Il Socialismo - Anno II - n. 22 - 10 gennaio 1904
IL SOCIALISMO 341 Congresso acquisti l'importanza di un avvenimento del giorno e come se ne occupino con interesse tutti i gior– nali, e le sue deliberazioni siano ovunque commentate e discusse. li Congresso di Boston acquistava poi ancora mag– giore importanza dei precedenti, perchè in esso si do– vevano trattare questioni di importanza grandissima non solo per l'A. F. of L., ma per la politica tutta degli Stati Uniti. V'erano all'ordine del giorno - oltre che la solu– zione di acutissimi dissensi scoppiati fra Unioni ed Unioni e Federazioni e Federazioni - anche parecchie importanti proposte da presentarsi al Governo, e v'era pure la questione Millner, nella quale i congressisti avrebbero dovuto far sentire quale è l'opinione che gli operai organizzati hanno del presidente Roosevelt. Un Congresso operaio nel Nord-America ha carat– teristiche completamente opposte a quelle dei nostri Congressi operai europei. Prima che il Congresso s'aprisse i delegati furono ricevuti dal sindaco Collins, il quale offri loro un ban– chetto preparato da cuochi unionisti e servito da ca– merieri unionisti. Samuele Gompers, presidente della A. F. of L. 1 vi pronunciò un discorso inneggiante alla pace sociale, alla cooperazione tra capitale e lavoro cd a cose simili. Afittcliell, il famoso leader dei minatori di Pennsylvania, cd altri fecero eco alle parole del loro vecchio capo. Di sovversivo niente, assolutamente niente! Tutta brava gente - su i cui salari abbondanti non piove nè nevica, che non sente la disoccupazione, non soffre delle crisi industriali, - i congressisti sono in generale_ degli sti1)endiati dell'organizzaziont!, dei /a,– bor leaders, legati a filo doppio con Samuel Gompers, e qualche volta con i capitalisti. Perciò il Congresso più che essere l'assise di uomini i quali intendono a prepararsi il futuro, è stato convegno di gente la quale - nella massima parte conservatrice nell'anima, - opera ad affermare il presente. Tutte le grandi questioni, che appassionano la classe operaia europea, non interessa.no menomamente il mo– vimento unionista nord.americano. L'unionismo puro e semplice s'è fossilizzato nella ricerca dell'immediato relativo benessere attuale per una parte sola dei lavo– ratori americani· - la parte più forte, pili abile e più attiva - e col misconoscere le ragioni della lotta di classe, ha fatto del movimento operaio del Nord-Ame– rica un movimento piccolo borghese conservatore ed alle volte anche retrogrado. Esempio ai nostri compagni cl' Italia, i quali tante speranze ripongono nei puri e semplici moti economici della classe lavoratrice! Son vani i miglioramenti im– mediati se alle lotte per la loro conquista subitanea non si imprime un vero carattere di classe e se non s'educano i lavoratori organizzati a non accontentarsi delle parziali vittorie ed a lottare fino al trionfo com– pleto del lavoro. . .. Nonostante l'egoismo imperante nelle Unioni, la prima seduta del Congresso di Boston è stata allietata da una promettente manifestazione di solidarietà i'nternazionale. James O' G1-ady, ch'è delegato di alcune Unioni inglesi, propose la formazione di una grande Confederazione fra le Unioni d'America e d' Jnghilterra e la sua pro– posta fu entusiasticamente acclamata. Un altro delegato inglese - IVil/iam Afuller, - parlò, ascoltatissimo. delle condizioni fatte alla classe operaia inglese dopo il famoso caso Taft Vale, per cui le T-rade-Unions son tenute responsabili finanziariamente degli scioperi, e concluse essere oramai necessario che la classe ope– raia inglese prenda parte alla lotta politica a difesa e garanzia degli interessi suoi. James Simpson, delegato della organizzazione ope– raia del Canadà - anch'esso applaudito - fece vivo appello alla Unione dei lavoratori degli Stati Uniti e del Canadà, e l'assemblea, dopo avere acclamato ai sentimenti di solidarietà espressi dai sopradetti oratori, votava anche un ordine del giorno nel quale si afferma la neccssit..'\ cli venire in aiuto della organizzazione ope– raia italiana di New York e soprattutto ai minatori e terrazzieri, nostri connazionali, i quali durante l'ultimo sciopero hanno s..'l.putodimostrarsi capaci di sacrificio e di lotta. Errerebbe tuttavia chi credesse che questi voti po!-.– sa1io avere un valore pratico qualsiasi. Passati i bollori e gli entusiasmi primi, le Unioni restano ancora quali esse sono state sempre: org.;-nizzazioni chiuse ad ogni idealità, create non allo scopo di difendere il lavoro contro il capitale. ma di proteggere una categoria di lavoratori privilegiati contro la grande massa. E che nelle Unioni regnino ancora profondi e tcna– cissimi i vecchi pregiudizi e le passate idee non solo lo si arguisce dalle pappolate dei Gompe1·s e dei Afitchdl in favore dell'armonia di classe, ma anche dall'acco– glienza con cui ai loro Congressi son accolti e festeg– giati i preti ed i pastori. Così al Congresso di Boston ebbe accoglienza unanimemente cordiale cd entusia– stica la signora He11rietleKeyser, rappresentante della Clmrch Associalion /or I/te Advancement o/ tlie /11/e- 1-ests o/ Labor, cioè rappresentante di una chiesa, la quale - come la famosa American Civic Federation di cui vi parlai altra volta - si propone la fratellanza e la pace fra padroni ed operai, cioè fra i lupi e le pecore. Pochi giorni dopo i sentimenti amorosi dei capita– listi nord-americani verso i lavoratori avevano l'oppor– tunità di manifestarsi nel Colorado, dove - in occasione dello sciopero dei minatori - veniva dichiarata.la legge marziale, e gli scioperanti arrestati in massa e qual– cuno anche fucilato! Un fatto rimarchevole, il quale dice tutto l'egoismo onde sono invftSC le Unioni, è risultato al Congresso. Nella sua relazione la Commissione esecutiva clclln Federazione americana constata che le Unioni sono siate più spesso fn lotta l'una contro dell'altra clu contro il padronalo, e che, nonostante il suo frequentissimo in– tervento, raramente è riuscita ·a comporre questi dis– sensi. Uno di questi frequenti ed acuti dissidi è stato por– tato dinanzi al Congresso. Fra le due Unioni dei ca– bi11e/malit'"rs (falegnami) e dei woodworkers (lavoratori del legno) esistono da lungo tempo continue Jotte a cagione della pretesa preminenza dell'una sull"altra, lotte che hanno condotto talora a laboriosi e disgra– ziati scioperi. Pretendono i primi che i padroni non abbiano ad accettare operai inscritti nella Unione dei secondi i affermano i secondi di aver diritto di mante-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy