Il Socialismo - Anno II - n. 24 - 10 febbraio 1904
IL SOCIALISMO 37 1 essere -libero di sostenere la propria opinione, qua– lunque essa sia. Tutt':iltro è invece per gli atli. Qualunque opinione particolare abbia un socia– lista o un gruppo di socialisti, ha diritto assoluto di sostenerla e farne propaganda perchè si faccia strada e diventi la opinione di tutti o dei pili, nel partito. Ma negli atti ognuno deve obbedire alla disciplina di partito, a quella cioè che la maggioranza del partito nei Congressi ha stabilito e che la direzione del par– tito è incaricata di far rispettare. Senza disciplina non e' è organizzazione, non e'è partito. E se qualche socialista, come purtroppo se ne cominLia a vcde1:e l'accenno precursore qua e 1:1, so– stiene che b minoranza o l'individuo 11,011 sono te– nuti a rispettare la disciplina stabilita dalla maggio– ranza del partito; allora, la forza centrifuga della propriarenden~acomincia veramentea prevaleresulla forza centripeta; ed allora è dovere di lealtà e di sin– eerid, in chi non si senta di obbedire a questa di– sciplina, di andarSenc liberamente ed apertamente. l\1a come il partito, nel Congresso di Firenze, chiarn6 De Felice a render conto del suo atto (il voto dato a favore di Rudiuì) in nome della disci– plina e De Felice riconobbe il suo errore e si sot– tomise - così la minoranza del Congress9 d'Imola ha obbedito dal settembre 1902 ad oggi alla disci– plina di partito, pur continuando nella propaganda delle sue idee. Allo stesso modo, due o u e anni fa, la Direzione del Partito obbligò « i secessionisti " di Milano - che si erano allontanati denunciando la presenza di indi– vidui indegni moralmente di appartenere al partito - a rientrare nella organizzazione unitaria. Ci& che av– venne. Altrimenti non resta che da seguire l'esempio di De Marinis, che lealmente se n'è andato dal nostro partito, per mettersi fr:1. i radicali,in accordo con le sue opiniotù politiche. * * * Ed è qui il punto sostanziale e decisivo per la unit,ì del partito. Libertà assoluta nelle opi11io11i - disciplina di par– tito negli atti. Disciplina negli atti, per ci6 che riguardai prin– cipii fondamentali del partito, come per ciò che ne riAette la tattica. Tattica, che pur dovendosi atteggiare alle mute– voli condizioni quotidiane, e per quanto cc autonoma l>, non può tuttavia mettersi in contrasto sostanziale con i principii fondamentali del programma massimo del nostro partito. Onde la Direzione del Partito deve avere il potere e il dovere di richiamare - con pro– porzionate sanzioni - alla disciplina i compagni e i gruppi che nella <1 tattica autonoma >> offendano le ragioni stesse di esiste1Jzadel P:utito socialista. Tattica, che è stabilita dalla maggioranza dei Con– gressi nazionali, volta per volta, ed alla quale dunque bisogna obbedire -- se si vuole appartenere allo stesso partito e non si voglia nel Partito socialista portare la disorganizzazione e la sterilità che sono appunto, per mancanza di disciplina, negli altri partiti « po– polari "· * * * Senonchè a questo punto si presentano quelli che dicono: ma la disciplina unitaria del partito non è più possibile: all'unità formale non corrispondendo pili l'unit:\ degli intentj e dei metodi, bisogna venire ad una scissione del partito. E tra gli unitari e i secessionisti si mettono i... fede– ralisti. Poichè sono queste le tre soÌe possibili soluzioni del problema sulla organizza;ione del nostro partito: unità - scissione - federazione. Ma è facile dimostrare chè, percheun partito esista, una sola soluzione è ammissibile ed è l'unità. La scissione veramente non è neppure una solu– zione: è un distacco che farà chi crede di non sot– tomettersi alla disciplina di partito. Ma il Partito socialista rimane quello che è, anche se qualche indi– viduo· o gruppo pili o meno numeroso di individui se ne distacca, per debito di sincerità. Il Partito è e resta dov' C la maggioranza dei suoi componenti. Il dibattito dunque può esserci - e al Congresso di Bologna sarù cenamente - fra l'nnità e la fede– razione. Ma è evidente che federazione in questo caso non è che scissioue larvata; è un mezzo termine per dis– simulare la scissione reale (il diritto cioè di sottrarsi alla disciplina degli atti) pur conservando il vantag– gio di credersi o di farsi credere ancora appartenenti al Partito socialista e di questo quindi· usufruire an– cora l'autorità ed il prestigio, che non si avrebbero con l'aperta scissione. Il principio federativo - cioè dell'azione relati– vamente autonoma e snodata - esiste e si applica anche nella unità del Partito, perchè unità non è uni– formità e perchè nell'organizzazione unitaria del Par– tito c'è posto per tutte le opinioni e per le àiverse forme di azione socialista. Ma purchè la compagine del Partito sia vivificata dalla disciplina, onde la mi– noranza debba, negli atti, seguire le norme dettate dalla maggioranza. Parlare di federazione, senza questa disciplina uni– taria, è giocar di parole ed è cercar di avere della
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