Il Socialismo - Anno III - n. 4 - 10 aprile 1904
52 IL SOCIALISMO ripudiando così ogni riforma legislativa strappata alla classe dominante dall'azione politica elci prole– tariato. Questo 11,on. exped-it ci sembra almeno altrettanto ingenuo ed illusorio quanto l'infatuazione puramente politica e riformatrice della borghesia, poichè di per se stessa neppure l'azione dello Stato ha carattere di permanenza; e il proletariato può trovarsi alle volte nella necessità di dover ricorrere al potere che agisce all'infuori elci conflitti diretti fra salariati e padroni pe·r provocare delle norme legislative e delle sanzioni sempre modificabili e transitorie, ma che valgano ad affrettare l'evoluzione, e che hanno perciò tanto valore quanto può averne lo sciopero, la re– sistenza, il boicottaggio, e via dicendo. Può darsi che tutti, in teoria, riconoscano i vantaggi dèi ri– posi periodici, ma può darsi anche che in pratica i lavoratori pilt interessati per i primi, incalzati dal bisogno o anche semplicemente da momentanea preoccupazione di guadagno, sieno disposti a lavo– rare giorno e notte per mesi e mesi senza riposarsi mai; può darsi che tutti protestino contro l'iniquo sfruttamento della mano d'opera infantile, ma può avvenire che non basti la solidarietà e la coscienz~ dei pochi ad impedire che questo avvenga, cd in simili casi può apparire conveniente sottrarre i con– flitti alla instabile conquista dello sciopero e della resistenza per affidarli alla disciplina dei poteri dello Stato, che in questo caso può fare opera pili ener– gica e pili rivoluzionaria di quello che non arrivi a fare il libero giuoco delle resistenze in lotta. Noi socialisti in sostanza accettiarno un'arma di battaglia in pili di quelle impugnate da quel– \' altra parte di organizzatori che non vuole saperi'1e cli azione legislativa e statale ed anche sotto questo riguardo sembra che i fatti stiano per dar ragione a noi. Valga qualche esempio: lo sciopero dei fornai parigini dcli' anno scorso era capeggiato dagli anar– chici padroni della Borsa ciel lavoro. Si trattava di ottenere uno scopo pur tanto semplice, abolire cioè la speculazione laida dei mediatori; ma siccome gli operai panattieri non possedevano una organizza– zione molto solida, a nulla valsero i terribili discorsi dei condottieri nè le minaccie di sciopero generale nè i romorosi propositi di mettere a soqquadro Parigi piuttosto di cedere. Relativamente pochi panattieri scioperarono; e gli altri; non se ne dettero per inteso ... tanto che gli stessi direttori del movimento dovettero un bel momento salire le scale dell'odiato ministero per invocare l'intervento di quel potere che prima ave– vano disdegnato e folgorato! Ricordiamo pure lo sciopero dei rnuratori di Ginevra, nello scorso anno, condotto pure dagli anarchici. L'eroica resistenza,di quei lavoratori, du– rata per mesi e mesi, fu messa a ben dura prova sopratutto per le inaudite provocazioni della polizia; ma i capi, per q'uanto anarchici, dovettero sempre predicare la calma per non c·ompromettcre tutto il movimento con atti inconsulti. Assistemmo recentemente al Congresso nazio– nale dei tessitori (una delle poche federazioni di mestieri italiane che abbia il comitato direttivo com– posto in maggioranza di anarchici) ed anche qui abbiamo avuto modo di constatare nello statuto della federazione, redatto da anarchici, disposizioni da poter essere sottoscritte dal piì, temperato dei socialisti. E se per quel che riguarda l'azione degli scioperi non si accettarono cornpletamente le con– clusioni del relatore socialista - giudicate da tutti tali da rendere quasi impossibile qualsiasi sciopero - pure gli stessi anarchici circondarono l'uso di qL1esta arma di tali precauzioni da rendere difficile il tagliarsi le mani. Gli è che nel cimento dei fatti, ciò che è pratico si impone e le teorie esulano e si disper– dono. ì\1a per restringerci alla questione esarninata in questo articolo, concludiamo essere sempre pili con– veniente che i socialisti conquistino e penetrino dei loro principii !e organizzazioni professionali piuttosto che fonderle e confonderle col partito. I due mo– vimenti - quello politico e quello economico - de– vono camminare paralleli ed essere al caso l'uno il correttivo cieli' altro. r cl 1901 il gruppo parlamentare socialista, allo scopo di salvare la vita delle organizzazioni di me– stiere, vÒtò per il ministero Zanardclli-Giolitti, il quale clava affidamento allora di voler rispettato il diritto di organizzazione. Nell'aprile del successivo anno, il 1902, lo stesso gruppo parlamentare so– cialista dopo la militarizzazione dei ferrovieri era. assai perplesso di fronte alla convenienza o meno di rovesciare il governo negandogli il voto, e quasi certamente gli avrebbe votato contro se non fossero intervenute le organizzazioni operaie a sforzagli la i-nano. Noi qui non andiamo a ricercare se le pubbliche libertà potessero nel 1902 essere minacciate da un ritorno di reazione come nel 1901; a noi importa qui dimostrare che le due forme di organizzazione possono correggersi e cornpletarsi senza confondersi. ln quanto ai « casi >> di leghe · contadine che per essere nate e allevate nella pili intensa propa~ ganda socialista si trovano costituite di lavoratori tutti socialisti, essi ne si presentano in numero così scarso e .la questione della iscrizione di tali com– pagni nel partito senza sperperi di danaro per lo– cali, esazioni, ecc., ci sembra così esclusivamente
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