Il Socialismo - Anno III - n. 6 - 10 maggio 1904

88 IL SOCIALISMO italiano lavoro abbondante, intelligente ed a buon mercato - noi non si:lmo amati all'estero: spesso siamo odi.ili, quasi sempre disprezzati. Ci disprezzano gli operai indigeni pcrchè per essi rappresentiamo la brutta categoria dei s«rrasins, degli slrilu 6rokers, dei irtmdri, degli sca/Js; ci disprezzano i bottegai pcrchè noi generalmente non consu– mì:11no quanto dovremmo; ci disprezzano in generale le popol:ll:ioni, perchè sfamo refrattari ad :ux:cttmc la loro civiltà e ad :-iclattarci rii · loro costumi, ai loro usi, :\Ile loro abitudini. Quando si vede ropcraio it:tli:mo, il quale dì solito percepisce s:11:ui più bassi dei lavoratori del paese, ricscirc a risparmiare sull:t magra mercede il gruzzoletto che custodisce con tanto amore o che periodicamente spedisce in Italia, si comprende immediatamente che questo risparmio non può essere che la conseguenza di Ufy'l vita in• fcriore e ci si spit:ga anche l'antipatia che comunemente la nostra emi– grazione ispira. Ho visto vecchi emigranti meridionali tornare a casa dopo quin• dici, venti anni dall'America cogli stessi c:ippcllini a sghimbescio, cogli stessi abiti di fustagno, sporchi, luridi, come quando avc\·ano :lbb:lndonata l;t patria e con pareect,ic miglbi:i di franchi cuciti all:l cintola. Come non provti.re un sentimento di ripugnanza di fronte a tanta miseria intellettuale? La folla, che si tro\ 1 a danneggbta nei suoi interessi, non può essere pietosa, nè può ragionare. Quindi ran– tipatb, il disprezzo, rostilit:\. . .. Naturalmente questa avversione profonda, c;ntinua, delle popo• !azioni indigene contro i nostri lavoratori emigrati trova la sua eco non solo nella stampa, ma rinche presso i pubblici poteri. Ed ecco pertanto in questi ultimi anni, in quasi tutti i paesi nei quali l'operaio italiano porta il contributo dell'opera sun, farsi str:ida t'idea della neccssit:\ di frennre l:l immigrazione e di stabilire lt>ggi le quali controllino e sottopongano a determinate regole il la· voro dell'operaio forestiero e vietino magari, in speciali circostanze, l'occupnzione dei la\•oratori strnnicri o neghino loro addirittura l'in• gresso sul terrilorio della nazione. Cosl abbiamo a, 1 uto, nd esempio, negli Stati Uniti di America il Lodgc·s bill contro la immigrazione 1mdnirn.b/e, mediante il quale si pongono freni allo sbarco dei lavoratori europei - e sopratutto ita– liani • sul continente nord.americano, cd abbbmo ora tutto un mo• vimento il quale tende a stringere maggiormente questi freni e vi son t:lhmi i quali • applicando letteralmente la teoria di Monroe alla questione della emigrazione • chicggono che, perchè l'America ap• parte1~ga veramente agli americani, sia posto il veto assoluto all::l. immigrazione di operai forestieri. Le stesse organizzazioni operaie sono favorevoli a queste nuo,•e e più forti restrizioni e, se. è vero che nell'ultimo congresso di Boston si fecero platonici voti di solidariet:\ anche cogli italiani, non è men? vero però che nel suo rapporto annnnle il presidente dclln Amerù-011 Falern✓itm of I.AQor - Samuele Gompers - ha a spada trattn soste• nuto In neccssit:\ di chiudere le porte del Nord America agli italbni come gi!'t son chiuse ai chincsi. E questo desiderio non solo è nel\' animo dei capi della orga– nizzazione operaia, ma anche e sopratutto dei gregari, della massa lavoratrice. Anche la Chiesa - starci per dire tutte le Chiese • per quanto gli operai itnliani, in modo speciale i meridionali, diano contributo finanziario non disprezza.bile :\I mantenimento del culto • è in gran parte partigiana della limitazione del diritto di emigrazione. Ricordo, fra gli altri tanti, il discorso or non è molto pronun• ciato in proposito dal re,•crcndo Mac Arthur a ~ 1 ew•York. • :\'cl• l'ultimo anno • egli disse • pii.1di centomila stranieri sono giunti negli Stati Unjli. Di questi la gr:i.n parte sono nnnlfabcti cd hanno lutti i vizi derivanti dall'ignoranzn. Il Loclge's bill, che ha. escluso qualcuno di questi ignoranti dal nostro p."lesc,non ha sufficiente forza contro tanto m:\le cd altre leggi restrittive sono necessarie per difcn. dcrc le istituzioni nord•:uncriC:lnc dalla rovina che le minaccia ,.. Eguali concetti csprimC\'a or è qualche mese un alto prelato nell'inaugurare una nuova chiesa. cattolica n Utica (2\ 1 • V.). Gli ita• liani \'Cniv:\no dipinti nclln sun ornzione quasi come la peste