Il Socialismo - Anno III - n. 6 - 10 maggio 1904
IL SOCIALISMO * * * Di fronte ad un simile stato di cose e dato il fatto che il fc:no– mcno ddla cmigr.n:ione italiana 11011 è tcmporant:o ma per contro permane e !ii'accrcscc, il go\'Crno - se d:wvero :1"csse a cuore gli interessi della J>.'ltri:t - dovrebbe sentire altamente il dovere di prov– ,•cdcrc seriamente, I tristi episodi dt'll:l sorda ostilit:\ o,•unquc co– '':'mtc- contro il 1:wor:nore it:\linno, a buon diritto ritenuto il cinese d'Europ:l, ammaestrano; Aiguc5-'.\lortes, Zurigo, (.:i '.\lotte '.\lortil– lèr<'S, Lione, Erwin, ~ew-Orlcans do,•rebbero signific.,rc ai nostri go,•ernanti l'imperiosn nccessit:\ di adeguati provvedimenti a tan10 male. Che cosa s'è fallo invece? ~icnlc o molto 1>0e0.Troppo poco! Si è votat:-c è ,•ero unn legge 1~r la tutela della cmigr:u:ionc; ma questa l11/rl.1 che è quasi carilh e non previdenza, non ripara che :-tgli inco"'·enicnti minimi. S'è posto in parte rimedio :-tllc spoglia– zioni dei scns.'lli, :i.Be:-tnghcric delle Società di nnvig::azione, nlle truffe dei cambia,·alute e dei cosidetli banchieri. :\la. tutto ciò ~ il meno. S'è difeso in t:i.l modo il piccolo interesse personale immedi:tlo dcl– l'cmìgr:mtc; m:i. non si è po~to questo nostro conn:i.zionnle nclln corK.lizionc di non essere fuori di patria s~gnato :l dito come l'in _ fimo degli uomini. S'è cef'Cl\10 di garantirgli il pane buono e la minestra abbondnnte durante il ,•inggio (ottima cosa!) ma non si è neppure tcnt:tto di dare a qucst' nomo In cognizione dei suoi do,·eri, dei suoi diritti, dei suoi interessi sopratutto. '.\"on si è pensato di risvegliare in questo essere la dignità di uomo senta dcll:-tquale egli s:,r:\ sempre :-tll'estero c;trumento inconscio della occhiuta mpina pn– dron:-tlc. l..c> si è abbandonato in p.'lese straniero :-ti dileggio delle genti, p,'lghi che, nvendogli facilitato il vi:'1ggio, egli si sin fin:llmcntc strappato :\Ila patria dando meno noie ai go,·ernanti. Tempo fa il prof. Scrgi propone,·a che speciali fondi venissero erogati ad istruire le masse che dal Sud d'Italia recansi In America specialmente nell'Amcri'ea del :--.'orde che fossero adibili dei maestr; element:1ri a curare la piaga 1>rofonda delr :i.nalfabctismo che ci di– sonOr.l aWcstcro e pone l'emigmntc italiano nelln peggiore condizione di vit:'l. :\In I:\ proposta, pratica più di tutti i bollettini di emigrazione, più di tutti gli uffici di lavoro, e p,ù di tutti i commissariati viag– gianti, ottenne un successo di battimani e null'altro. Hanno altro da fare i magnati d'Italia! Che impor1:i a loro del 75 010 di :i.nnlfabeti che dnlla C:llabrin sbar– cano n New-York? Forse che II pubblico erario può provvedere an– cora alla pubblic:i i,;tru1.ione dopo che tanto largo si deve mostrare coi fornitori militari e dopo che tanto deve aver d:tlo a popp.'lre ai succhioni delle forze no,;tre di tcrr:i. e di mare che ci fanno forti al– l'interno e rispettati : i.ll' t•stero? 11problema della pubblica Istruzione- è cosi strett:i.mente colle– gato al problema delln riduzione delle spese militari, che mai, senza la soluzione di questo ~'lrà possibile un:t 1>r:i.tic.'Iwluzione di quello. D'altra. 1>arte tutta la questione de\l'cmigrnzione è strctcamcnte legata :i <iU<'lln della nostra istruzione elementare. Ma è possibile sperare d:i.lln borghesia, anche libcmlc, it.'lliann una qu.'llsiasi opera veramen1c pmtica in questo senso? lo non lo credo. Tuuo nl più css:-t ci darli., come ci ha cl.'lti,dei nuoviuffici bu– rocratici, nei <1uali in qualche modo instnller:\ altri c;uoi clienti, e per mezzo dt'i qu.'llì dimostrer:\. ni miopi In bont:\. dclle sue inten– zioni. E le coc;e continuC'rnnno n camminare come oggi camminano, se non 1x-ggio ancora. ..•. « :\la e i consoli all'estero che ci stanno a fare? • dir:\. qu.'11- euno. I con.soli?! Bisogna non avcr posto mai piede nl di là di unn frontiern per aver ancorn un zlnzino di fiducia nell'opern del consolati italiani. Gli uomini, che sul bihrncìo degli esteri pc.sano per una non indifferente somma. hanno l:iconsegna di russare. Sovente sono delle brave persone, nobili per lo più, le<1ualiportano delle grandi marsinone alle feste ufficiali e dormono tutto Il resto dcll'nnno. Ncho conosciuto uno il quale, :'l chi gli chiedevn pcrchè non a,·ev3 telefono nel suo ufficio - era il console di una delle più grandi cillà del mondo - rl– spond<'va: P~rtht ,ro,r vo~/io seu11/11n/ Qunsi tutli hanno un ornrio di ufficio stabilito in modo da rendcre impossibile ai lnvorntorl l'nccesso ai con.solati. Nrlle conte-se che I nostri op<>raih:mno:l,·ute ('(Ihnnno con i loro padroni, i con.soli si sono sempre posti, senta csilanza, dalla P,.'lrte dei capitalisti, In paesi ove oramai le lotte operait: sono consi– derate tranquillamente come naturali conseguenze dell'auuale orga– nizzazione 1..