Il Socialismo - Anno II - n. 22 - 10 gennaio 1904

ANNO II. ROMA, IO GENNAIO 1904 N. 22. IL SOCIALISMO ./éW Rivista qail)òicinale òiretta da ENRICO FERRI ....-ao ~BONAME~TI. - ITAI 1A: ADllO L. 5 - Semestre L, 2,50 I S] PUBBLICA I Per la Direzion~ e Redazione rivolzenl all'on. prof. ENatcp E.sTKRO.An11.oL. J,25 - Semestre L. S~S- • 1 IO d . 1 2S d' . FBRRI, Roma, Via Montebello, •-a:; - Per l'Amminlstra:don• Un numero cenL 25. 1 e I ogm mese rivolgersi: /I ~cialU#U, Rivista, Roma, Via S. Claudio, 57 ATTUALITÀ POLITICA Tra l'anno vecchio e il nnovo Un anno che passa è tal cosa rimpetto alla sto– ria, che non se ne può attendere nulla di definitivo e di compiuto. Pure, ,ve ne sono di quelli che ar– rivano in tempo per usurpare il frutto e la gloria di tanti che l'hanno preceduti, come la pietra, per giunta più piccola, che compie la piramide e le dà la sua forma, come il colpo di scalpello, pure piè, facile, che dà l'ultima espressione alla statua: ve ne sono altri pili umili, più ignoti, pili modesti, che hanno per còmpito di gettare il seme che poi germoglierà, di rincalzare la pianta che poi fruttifi- cher/1. · Sarà di questi l'anno che ora si è chiuso? Nel mondo, dòve nulla va perduto e dove si approda a' fin.i, anche piè, impensati, per le vie più diverse, certamente anche esso avr:\ la sua parte. Ma, intanto, se ne va con l'aria di un autore svo– gliato che abbia scritto il primo atto di uno che non si sa se dr:tmma o commedia, senza desiderio di dargli il sèguito; di un debitore imbarazzato che se la cava a via di espedienti; di un fannullone un po' logoro che vive giorno per giorno, preoccupato solo di giungere alla sera e scacciando con la .mano il pensiero del domani. È l'anno ... de' rinvii. Ha acceso un gran fuoco in Oriente, ma per farlo svanire in una fiammata; noi1 ha saputo menare a fine un trattato di commercio, non decidere lo Czar a fare una vi– sita, non risolvere la cosidetta democrazia italiana a mettère al mondo qualche cosa, o come scissipara, o come ovipara, o come mammifera, o altro che dia– volo si sia. I fulmini sono scoppiati come zolfanelli; le tempeste sono finite in un bicchier d'acqua; e neppure il contorno tragi~o, di cui si sono adombrati certi avvenimenti, dalla Serbià all'Italia, ha impedito che terminassero quasi in una farsa. Sugli eccidi do– lorosi e sanguinosi, sulla incoscienza e la dcgener:1- zione di governanti e di Governi, sulle energie vive divelte ha traboccato, soverchiante, il fatto vario; e lo spirito pubbli(o, come per un gusto pervertito e assetato di eccitanti, si l:. gittato sulle cronache giu- diziare a rifarsi con le av,·enture piè, rocambolesche e i riflessi di Basso Impero. E l'anno nuovo pare voglia accogliere tutti que– sti crediti con lo stesso fare sonnolento. L'economia pubblica procede tra i miraggi piè, ingannatori. I bilanci pubblici che s'impinguano delle ricchezze e delle miserie private; gli affari che procedono, preparando forse future crisi, ma dissi– mulandone a_ln!eno il maturarsi; la pace, in cui, pure sotto le forme disastrose di pace armata, i popoli si moltiplicano e si allentano i muscoli e i nervi; dùnno come una suggestione di quiete, di :tbb:mdono, di rilassatezza, di cui risentono nazioni, uomini e partiti. Lo spirito nuovo che risveglia o suscita vecchie e nuove forme d'idealismo, buone e cattive, n' è un contraccolpo, che si riproduce do– vunque, nelle maniere pil.1 diverse: per esempio, in questo omai iperbolico, adattamento del Socialismo alle condizioni di una vita e di una società, a cui intimamente repugna. Abbiamo così cominciato col fare b debita pane ali' inevitabile pressione e alle neccssitù del presente, e siamo arrivati a schernire, mummihcandoli, col comodo nomignolo di vecchie formulette, le grandi idealità, che furono punto di partenza e balenarono come punta di arrivo ad uno de' piè, grandi movimenti morali e sociali della storia e che, sopite soltanto, aspettano di risorgere e ri– prendere tutto il loro ascendente e la loro a,ione al primo mutare di condizioni e di avvenimenti. Alla prima crisi che arrivi, quelli che, in discordia momentanea con i tempi, apparvero ferravecchi, ri– prenderanno la loro elasticità e rorneranno a risplen– dere di tutta la loro luce e ridiverranno la bussola su cui si oriented il movimento. Intanto, senza trascurare nessuna specie d'azione intesa a conseguire o intensificare tutte le utilit:ì del presente, dev'essere c6mpito precipuo, mantenere, non solo con le parole, ma con l, indole e l' inten– sità dell'azione, il carattere del movimento. A/ere fiammami Alcuni de' nostri comp:igni d:1nno un'importanza prevalente :1l riconoscimento e all:1.determinazione giuridica de' diritti e della posizione de' lavoratori. Io non ,·oglio punto togliere alb cosa ogni valore: tutt'altro. Ma non bisogna nemmeno esagerarne la

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