delle masse emigranti del ~ord Amcric:l. * ·» • t\è diversa da quella della Chiesa è l'attitudine ddlo Stato e dei suoi rappresentanti. La loro avversione per la popolazione it:l– liana emigrata e sopra fotto per quella che sta per emigrare è nota. Cosl Teodoro Roosevelt, molto più esplicitamente di Mae Arthur e col consenso univers:-tle, ultimamente nel suo messnggio al $conto ed alla Camera dei r:lpprcscntanti, potC\'a dire: • :'\'oi non do,•remmo avere un:1 soverchia immigrazione, per quanto buona, noi 11011 dqvremmo nverne n§nllo mlti11a (ritcngnsi che la immigr:l:donc buona è quella di Germani:1, dcll'lrland:1, del Belgio, della S\•czia, ecc., mentre la. cattiva è costìtuitn dall'Italia, dalla Po• Ionia, Galizia, Armenia, ecc.). Bisogn:t trovare il mezzo di a\lonta• narc completamente la immigrazione non desiderabile (leggi rita• liana) e di diminuire la buona, nvcndo cura di distribuirla utilmente ndle varie regioni del p.1.cse. Presentemente certi distretti, che ri• chiedono \'opèra degli emigranti, non ne hanno punto, mentre in altri paesi si ha una vern e propria congestione di clementi stranieri, cosl da deprimere il prezzo della mano d 0 opera, da rendere critiche le condizioni di vita. ,. E: altri uomini politici• non ultimo rora decesso senatore M:ucus Hanna . cOn\•Cnncro con Roosevelt nella necessità di questa lotta contro l'elemento meno buono della immigrazione europea negli Stati Uniti, tanto che io potrei continuare a lungo a citar articoli o.: discorsi per documentare la min affermazione che non è lungi il giorno in cui nel :\lord America si approvcr:inno nuove leggi per frenare e ridurre i:l corrente immigratoria. E se dopo quelle dell"Amcrica del ~ord ci facciamo a considerare le condizioni de! la\•oratori ita.!iani emigrati nella vecchia Europa, noi dobbiamo melanconicamente constatare che anche qui l'avvcr• sionc per la nostra massa lavoratrice, se ha cambiato di forma e non si m:mifosta più con atti di \ 0 iolenza brutnle come un tempo, persiste tuttavia cd è radicatissim:l. I~ radic;ta :ld un punto che gli stessi uomini meno affetti dal pregiudizio patriottico e nazionalistieot gli stessi socialisti, debbono in certo qual modo obbedire ad essa e prestarsi a lottnrc contro la nostr:'I emigrazione. Cosl in Francia uno dei primi a proporre leggi di eccezione contro i lavor:Hori italiani fu il Lafarguc cd oggi nncora 11.farccl Somb:lt, ed nitri, anche del gruppo rivoluzionnrio, le sostengono tanto che il Segretariato intcrnnzionalc di Bruxelles deve intcn•cnirc per richiamare quei compagni ad un contegno più socialista. In S\•izzera è avvenuto, avviene cd avverrà, forse per lungo tempo ancora, la stessa cosn. Ricordo che molte volte nel progrnmma elettorale del partito si legge: • Esclusione degli operai stranieri dni hwori del Comune e dello Stato • per quanto il partito sappìn ottimamente che la mano d'opera indigena non è paragonabile ali:\ italiana. Ricordo d'aver letto giornali, scritti da compagni, nei quali l'odio contro la nostra emigrazione era fomentato e quasi sfruttato a beneficio di poco scrupolose personalità politiche social;ste o sedi• ccnti tali. Ricordo ancora che una delle principali cause che indus• scro il popolo svizzero a respingere il progetto della assicurazione di Stato contro gli infortuni, si fu che essa legge fovorivn special; mente i forestieri cd in primo luogo gli italiani. E di questo argo• mento non sdcgn:trono servirsi anche taluni socialisti•avvocati contrari alla legge stessa. Ricordo che, in grande pnrtc, gli scioperi, che i la,•oratori italiani dichiarano in Svizzera, si 1krdono a cagione della palese ostilit!'t della opinione pubblic."l, la quale non si placn se non includendo nelle tnriffc condizioni speciali per gli operai del pnese, i quali intanto che dura lo sciopero, spesso sono krumirescamcntc al lavoro. Anche in Gcrmanin • per quanto e le organizznzionì profcssio• nali e il partito socialistn abbiano fatto e facciano del loro meglio per attirnre :'I sè l'elemento italiano e per educarlo alla scuoln della •. soliclariet:l internazionale - poco si è ottenuto e calano col:\ ogni anno le torme cattive dei krmniri a spezzare la organizzazione di classe a beneficio dello sfruttamento p:tdronale. Cosl avviene che anche in Germania gli italiani son poco stimati come operai e come uomini. ~è diversamente nccadc in ogni altro paese civile.

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