Il Socialismo - Anno II - n. 24 - 10 febbraio 1904
IL SOCIALISMO specialmente delle latrine, che propagano l'agente del– !' infezione; l'istruzione speciale dei medici addetti alle miniere; la restituzione delle sovvenzioni pagate dalla Società mutua ai minatori ammalati; e la giornata di otto ore pel lavoro delle miniere. Data l'attuale composizion'e del Reichstag non vi è speranza alcuna di veder realizzate queste proposte. Ma ciò nonostante il cancelliere trova sempre ancora il coraggio di muovere il rimprovero di inerzia. non già·ai partiti borghesi, ma al Partito socialista. Le discussioni del tcrzù giorno non erano prive di un qualche sapore umoristico. I nazionali liberali, che durante il periodo elettorale si erano sempre fatti belli del loro caldo amore per l'artigianato 1 per accusare i socialisti di essere i distruttori della piccola borghesìa, avevano presentato una proposta di assicurazione ob– bligatoria per l'invalidità e la vecchiaia degli ·artigiani. Ma, oh disgrazia J i socialisti non tardarono a ricono– scere la loro proprietà: la stessa proposta era già stata presentata dal gruppo socialista nel 1882 1 ed era allora stata respinta dalla Camera, coll'aiuto ed a grande sod– disfazione dei nazionali liberali! Con finissima ironia il compagno Malkenbuhr qualifièò quest'amore varia– bile dei bravi nazionali liberali per l'artigianato, rispec– chiando la loro inettitudine in materia di legislazione sociale in modo che certamente non faceva loro certo troppo piacere. Anche questa proposta, che dal banco del Governo viene qualificata come wt passo verso lo Stato det si– gnor Bebet avrà la sorte della proposta socialista' di venti anni fa. Per la prima giornata era stato messo all'ordine del giorno un'interpellanza de! Centro sulla personalità giu– ridica delle Associazioni professionali e sull'istituzione delle Camere del lavoro, ma ali' ultimo momento tale interpellanza venne ritirata. Questo fatto destò molto stupore. Solo più tardi si seppe che gli ultramontani vi erano stati indotti per riguardo ai padroni tessitori di Crimmitschau, essendo giustificato il timore loro che la discussione avrebbe potuto allargarsi fino a com– prendere il grande conflitto cli Crimmetschau, al quale certo non sarebbero state risparmiate le più aspre cri– tiche. Questo sdopero, ormai terminato senza alcuna con– quista da parte degli operai, è stato uno dei più gran– cl1osi conflitti fra capitale e lavoro dell'ultimo decennio. Per oltre cinque mesi ben sette mila tessitori si sono astenuti dal lavoro per ottenere la giornata di dieci ore. Ma ciò facendo avrebbero condotto a sicura rovina l'industria della loro città. Giacchè i padroni, piuttosto che cedere, avrebbero assistito tranquillamente a veder la Crimmetochan industriale scomparire per sempre. Resistere nella lotta ancora una stagione equivaleva a determinare lo spostamento dell'industria tessile da uno dei suoi centri più attivi. Gli operai non hanno creduto potersi addossare la responsabilità di tanta sciagura ed hanno desistito dalla lotta, quando ancora erano gagliardi cli resistenza mo– rale e finanziaria, dignitosi e forti nella sconfitta, che essi hanno accettato prima di essere vinti per un alto sentimento di amore e di responsabilità. Anche un'altra questione importante è stata portata davanti al Parlamento dal gruppo socialista: quella delle spie russe, da cui la Germania è infestata. È vero che gli agenti provocatori e simile gentaglia al soldo della polizia non ha mai mancato in Germania. Ma quello che caratterizza l'attuale stato di cose, e che costituisce veramente un fatto nuovo, è la vergognosa opera dai souteneurs prestata contro ogni legge e costituzione dalla nostra polizia alla sbirraglia russa. Così la polizia di Konigsberg ha arresta.to mesi fa due compagni, per il solo fatto, che essi conservavano nelle loro case libri proibiti in Russia, istruendo contro di essi un processo per complicità di alto tradimento e cli offesa contro lo Czar, senza però che vi fosse una domanda a proce– dere da parte del Governo russo, domanda indispensabile perchè il fatto potesse essere incriminato in Germania. La polizia di Berlino poi ha arrestato, con grave lesione delle disposizioni legislative, parecchi compagni russi, che poi vennero condotti alla frontiera svizzera. Poliziotti russi hanno scassinato a Berlino gli alloggi di emigrati politici, rubandovi delle lettere; hanno inol– tre cercato di indurre altri a commettere atti delit– tuosi a danno di emigrati. E la polizia tedesca su tutto ciò non muove un dito, anzi, aiuta e protegge gli sbirri russi. Abbiamo una tale fioritura di spie russe che il V01wiirts qualche giorno fa potè pubblicare un elenco dei loro nomi, col domicilio, coi connotati, stipendio, ecc. Nel rispondere all'interpellanza, mossa in proposito dai socialisti, Bulow è stato infelice e fiacco. Tutta l'infamia e l'indegnità nella condotta delle auto1·itù tedesche è stata esposta dai compag1\i con la massima energia. Certo, il cancelliere non si esporrà una seconda volta a tale valanga cli rinproveri giustificati, nè si peri– terà di rivolgere una seconda volta al nostro Bebel la La solidarietà dei lavoratori è stata meravigliosa. Benchè domanda spiritosa: la città si trovasse quasi in istato d'assedio, e benchè Cile cosa pensa de/La Russia? X. agli scioperanti non fosse possibile riunirsi, nè eser- citare una qualsiasi influenza sugli operai stranieri, il numero dei crumiri è stato scarso. Tutto il proleta– riato tedeSco è stato largo cli aiuti finanziari: la sotto– scrizione non è chiusa ancora e già si è raggiunta la somma di 250 mila marchi.' Se ciò malgrado gli operai ha1mo creduto doversi dare per vinti la causa va rfcer– cata nelle condizioni generali dell'industria tessile a Crimmetochau. Gli operai avevano la possibilità morale e materiale di perseverare nella lotta. La"Fabian Society ,, elasua propaganda \ -- Una delle attivissime Associazioai socialiste cl' In– ghilterra è la « Fabian Socicty >>, il cui scopo princi– pale è la socializzazione della terra e del capitale che persegue educando le masse in senso socialista, e ten– tando di promuovere il riformismo municipale dei Co- numi inglesi.
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