare pane il pane. Senonchè nei rapporti fra la borghesia e la Chiesa ci sono, all'alba del secolo xx, due eccezioni vi– stose, che sembrano invalidare questa dottrina. E sono la Francia e l'Italia. L'alleanza tra Chiesa e borghesia era ed è piè, che evidente in Belgio, in Austria, in Spagna, in Svizzera, ecc. E l'Inghilterra, col favorire l'introdu– zione dei suoi preti nelle scuole, si è messa sulla me– desima strada; e la Germania va anche pili in là. Poichè tutti sanno dei recenti accordi tra l 1 impe– ratore luterano e il Vaticano, permettendo il ritorno dei gesuiti in quella Germania "dove venti o trenta anni fa è stata pure combattuta dal governo imperiale una fiera lotta anticattolica (il Kulturkampf). Ma in Germania il partito socialista si avanza troppo numeroso nelle sue falangi, perchè quel governo non creda .utile di accaparrarsi anche l'appoggio .difen- sivo del Vaticano... · . .. Rimangono le eccezioni della Francia - la quale da « figlia primogenita della Chiesa » si è messa a combattere una così rumoro$a campagna anticleri– cale, che ha nel ministero Com bes il suo strumento. politico ed ha avuto nella mancata visita di Loubet al Vaticano il suo episodio pili clamoroso. Io però non credo che la lotta anticlericale in Francia sarà una lotta inesorabile, senza tregua. Questa lotta è stata iniziata - dopo il processo Dreyfus - nell'interesse immediat'o della piccola bor– ghesia molto numerosa in Francia, eh<!dalla unione così eccessiva da diventare scandalosa fra esercito e clero, vide minacciato quel regime repubbli– cano che da trent'anni le assicura pace e benessere. D'altra parte, in queeti ultimi anni, una grossa frazione del partito socialista francese - durante e dopo il processo Dreyfus - ha assunto un atteg– giamento di alleanza e di accordo colla picc9la e media borghesia, onde questa è corsa a parare il pericolo più urgente, portato. dall'alleanza audace della sciabola coll'aspersorio. Ma della lotta governativa contro le congrega– zioni e contro il Vaticano molti hanno delle idee esagerate: in· realtà quella lotta è meno a fondo di quel che appaia. Alle congregazioni non si sono incamerati i mi– lioni - che sono il tesoro di guerra - e, meno quelle che trovano più tornaconto· a portare in Belgio, Italia o Spagna le loro industrie e il relativo sfrut-

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