Il Socialismo - Anno III - n. 5 - 25 aprile 1904
68 IL SOCIALISMO compatibilità logiche, che rendessero impossibile l'unità. Prima della delineazione .netta delle varie correnti non si può onestamente affermare un'unità, che potrebbe anche non pili esistere. Nello stesso senso parla M1 ~KI.ON r . TURATI dice che il Congresso si propone <li tracciare le vie per la n.::denzione del proletariato. Dobbiamo, egli esclama, iniziare la storia nuova con un atto di ipocrisia? La disciplina è una bc'lla cosa, ma essa imp1ica il sacrificio cli una. parte delle nostre convinzioni. Ora, come possiamo impegnarci a tale sacrificio prima cli sa– pere quale parte dovremmo sacriticarc e se il sacrificio richiestoci vada a pro di convinzioni essenziali? Tale disciplina cieca è roba da galeotti, non da uomini liberi. Prega di respingere la pregiudiziale. LA1w10LA si associa a queSto modo di vedere. Ancht: F1rn.R1 crede che il voto con cui ora si po– trebbe riaffermare l'unità sarebbe ispirato dal sentimen– talismo .. Non occorrono all'unità questi anticipi. 'L'unità deve saltar fuori dalla discussione stessa perchè è nèlla logica delle cose e nel desiderio della grande maggioranza. SOLDI difende la sua pregiudiziale dicendo che dob– biamo scegliere la via da seguire, scegliere fra l'esempio fornitoci dai socialisti tedeschi o da quelli francesi. La pregilldiziale viene quindi respinta e s' ,inizia la discussione delle tendenze, essendosi i relatori rimessi alle loro relazioni stampate. Parlano in favore dell'ordine del giorno Labriola TREVISONNO, PoN-r1-:s10N1, B,\RBERIS, LONCAO e Cc.)Lu) tutti d'accordo nel reclamare che venga accemuato il carattere di classe del partito. BARBERI$ deplora che il partito si sia lasciato addoruesticarc con quel mise1=0 osso ·gettatogli dal Giolitti. COLLIchiama trasformismo la politica seguita ulti~ mamente dal partito. Segue l' avv. BASSOche deplora la polarizzazione avvenuta nelle tendenze, per cui queste si raccolgono intorno ai due estremi della teorica e pratica socialista. Molte riforme sono utili al pr0letariato 1 benchè la bor– ghesia non le conceda per il suo buon cuore 1 ma nella speranza dì ritardare la catastrofe finale. Si può para– gonare la tattica della borghesia in materia di riforme a quella ciel cacciatore, che dalla tana della tigre ha asportato i tigrotti, e, vedendosi inseg.uito, li abbandona uno ad uno, che la tigre prende e porta a casa, ritor– nando poi a perseguire il càcciatore. Vi possono essere momenti in cui conviene alla borghesia fare concessioni al proletariato. Conviene a questo approfittare di tali momenti. L'oratore respinge infine l'idea della collabo– razione di classe e dichiara che voterà per l'unità del partito. CEROSAdice che con tanto parlare che si fa delle riforme le conùizioni del proletariato non migliorano. 1 viveri' sono cari come 10 anni fa: i fitti raddoppiati. li partito, fattosi riformista, ha dìrninuita l'efticacia della sua pressione sulla borghesia. Voterà contro ogni cof– laborazione, che non farebbe che ritardare le vere ri– forme, che occorrono ·al proletariato. BELTRAMI legge brani degli interrogatori i di Lazzari e Croce durante il processo del 1894 a Milano. Da questi brani risulta come i·•dtie co:npagni ebbero idee evoluzioniste e si dichiararono alieni alle violenze. 11 prossimo oratore, C. ìV[o~mEtto, ricorda l'azione cli socfrilisti al 1~otcre,dei T~1iebaut, nliller,:rncl, Fouquet, citandoli come prova contro la collaborazione propu– gnata da 'furati. Voterà per Labriola. RANGO invita i riformisti a passare al panito ra– dicale. R1\PPO di Torino dice che i riformisti si compiac– ciono di citare Marx, ma che questi avrebbe ragione di querelarli per diffamazione. !\larx ha eletto: Proletari di tutti i paesi, unitevi. Invece i riformisti si oppongono perfino a che certe categorie dì lavoratori entrino nelle Camere del lavoro. ?1cNATE1.L1, un operaio, deplora che si diventi troppo prudenti nel partito, troppo legalitari. Ma quancto suo– nerà 11ellastoria l'ora della violenza, .essa clovd tro– varci pronti. Dobbiamo tenere vivo in noi lo spirito rivoluzio– nario, non gettare giì.t gli idoli antichi per inalzarne dei nuovi. Non siamo turatiani, ferriani, labriolanì. Comin• ciamo coll'educarci noi stessi ad una fierezza demo– cratica. Dopo BALZANO, che parla conto la collaborazione di classe, ammettendo che si voti caso per caso per 11n ministero, prende la parola LAZZARI. l~sordisce citando fatti recenti della vita operaia g.enovese provocando interruzioni ripetute. Passa poi a considerare i frutti del ministerialismo dei socialisti italiani. Esso ha tanto fiaccato l'energia ciel partito. tanto diminuito la sua temibilità 1 che si è avuto un ·aomento di spese militari che nemmeno Pelloux avrebbe osato· proporre alla Camera. Prima la reazione bvorava coi fucili e colle baionette, ora si è aperta la farmat.:ia della legislazione sociale con pillole e cartine. li pro· letariato non deve perdere di vista la propria meta, che è l'espropriazione della classe c~1pitalista. Bissolati dice nel suo ordine del giorno che il partito deve, maJ grado l'appoggio ai ministeri conservare il suo carattere ..;pecifi€o. Ora non vi è partito che non abbia sempre affermato 'questo, anche quando era già sulbt via della completa degenerazione. ì\ila non si può conservare a furia cli dichiarazioni riò che giornalmente si nega e si calpest.i, nell'azione. L'oratore 11011 crede poi che vi possa essere un governo borghese che dia sufliciente affidam4;11to di f.tvorire gli interessi del proletariato. Meglio del partito, il governo sa distìnguere fra riforme che mettono il proletariato in migliori condizioni di lotta e quelle che servono solo ad addomesticarlo. Elargisce queste ultime riforme, ma si guarda bene di concedere le altre. Parlano ancora Co1rn.AOIper i rivoluzionari, provo– cando una tempesta di proteste quando dice che i conta• clini reggiani sono fotiéisti, che non pensano col proprio cervello. 1\'loNDOLFO per i riformisti, che taccia la ten– denza ;11edia cli volere congiungere per forza due ten– denze opposte, qualificando questo tentativo opera di m~zzana, e DucoN1 1 che combatte la collaborazione di classe.
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