Il Socialismo - Anno II - n. 21 - 25 dicembre 1903

IL SOCIALISMO di simpatia pei proprii simili .. E il diverso ambiente sociale, come modifica la natura dei sentimenti buoni in individui morali, modifica altresì in costoro quella dei sentimenti cattivi e generatori di delinquenze. Nei contadini, nei proletari, l'egoismo, l'egocentrismo, si esplicano e dàn luogo ai mezzi violenti nel vendi– care le offese patite o quelle che son da loro credute tali, a questi mezzi medesimi per procacciarsi i mezzi di sussistenza o per soddisfare alle loro lecite od ille– cite brame; la loro personalità ipertrofica si afferma col desiderare o tentare di impadronirsi del fondicciuolo o della casetta altrui, con lo sbarazzarsi di chi riesce di ostacolo ai loro disegni, e simili cose, ed è solo qual– cuno più intelligente fra loro che arriva al desiderio di affermarsi fra i suoi pari come il più forte e potente e di esercitare fra di essi una forma di impero e di co– mando, come accade pei camorristi e pei mafiosi, e, in un modo un po' pili elevato, pel brigante che si afferma sign'orc della macchia, re della foresta, e di lì emana ordini e gode vedere uomini tremanti ai suoi cenni ed al solo suo nome. Nell'uomo, invece, appar– tenente alle classi colte ed elevate, intelligente anch'egli ed istruito, ma a carattere criminale, sorge un altro sentimento o meglio lo !-itessosentimento di preponde– rante egoismo, di personalità ipertrofica che si manifesta sotto una forma, !a quale, in fondo, non differisce se non per grado dalla sopraccennata, ma che sembra differente pcrchè si esplica in un altro campo e dà luogo a dif– ferenti effetti sociali, e questa è quel che dicesi ambi– zione! La differenza, infatti, fra l'ambizione del camor– rista di primeggiare nel suo ambiente e quella di colui che vuole emergere nel suo paese e persino imporsegli e comandarlo e farselo schiavo, non è, in fondo, che di pura e semplice gradazione; eppure, come dicevo, sembra differente perchè quest'ultimo, l'ambizioso nello stretto senso, desideroso di dominio e di predominio, entra nella vita pubblica, occupa di sè il mondo, inte– ressa l'universale, eccita odii, amori, passioni, simpatie cd antipatie, passa magari alle cronache, o aJle storie, esercita la sua influenza sulla vita collettiva. Non è che l'ambizione sia per sè stessa un sentimento igno– bile, criminabile o criminaloide; è di essa, come di tanti altri sentimenti umani, che partoriscono effetti addirittura opposti ed antitetici a seconda della pecu– liare costituzione psichica, del peculiare temperamento cieli' individuo in cui si impiantano. A grandi cose è sprone amor clii ben l'intende, diceva il poeta; e innumerevoli sono le azioni nobili e gene– rose che da11 •amore sono state e sono ispirate; eppure sono del pari innumerevoli i delitti, le turpitudini, le azioni infami e vergognose a cui l'amore, la gelosia, l'istinto sessuale in genere con tutte le sue derivazioni, e in tutte le sue esplicazioni, dànno incitamento e stimolo quando si impiantano in uomini malvagi e violenti. La religione, e proprio la più spirituale ed affettiva quale quella di Cristo, diventa in mano a Domenico di Gusman ispiratrice dette stragi del Santo Ufficio, e ad Ignazio di Loyola dei metodi della sua Compagnia, e si sa come l'interpretino i delinquenti che invocano l'aiuto di Dio per uccidere o per rubare, come l'interpretava Musolino che diceva aiutarlo San Giuseppe nelle sue vcnçlettc e nelle sue stragi, come l'interpretano le prostitute che hanno la lampada accesa a fianco al letto dove esercitano il loro mestiere, e così via dicendo, allo stesso modo che il sentimento del proprio onore e detla propria dignità, così forte e po- tente negli uomini retti ed onesti, si trasforma nei delinquenti, e soprattutto nei, camorristi e mafiosi, in generatore del sentimento di vendetta, vendetta da farsi con le proprie mani, senza alcun intervento di altre autorità o persona, come si pratica nella omertà e così via dicendo, Ora lo stesso è dell'ambizione, la quale, intesa diversamente secondo i diversi individui e le differenti costituzioni psichiche, mena a conseguenze le più diverse ed opposte. Vi -è l'ambizione nobile, generosa dell'uomo, il quale, sentendo e desiderando di poter fare qualche cosa in prò del suo paese, della società, dell'umana famiglia, avendo delle idee da attuare, dei concetti da far prevalere, brama ed aspira ad esser posto in condizioni che gli rendano possibile il far trionfare quelle idee, attuare i suoi propositi; è l'ambizione che genera, specie nei tempi moderni e nei paesi retti a libero reggimento, le lotte nobili e feconde pel pub– blico bene. Vi è l'ambizione vuota, di quelle nullità che paion persone, che soltanto per soddisfare ad una fatua vanagloria, ad un vano amor di paese, trovandosi ad appartenere a classi elevate della società od essendo pervenute ad una certa posizione, desiderano emergere, salire, occupare alti posti, alte. cariche, dove giunte diventano strumt:nti a zimbelli in mano di astuti o di violenti. Vi è infine l'ambizione criminale o crimi– maloide dell'individuo che a qualunque costo vuol do– minare, vuol comandare e si serve, per raggiungere tale intento, dei più loschi e violenti o fraudolenti mezzi, e non ha in tale desiderio altro punto di mira, se non quello di espandere ed affermare sempre più. la sua persoi)alità, di dar libero sfogo a tutti i suoi capricci, di soddisfare tutti i suoi istinti, di non ~rovare più freno alcuno al compimento dei suoi desiderii. Perchè è nota essenziale dei caratteri criminali, determinante la loro antisocialità, quella di ·essere assolutawente ina– dattabili alle leggi sociali, essendo in loro un arresto evolutivo per cui tune quelle che sono le più recenti ed elevate acquisizioni dell'evoluzione bio-psicologica non si sono sviluppate, e persistono invece le tendenze e le attitudini e gli istinti dell'uomo primitivo che tende a risolvere tutte le quistioni con mezzi violenti, o di quello un po' meno antico che ricorre a vie subdole ed ascose, ma sempre passando al disopra ed astraendo da tutte le norme legali e morali che Jluomo si è im– posto quando ha organizzato la sua esistenza collettiva. Ora il povero, il sottoposto, quando porta da natura un tal carattere, si pone in conflitto con la società e con i suoi rappresentanti ed appare di fronte a questa come un volgare malfattore, di niente altro degno che del pubblico universale disprezzo; invece il ricco. il potente, il. criminale situato in classi elevate della so– cietà aspira a mettersi al di sopra delle leggi, salendo ad un tal punto da dominare e da divenire autore delle leggi stesse, o per lo meno da avvalersene piut– tosto come mezzi per secondare i suoi s copi ed i suoi desiderii , anzichè trovarsele contro nel consegui– mento e nel soddisfacimento di questi ultimi. E a costoro molto sovente la società si prostra, o, per lo meno, non li colpisce di tutta la riprovazione, di cui sarebbero degni, non li considera come staccati o stac– candi da sè moralmente e materialmente come fa per quegli altri, mentre il male che essi le arrecano è molto superiore a quello che le possa venir.e dai delinquenti comuni, giacchè questi toccano singoli Individui, e quelli inv~ce cospirano al danno universale, D'altra

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