-conomìcae lo sciopero "icn ritenuto come un diritto de– rivante dnll:i. contrattazione della merce-lavoro, i rnppresentnnti dell'Italia ufficiale nll' estero si sono nddimostrnti di unn rnen1alitfl pari :\ quella del pili povero poliziotto italico. Marsiglia, New York, Glncvra informino. Non dico dell'opera poliziesca direua compiuta dai nostri conso- 1:-tti.Do\•rei ricordare mille vergogne. Dovrei ricordare i ~'llnri p.'IS'ì,:\IÌ ai S.'lntoro, ai i\fantica, agli Orlando 1x:r avere le espulsioni dei Morgari, dei Campolonghi e di tanti e tanti altri modes1i e ,•aloro,i compagni. In breve, l'opera dei consoli italiani fu sempre o nulla o d:tn– nosa :-tlla classe lavorntrice emigrata: fu semptt opera renzionarin. . . . Ed oggi ci si annunciano i commiss.'lri ,•inggianti e gli addetti consol:ui della emigrazione. Il progetto, matur:\lo dalla mente frr– vidn di Antonio Vergnnnini, gi:\ era stnto portato in discussiont• :li Congresso delrUnionc soci:tlista italinna in S\'lzzer:i fin d:i.l tSgg e quel Congresso lo aveva in bello modo ... pa.ss. 'ltO agli archivi. Già fin d'allora i compagni intr.wedevano che il nuo,·o ufficio proposto poteva offrire più inCOn\'ellicnti che- dnre ,·antaggi seri e rc;ili nlla emigrazione. Si teme\'a soprattutto che il commissnrl:tto potcise divent:i.rc una succursale dei consolati incepp.'lnte rorganiz– z:i.zione di classe dei lavoratori italiani nll'estcro. E il timore era giustificato non solo per la ragione generale che noi socialisti in– trnnisigcnti avanziamo Intorno al criteri eminentemente borghesi cui si ispirano. piu o meno, lutte quante le opere dell':i.ttualc governo di classe; ma anche per una rngione prntic.1 che 1· opcrn di questi pochi anni di esperienza ci hanno dimostrata. Aprite il Bolltlli110 (Uf/'emicrat.1'o1re e leggete quasi tutte le relazioni che pubblicano i no– stri consoli, gli agenti consolari o gli uomini che l'ufficio centrale ritiene c:i.pnci di parlare ni nostri emigranti dei loro interessi. L·impressione generale che si ritrae da questa letturn è che il J,alernb ,pwrno nblf Ila du NIIII preqa11~ib1u: 1111111dare/11ori l'//a/ia, non jmporla (/q-,;e al a q11nlu1t9uertnlo, i pro/el11ri dLl/a lur11 e del/" ind11slria. I prezzi della mano d'opc:rn all'estero sono generalmente es.'ll- 1ati; si fanno dam:nre din:lnzi agli occhi degli it:tliani nffamati e stremati di forze le tre lire e dnqu:lnta, le quattro lire giornnliere che si percepiscono in Fl':lncia ed in Svizzera, le cinque della Gcr– m:tnia, le sette e le otto lire del Nord America, traducendo in lire italiane, i franchi, i marchi cd I doll:i.ri quasi per invogliare i lavora– tori a p.-us..uc le Alpi cd il m: i.re. D'ahra p.'lrte non si dice mai o quasi mai delle difficoltà che il nostro operaio incontr:l, a meno che non trattasi proprio di difficoltà insormontabili: non si CSJ>Ongonoi bisogni nuovi e le nuo\•e neces– sità della nuova vita; non si :1ccenna al fatto che ai m:i.ggiori snlnri vanno unite condizioni di vita diversissime, alle qu:tlì occorre che I nostri conn:uionali si uniformino se non vogliono essere considerati come degli iloti in terra stmniera. '.\"elle rel:uionl suddclle, dopo nver !Jerillo dei snl:lri clcv:ltl, si nccenna :li modo di ,•ivere degli opcrni itnli:-tni, se ne loda spesso la somma virtù del risp.umio, In rcsl– stentn alle fatiche anche ph.i ingrate e si fa loro nn grande elogio pcrchè sono frugali, parsimoniosi, contenti di poco pane ... Con~e– gucnz.'I diretta di questa esaltazione dei buoni salari e dcll:t ponibi– lit:\ di vivere ~a ,rranili(t) n buon mercato, è il lr11mira.rzio. Ma del lrr11niragKio, dello sca6ismo italiano all'estero, piaga schifos..'Idella nostra emigrazione, il bollettino dello Stnto non si occupa punto . Un nostro agente consolare agli St.'lti Uniti d'AmeriC:l, residente in un:-t delle più industriose citt:\ nmericnne, mi nfferma,•:l che avendo in un suo rapporto osato dire interamente In vcrllà intorno nlla co– lonia itnlian:i, con sun meraviglia, il suo scritto era stato rivisto e corrctto in cosi malo modo che egli più non lo riconobbe qu:tndo lo leue pubblicato sul Do/lettino dt!la emigra;U,,,,. Ciò dimostra che gli invinti del go,•erno, gli stipcndi:i.ti dello St:-tto dovranno, giunti : i.ll' cs1ero, o entrare in questo ordine di idee cmi- . (t) Chiamasi .rra11ilo in linguaggio coloni:llc l'operaio che non s1 nutr~, che no~ ~i veste, che alloggi:t mnlc e vive peggio per ri– c;pn.rm1:1rcqu:tttrini.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy