Il Socialismo - Anno II - n. 21 - 25 dicembre 1903
334 IL SOCIALISMO svolge concomitante allo svegliarsi della coscienza di classe nella massa b.voralricc. '1'3lc lenta asccs!'I del proletario forzerebbe la cfo.sse al potere a sempre maggiori concessioni aventi per iscopo di rendere, meno aspro I' antagQnismo di classe, di migliorare le condizioni delb classe lavoratrice, nella speranza di conservare o conquistare b. massa elettorale :mcora immune del Soçialismo. Invece, quando la borghcsi!l esce dalla legalit:l che la uccide, la socict.:l deve compiere la su:i trasformazione in modo :mormalc e c:'ltastrofico. Spetta al proletariato di impedire questo. Esso deve difendere la base della sua :tzionc pacifica: il diritto elettorale ; e non gli resta altro mezzo di difes.'\ fuori dello sciopero generale. Lo sciopero generale deve essere la pietra angolare della tat• tica socialista e ciò nel senso che ogni socialista deve rendersi conto che tutte le sue conquiste, tutte le sue vittorie non hanno b :i.si durature se non in quanto egli è deciso di difenderle con lo scio• pero generale. Questo non deve affatto considerarsi come mezzo autonome di difesa o di conquista, non deve sostituire b. tattica finora seguÌla. Invece lo sciopero generale deve rendere posiiibile quest!I. tattica, difendere le sue condizioni di vit:i contro gli :ittacchi della bor• ghesfo.. Non è più lo sciopero generale, che incontra le simpatie nei p:wsi meridionali, e che deve servire a tutti gli scopi : ad otlenere miglioramenti ad un gruppo di operai, ad impedire un· impresa coloniale, a far licenziare un capo mal visto, c cosi via. È mezzo ad un dato e determinato scopo : fo. difesa del diriuo elettorale. LA POSSIBILITÀ DELLO SCIOPERO GENERALE. ì\la è possibile tale sciopero ? Si domanda l' A. Non si pro– pone di analizzarne la possibilità c<>ncreta, che varia da un paese ali' altro, ma afferma recisamente doversi ritenere attuabile questo !llezzo ~upre.no . li neg:ulo equivale a disperare della cauS!l.socia• lista. La potenza vera ed effettiva del proletario sta nella sua in• dispcnsabili1à nel processo produttivo della socie1à. Di tale potenza il prol~tariato deve essere pronto a valersi, sospendendo la propria funzione, per difendere quella lcgalit:I. che ucciderà l'avversario. L'altra campana. All' :-trticolo or ora riassunlo risponde il compagno olandese, Vliegeu, nel numero del 14 novembre della stessa rivista. L' A., che è uno degli organizzalori dcli' ultimo sciopero gene• raie in Oland:i.,dice, che tale esperimento lo convertì da fautore di questo mezzo di lolla in avversario risolut9. Egli non segue J lilferding nei suoi ragionamenti teorici, ma dopo aver passato in rivista le origini dell' idea dello sciopero generale e le sue appli• cazioni storiche, si pone la domanda: è possibile lo sciopero? Rispondendo a tale questione l' A. si propone di :\Strarre da lutte le circost:i.nze secondarie ed accessorie per cui uno sciopero generale può fallire, per esaminare le condizioni essenziali, nelle quali ogni sciopero generale si svolge necessariamente. Fra queste occupa il primo posto 1:-t sospensione della produ– zione. Essa costituisce il fatto essenziale di ogni sciopero generale. Ebbene, i suoi effetti colpiscono molto pili dura.mente la classe lavoratrice che non la borghesia. Durante lo sciopero generale manca il pane, il fuoco, la luce; ma tale manc..1.nzanon è asso– luta fino dal principio. Esistono provviste cli generi alimentari, di carbone, di petrolio, e tali provviste saranno utilizzate dal ricco, mentre gli operai stessi non avranno i mezzi finanziari per valer• sene. Certo, dice il Vliegen, lo sciopero gener:-tlc rende impossi• bile la vit:-t, ma la morte si present:\ prima al proletario che non :i.I ricco. I fautori dello sciopero generale si illudono che esso avverd dopo che il proletariato disponga di forti cooperative di produ• zione che continueranno la produzione ad unico beneficio della classe 13.voratrice. Ma devesi pur sempre ammettere clie ani:he