Il Socialismo - Anno II - n. 22 - 10 gennaio 1904

352 IL SOCIALISMO mene qualche cosa. L.'\ din3Stia francese, con i vani C:ipeto e Va– lois; i Pl::mtageniti, col gruppo Normanno, quello Angioino, quello di L:mcastro, quello di York e i Tudor - tutti questi agur.zini e massacmtori di popoli, - ubbriachi, ladri, spogliatori, infanticidi, incestuosi, pazzi, deliranti, epilettici, - tutti passano uno a uno, in un <1undro che appena appen:t può ritrovarsi, - ollre che nelle Imperiali e Regie Corti, - nei manicomi, negli ergastoli, nei bordelli Pcrchè questo fato s.·mguinoso? Pcrchè i più ladri, i pil1farabutti, i pi\1 macchiati di sangue, i piÌI spogli:'1.torie i più parassiti, di una data epOca, debhono trovarsi proprio in alto della società, - sotto un ·mantello di porpor:t, e detentori di uno scetlro e di una coroM? Gli studiosi di questo fatto oramai accertato: La deguuraziom dtllt famiglie sovra11t, hanno date varie e molteplici spiegazioni, J:tcoby ha invocato il disordine p:,ssion:tle e mentale che l'ebrezu del com:tndo e dell':tutorità h:t filtrato nel sangue dei grnndi. An. tonio Renda affemla e dimostra che la eo1uo11g11ùuilà, madre di degener.u.:ione, e gr.'lnde C!lUS.'\ del c,.nagliume in cui si av,•oltolano,– passando attraverso l'idiozia, - le grandi famiglie dei re; Vander• velde ne fa ris.'llire la c:lUS.'\al paratissitismo; James alla pessima condotta sessuale di questi fannulloni che compcrnno così le gioie dell'orgi:l con la nevrosi dei figli ..... lo non escludo :\\cuna di queste teorie, le quali certamente hanno tutte, - in ispecie quella del Renda, - un fon~o di verit:\. ì\fa, si è dimenticata la c.'\usa pì\l import:mte, - che secondo me sta in questo: Per divmtart /011dalort di di11aslitt • enfoslipilt di east rtg'lla111i 6isop10 avtrt nl/Jato, ùumdialo, assauù1alo, spoglialo altri popoli o allri rtg,u111li. Secondo tempo: Chi ru/Ja, ùutndia, auassù,a o spoglia. t 1111 deguuralo. Terzo tempo: I figli dei degt11trali sono dei dtgt11erali. Conclusione: Le dinastie sono tutte quante avvelenate, - da padre- in figlio - dalla de-generaz:ionedel loro fondatore. Poich<', - mettetevelo bene in mente, - voi ammiratori d~lle teste corov:tte: - se non si spoglia una n:u:ione del suo territorio (,·edi conquiste spagnole in Americ:i); se non si uccide o scanna (vedi tutte le bat• ta.glie possibili e immaginabili condotte dai generali fondatori di regni); se non si commettono omicidi (vedi l'amico Pietruccio di Serbia) non si divmla re o eapo slipilt di rt I Qui or.i. torna a galla il babbeismo umano. Se case re!lli, principesche e nobili, - discendono da aSS.'\SSini e sono campioni merci e ultr.a.merci della dcgeneraz:ione umana, - esse dovrebbero essere disprez.z::lte. J\pp.'lrtenervi dovrebbe essere ritenuto degno d'infamia. Cli uomini che hanno il disonore incan. cella.bile di schierarsi in una. di queste famiglie, do,•rebbero scru• polos:1mente cessare di nascondere la loro origine, - come oggi, e per ragioni meno plausibili, - fonno i bastardi e i figli dei Tiburt.i. Ed essi invece se ne vantano! Si va.mano di essere bast:udi - ma bastardi di nobile fomigli:t - e discendenti di a.ssassini. Quanti rampolli nobili si v:mt:\nO :-td alta voce di discendere - per linea spuri:, - da questa o quella famiglia reale, - gratificando così la loro madre, o nonna, o antenata di quel titolo che, per sommo dispregio, Dante lanciava all'o~na Taide! mente 13 loro infame origine. E ciò poichè discendere da una mantenuta reale, - come, pula caso, la cortigiana La Vallièrc,.:.... è un passaporto che vi conferisce nella marcia nobiltà d'oggi, - ogni privilegio. Da Giovanna Regina a Elisabetta di Russia, alla Pompadour (e t:i.ceio d'altre) le imperiali e regie femmine hanno talmente popdlato di bast:udi spuri il mondo, - che il pubblico senso di morale è sceso nel fango, e che oggi si ammirnno coloro che nell'albero genealogico possono vantare tali vergogne. Oziosi, spogliatori, parassiti, c:ioografi, libertini, - accumulando neJ\e loro mani l'oro che la m:iss!l J3vomtrice produce, - il giomo verrà, in cui il vostro regno immorale avrà a scomp:i.rire. Ben ,•eng:t il giomo in cui, senz.'