Il Socialismo - Anno III - n. 4 - 10 aprile 1904
IL SOCIALISMO 59 attivith, dì fede che superava quasi qucll? del maestro. Cosicchè, quuando nel 1824 Owcn andò in America, egli lasciò in Europa e fuori d'Inghilterra nlcunc realizzazioni del suo progrnmma socirue che gnrcggiavano con Ncw-L:1.nark. Le prime cooperative inglesi usci– rono cosi dall'opcr:1 dei suoi discepoli entusiasti. In America Owcn comprò un villaggio che chiamò New Har– mony, e lo trasformò lutto secondo i criteri già rcalizz:i.ti a New Lanark. ì\"on soddisfatto :mcom proccdè sino al l\•lcssico, nel 1828, vata in ogni sua materia cd in ogni sua forma dall'opcrn del capitale, consacratosi, dntosi inticramcntc a realizzare la piii grande delle imprese ed il pii.t lauto dei guadagni, la elevnzionc del proletariato. Questo non va gih ai difensori fegatosi della ingiustizia borghese; che il c:'l.pitalc muti rotta e si dccìd:\ per sua illuminata \·olontiì - come fariì. per imperiosn forza di cose - a diventar la leva dclb in– numerevole umanità che lavora. Ma intanto è da Roberto Owcn che data il vero e proprio mo- ove gli si voleva donare, per ingrandir t'opera meravigliosa, un im- vimcnto di organizzazione, non solo cooperativista, ma socialista mcnso territorio. Ì'è mentre compiva cosl lunghi viaggi e profondeva una incal– colabile energia nelle sue applicazioni pratiche, diminuiva l'attiviti'I di pensatore e di scrittore. Anzi le sue opere più profonde e originali vennero composte e pubblicate in quegli anni. Dal 1826 al 1844 diede :'I.Ila luce A book of the 11ew A1oral World, nel qual trattato della morale nuovn la dottrina oweniana della società ac<1uista decisione cd arditezza ancora maggiori. Durante il periodo 1844-1847 scrisse, essendo in America, il libro che pubblicò poi, tornato in lnghilterr:,, nel 1849, Revol11tùm ùz 111ù1d and pr,utice e quelle Letters lo lhe lnnnnn race, un nnno dopo, che non hanno perduto nulla della loro freschczzn in oltre mezzo secolo di vita, di esperienza e di progresso. Dal 1850 al 1852 fondò e diresse un giornale settimanale; lo fece morire per fon(larc unn rivista, il 1853, quelln RrdUmal Quarterly ove eombnttè tante e così vive battaglie per la rivoluzione umann. Ebbe, nel i854, la sua parentesi spiritistica di cui ci restn un libro curiosissimo : New e.ristcnce o/ ma11 upon earth. Fondò ancora una nitra rasscgnn: Th~ .il1ilknial Ga::ette, nel 1855, e sul declinare della sun incredibile, indescrivibile esistenza di pensatore, di agitatore, di creatore di società, di redentore umano, di viaggiatore e di pioniere, ci diede, come per lasciare i suoi conti ben chiusi, l'autobiografia, in due volumi preziosissimi: Tlie li/e o/ Robert Owm, wn'llm. by himseif, nel 1858, *-l\ Owcn è stnto molto maitrattato dai biografi e dai critici. Gene– ralmente si è voluto vedere in !ui un rinnovatore di Morus, di Cnm– pnnella, di Mnbly, di i\forelly. Nulla di più incompleto, anzi di piìi falso dì ciò. Owcn ha di proprio e di nuovissimo il criterio sociologico della vita umana. Quando la sociologia del Comte si veni:ie diffondendo e, a mnno a mano, venne esercitando la sua azione trasformatrice su tutte quelle che si chiamavano le scienze mornlì, Owen :wevn già nttaccnto e demolito In interpretazione individualistn dell'umanità. Ciò che Rousseau aveva· capito per mezzo del sentimento, Owen seppe per via del raziocinio positivo. L'iridividuo è un prodotto; quando nasce, nasce ambientato in una maniera precisa, locale e tutto quanto c'è di snno e di guasto, di bupno nllo sviluppo della vita cosl fisica come sociale o di refrattario ad esso è il risultnto delle condi:doni di ambiente. Per Ginn Giacomo Rousseau l'uomo nascevn buono di unn bontà spiritualistica che in Owen non ha pii.i posto. Gli uomini non nn• scono nè buoni, nè C:'lttivi; è, invece, la società che li pl:tsmn se– condo In proprin forma. Una modificazione dell'individuo è, dunque, un non senso, poichè l'individuo non può essere "modificato che cblla società in