allora la i>0rghesia avrà :mcora a sua disposizione un esercito jpotente, che essa si sarà preparato nell'cventu:'llità dello sciopero, provvedendo stabili. menti di Stato, nei quali la lnippa può essere adibita alla fun. zione della produzione. ln tal caso le cooperative del proleta• riato sar:t.nno nel momento decisi,•o manomesse dalla classe domi• naute per mezzo dell'esercito ; ovvero esse non avranno la forza finanziaria per resistere quanto resisternnno gli istituti borghesi della produzione. Se non si vuole ammettere nclb borghesia la padronanza as • soluta dcli' esercito, nè i mezzi economici di annarsi allo sciopero con magazzini di Stato, con pro"visioni, c<>Icostringere al lavoro il proletariato più misero e più incosciente: allora si suppone uno stato di cose nel quale lo sciopero generale non occorre pili. Quando dunque lo sciopero generale è possibile, quando può CS· sere vinto dal proletariato, non è più necessario, il proletariato può vinCere, ha già vinto senza di esso. li Vliegen non crede che il negare h possibilità dello sciopero generale equivalga n. dar perduta la causa socialista. Questa 1 fortu– n::i,tamente, non dipende da condizioni eliminabili con date azioni della classe dirigente o del proletariato. Le condizioni economiche si imporranno come finora si sono imposte sempre. L' A. conclude dicendo ancora lontana l' ora in cui la bor• ghesia attenterà al diritto elettorale. Finora è possibile dare la pa– rola d' ordine per tale eventualità. Quello però che S:l.ppiamo già adesso è, che lo sciopero generale non è l'arma su cui il prole• tariato potrà contare in tale gr:l.ndc momento storico. I giornalisti socialisti. Sotto il titolo ., Da che cosa dipende ? ,, il compagno Bor• chardt tratta nella Neue Ztit del 31 ottobre della questione dcl– i' istruzione e della preparazione dei redattori del Partilo. I.,' A. constata anzitutto che in fatto di teoria socialista il par• tito tedesco è povero ass.-ii e, che in generale si stima poe!l. cosa ogni discussione teoriCa. Questo costituisce un' inferiorità vera e propria, e la colpa ne spetta, secondo l' A., alla poca preparazione degli scrittori socialisti. Sono essi che fanno i giornali, di cui si nutre la massa ; se in tanti :\nni non si è riuscito a fare nascere un interesse teorico nei leuori socialisti, ciò dipende evidentemente dal fatto, che nell' illustrazione degli avvenimemi quotidiani la stampa del P!l.rtito non sa fare risalt:ue gli elementi genera.li e tipici, non sa astrarre dai singoli fatti per dimostrare le leggi generali, non sa tmvare il nesso fra pratica e teoria. È impossibile, dice il Borchardt, sfogliare la stampa socialista tedesca senza rimanere colpiti nella grande maggioran7~, dei giornali dell:i. mancanza di un atteggiamento ieorico reciso. Perfino nella lotta fra rivoluzionari e revisionisti, pochi furono i giornali che preserq posizione nella; i piì1 barcollavano indecisi fra Kautsky e Bemstein, dando un po' ragione :-tll'uno, 1m po' ali' altro. Questa è una grave accusa, ma I' A. non intende di rivolger]:\, contro le persone dei redattori socialisti. Essi l:i.vorano con zelo ed abnegazione, fanno del loro meglio cd effettivamente fanno mi• ra.coli quando si considera. che molti di essi vengono dall' officina direttamente nelle redazioni. Ma ciò non deve determinarci ad astenerci da ogni critic..1.. li fatto è grave e si deve cerc:i.rne il rimedio. È indispensabile che il Partik> provveda ad una preparazione adeguata dei suoi redattori. Per quelli attualmente in c..'lricasi potr?t fare poco 1 ma devesi prov• vedere ai giovani compagni che si dcdichcrann0 :-tigiornalismo. L' A. propone tre provvedimenti abb! 'lst:i.nza miseri : Primo, cioè b. creazione di una rivista scientifica, scritta in modo da essere accessi~ile anche alle persone che non. hanno una cultura superiore. Tn secondo luogo l' auture vuole vedere sviluppate le biblio– teche delle AS.Sociazioni socialiste per la cultura generale e do-
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