\ pietà, vi faremo restituire tutto quel <licui vi rimpin1.aste, e fino :lll'ultimo centesimo. Sarà giorno di festa, non solo per gli sfrultati e i miseri a cui involate il pane, non solo per i magri e i sofferenti, che 3 prezzo dei brandelli della loro carne pagano il vostro lusso e rendono possibili i vostri b::i.• gordi e i vostri 01,i••. ma - chi S!l? - anche per voi stessi, che finalmente essendo costretti a gust: :i.re il p:me prodolto dal vostro stesso lavoro, potrete forse acquistare una coscienza d'uomo, uno spirito onesto e virile, - e, - divino sentimento che a voi m!lnca. rendendovi ciechi, - il purissimo sentimento dell:i. giustiz:ia! A proposito di società che marciscono, eccone altre: le società militari, indimenticabilmente bollate da quel grande Spencer che i farisei della stampaccia immonda hanno tanto incensato, fingendo dimenticare che egli disprezzav:\ come rospi loro tutti e le loro società di cav:i.lieri d'industria e di senatori-c:i.sse-forti. Il Consiglio di guerra di Stoccarda cond:inn:i ... a quindici giorni d'arresti, in stanza, un sottotenenle colpevole di aver preso a pugni, in pi:m:a d'armi, un soldato, e avergli fatto colare san• gue da.I naso e dalle orecchie. Ogni condanna di questo genere è un passo verso la tomba. Il popolo imp:ira così, ogni giorno più, che i padroni, cinti di sciabol:l, possono m:i.ssacrarlo, torturarlo, fargli sputare l'anima sotto i colpi impunemente. Per l'ufficiale che bastona il soldato, c'è l'im_ p1111i1à. Per il sold:ltO che bastona l'ufficiale e' è il plotone di ese• cuzione e la morie. Soldati, imparate. E voi, servacci 1 femmine, bimbe, deficienti e idioti che plaudite quando le fanfare militari paSS.'\n0, e quando le variopinte bandiere nazionali - sempre sporche di sangue - si sciorinano :i.Ivento, impamte, e pens.'\te che plaudite cosl alla violenz:i., a.I furto, ali' ingiustiz:ia e alla m:,,J. vagità. Ci dànno a bere che si trait:\ di difendere \:i.p:ttria. ... ~fa che patri:i. ! Non si tratta che di un sind!lcato di suahio11i per lo sfrut• t:\mento di una terra che non app:1rtielle al popolo. Chi ti spinge alla guerra, - o popolo, - non ci ,•a. Chi ti spinge alla guerr::a, - o p6polo, - si impadronisce delle terre che tu hai conqui– stato, col s3ngue, - ma di cui non ti apparterrà una briciola. E tu - o popolo grande fabbricatore e grande lavoratore dell'etern!"l ricchezza; - grande fabbro dell'edificio umano, - grande tessi• lore all'eterno telaio ove si lavora l'infinita vita umana, - ri• spondi a chi ti acciec:i., a chi ti bastona e a chi ti sfrutta, spin. gendoli sotto le bandiere: - Noi siamo gli artefici e i tessitori! Il vostro esercito è- il nostro più fiero nemico: i g:tllonati ne sono gli aguz:zini, Noi siamo gli artefici e i tessitori! E noi tessiamo sul nostro td :i.io un gran lenzuolo funebre: il lenzuolo funebre di tutte le Patrie! Insieme :,.i nostri figli, insieme alle nos1re famigile, noi tessiamo il vostro sudario, o Patrie di tutto il mondo; e sulla vostra tomba, tra i fiori della pace, sotto il sole dell'avvenire, fabbricheremo, con le nostre mani gloriose, la. Patria Uni\'ersale, Città. della Pace I Nix. L.'l nobilt:l, - che durante mille e miUe anni si compose di ladroni, di scher:1ni 1 di macellai e di uomini mantenuti da fem• mine reali; la nobiltà che per mantenere il proprio ozio, il proprio lusso, i propri costumi grossobni ed indecenti, non ebbe ahra risorsa che il furto a mano :umata; la nobiltà e tutta la cortigia.– neria che s'ingrandirono tra le viltà e le adulazioni, - si vantano della toro ignominia, e spingono il cinismo a port:ue ostensibil- ENRICO 1 7 ERRI, dirtllort•rtsponsa/Jilt. mente quelle insegne nobiliari o reali che 3CCUS3DO irrepar.'lbil- Roma, 1904. - Tipografia Coo~rativa Sociale, via Barbieri, 6.

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