cui nasce ed in cui vive. Bisogna prcpnrarla avanti ch'egli nasca la società all'individuo c renderla tale che esso senta e voglia il bene per tutti come una cosa sola col bene suo pcrso– nnle. Owen è già, quindi, il sociologo vero e proprio. Per lui è necessario che lo Stato muti, che mutino e si dispongnno su di una b:1se nuova le relazioni tra uomo ed _uomo, che, perciò, In r:-i.gione fondamentnlc di ogni disgregazione, il capitale, scompaia e con esso le cnuse di tutto quello che socialmente e psicologicnmente è schia– vìth, oppressione, sfrutt:unento, asservimento di bvorb e di .coscienza, disqui\ibrio di opere e di bvori, di godimenti e dì diritti. Le critiche tendenziose al sistema di Owen sono, cosi di per se <;tesse, una grande ingiustizia. ~ Owen pretese innalzry.re alraltezza di un sistemn soci:1.le la felice, perchè circoscritta, eccezione di New L:-mark, - scrive quel socialistofobo del Sudre, accnnto a molte nitre scempiaggini fatte per essere incoronate dall'Accademia. Owen nulla pretese, di nulla si vantò. Owen volle provnre con un esperimento stupendo che cosa si debba fare per risolvere il problema del lnvoro, della salute, delln giustizia, dell'ordine. Agli occhi del mondo scet– tico ed usurnio egli offrl lo spettacolo dì una piccola società rinno- H vero e proprio Pochi mesi prima della sua morte, a ottantasei nnni suonati, Owcn riappnrc nncora unn voltn alfa ribalta del mondo. Era diventato un piccolo vecchio decrepito, vizzo, vestito come un chierico, ricoperto il capo da un:1 specie di cuff1n nera. Gli esperimenti comunisti di Motterwel, in Irlanda, di New Harmony, di Orbiston nvevnno dato fondo a tutto il suo capitale. Lo presentava lord Brougham nll'Associ.,zione di scienze sociali. Quei whigs e quei torùs della economia speculatrice ufficiale si dice che fremessero di orrore accademico ::i. vedersi d'innnnzi il povero fantnsmn di Roberto Owen. 11n il loro fremito aveva ben nitra ra- Essi sentivano, quei parassiti della scienza in livrea, che l'ultimo degli nrticoli di giornale di quel vecchietto impoverito e stnnco valeva ben più di tutta inticr:t la biblioteca delle loro pubblicazioni menzognere. C'ern dentro In persuasione socialista, c'ern h dimostrazione razio1)nle di quello che necessariamente verrà, elimin:indo le accn– demie e le ipocrisie di tutto il mondo, l'ascensione del lnvoro, in vittoria delle rudi mani operaie. PAOLO ORANU. LIBRI ED OPUSCOLI . Fisiologia della rivoluzione (Co11tin11azio11e v di n. 10, marzo). II. Definita così da Arturo Labriola la rivoluzione come fenomeno 'storico politico-sociale, è assai fa– cile vedere quali sieno i partiti « rivoluzionari >> nel vero senso della parola. La rivoluzione· non è uno scop9 1 ma un mezzo. ((Non è .serio - scrive Arturo Labriola (pa"g. ~9)– parlare di fini rivoluzionari come contrapposti a fini non rivoluzionari. Possono esservi fini conservatori, fini trasformatori od anche fini retrivi; ma i fini, in quanto tali, non c'insegnano assolutamente nulla in- . torno ai mezzi che si adoperano per conseguirli. Ora la rivoluzione è un mezzo, come è un mezzo la.legislazione, come è un mezzo uno strumento qual– siasi. La rivoluzione si applica a determinati fini, per ottenere di questi la realizzazione. Sta indipenden– temente dei fini, che può aggiungere o no. I fini, come tali, sono meri stati dell'animo, tensioni ideali dello spirito, prospetti logici viventi di pura vita interiore ». Non basta quindi che un individuo pre– veda, auguri o desideri un cambiamento più o meno radicale di un dato ordinam<:nto sociale, per dichiararsi rivoluzionario. Qual è mai quell'uomo che· non nutra ed accarezzi nel cuore una propria utopia? Per raggiungere un fine, bisogna volere i mezzi necessari al suo conseguimento. Per essere rivolu– zionari è necessario ammettere la necessità, la fata– liti storica - ad un certo punto del divenire so– ciale - della rivoluzione, intesa nel senso ·cui ab-
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